Ancora shopping per il gruppo di risparmio gestito Azimut che, dopo aver messo un piede nei mesi scorsi nel mercato cinese e in quello turco, ieri ha raggiunto un accordo per acquistare il 50% di Cgm (Compagnie de Gestion privée Monegasque), società di gestione che, assieme alla sim controllata in Italia, può contare su masse totali per circa 800 milioni (di cui circa 700 in strumenti di risparmio gestito). Cgm è stata fondata nel 2000 dai gestori Sergio Bindi, Alessandro Cavalli e Andrea Salerno in collaborazione con Banca Bsi (20%), ramo operativo del gruppo Generali nel mondo del private banking. Nel 2007 si è aggiunta la sim italiana con sede a Milano (che gestisce circa 300 milioni), in partnership con Marco Farina (azionista della sim con il 30%), manager bancario con alle spalle esperienze nelle sgr dei gruppi Prime, Sviluppo, Ccf, Hsbc, Profilo. Azimut rileverà il 30% di Cgm dal management (che manterrà l’altro 50%) più il 20% finora detenuto da Bsi Monaco, che esce così dall’azionariato. Il controvalore dell’operazione è di circa 15 milioni e sarà pagato interamente con azioni Azimut già nel portafoglio del gruppo guidato da Pietro Giuliani. Il quantitativo di titoli sarà stabilito in funzione del valore di borsa di Azimut alla data del closing, previsto dopo aver ottenuto l’ok delle autorità competenti. Ai valori attuali i quattro soci di Cgm coinvolti nell’operazione si spartirebbero una quota vicina all’1,2% di Azimut, destinata in ogni caso a confluire nel patto di sindacato che controlla il gruppo italiano con circa il 25% del capitale. L’intesa prevede un’ulteriore operazione assistita da opzioni put-call, con una prima scadenza tra sei anni e una seconda tra 12, che riguarda anche l’altro 50% della casa d’investimento monegasca. Cgm, che ha sede nel Principato di Monaco, e la sim Cgm Italia seguono circa 200 investitori di alto profilo cosicché l’operazione rafforza Azimut nel ricco segmento del wealth management. Il controvalore di 15 milioni (comprensivo di un patrimonio netto di oltre 1 milione) valorizza le masse gestite da Cgm attorno al 2%, «ma l’aspetto qualificante dell’operazione, che peraltro riguarda una società con buona redditività», spiega il presidente e ad Giuliani, «è anche l’ingresso nel gruppo Azimut di elevate competenze gestionali e di private banking».
Con questa operazione salgono a circa 25 milioni gli investimenti messi sul piatto daAzimut nel 2011 per alimentare il piano di diversificazione internazionale. Ma altre trattative sono in corso per ulteriori rafforzamenti. Al gruppo Azimut, che in aprile ha ottenuto una raccolta netta di risparmio gestito positiva per 54 milioni (oltre a 11,9 milioni in risparmio amministrato e fondi di terzi), fa capo un totale di masse gestite di 14,7 miliardi (16,8 aggiungendo risparmio amministrato e case terze). (riproduzione riservata)