Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Il welfare aziendale non è solo un benefit per i dipendenti, ma un motore di sviluppo per le imprese e per l’economia nazionale. Nel 2023, il welfare aziendale ha spinto i ricavi: +10% per oltre la metà delle imprese con piani strutturati. L’occupazione ha seguito, con 220.000 posti legati ai buoni pasto, che da soli valgono lo 0,75% del Pil e generano 419 milioni di Iva. Lo dimostrano due studi condotti dalla Sda Bocconi, che ne hanno misurato l’impatto su produttività, fatturati e mercato del lavoro.
«Il welfare pubblico, nel 2022, era di poco inferiore a 650 miliardi, a fronte dei 3 miliardi di quello privato, paradossalmente le risposte che vedono più determinante il welfare aziendale nella felicità dei lavoratori sono distribuite nei territori con un minor grado di diffusione degli stessi strumenti di welfare» afferma Mariacristina Bertolini, vicepresidente e direttore generale Up Day e direttrice zona Euromed di Up. «Crediamo che questo sia dovuto al fatto che, chi l’ha ottenuto, ha compreso quanto il vero welfare non sia solo buoni pasto o buoni carburante, ma è qualcosa che promuove l’accompagnamento ai bisogni dei cicli di vita, la promozione dell’unicità delle persone, dello smart working, dei programmi di supporto alla genitorialità o del caregiving». In pratica, il welfare aziendale, a giudizio degli analisti, non può più essere solo un pacchetto di benefit, ma deve evolversi verso un modello che metta al centro ciclo di vita, bisogni reali, relazioni, flessibilità e supporto alla vita personale.
Obbligo di stipulare contratti di assicurazione a copertura dei danni cagionati dalle calamità naturali rinviato al 1° ottobre 2025 per le medie imprese e al 1° gennaio 2026 per le micro e piccole imprese (dl 39/2025 – Gazzetta ufficiale n. 75 del 31 marzo 2025)
Entra in vigore il 12 aprile la normativa che limita la responsabilità civile dei sindaci, al di fuori dei casi di dolo, per i danni cagionati alla società che ha conferito l’incarico, ai suoi soci, ai creditori e ai terzi, nei limiti di un multiplo del compenso annuo percepito (l. 14 marzo 2025 n. 35 – Gazzetta ufficiale n. 73 del 28 marzo 2025)

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Numero di ricorsi stabile a quota 961, ma rimborsi in calo da 13,3 a 9,4 milioni di euro. Frutto anche del fatto che le istanze dei risparmiatori sono state accolte nella metà dei casi (49,7% per la precisione) mentre storicamente ciò accadeva nei due terzi dei casi. Sono i risultati dell’attività del 2024 dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), organismo Consob per risolvere invia stragiudiziale le dispute tra risparmiatori e intermediari finanziari, presentati la scorsa settimana dal presidente Gianpaolo Eduardo Barbuzzi. Le controversie, emerge dalla relazione, riguardano in larga parte la consulenza in materia di investimenti, l’esecuzione di ordini per conto dei clienti e sempre più l’operatività del trading online.
Al termine dell’Opa Banco Bpm a un soffio dal 90% del capitale della societàSi è chiusa con l’adesione di 221.067.954 azioni, pari al 67,97% del capitale, l’Opa di Banco Bpm su Anima Holding. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, che già dispone del 21,97% della società di gestione del risparmio, sale così all’89,95% del capitale, a un soffio della barriera del 90 per cento.
Tradizionalmente gli interventi di welfare erano finalizzati quasi esclusivamente a proteggere le persone da alcuni rischi sociali (la maternità, la vecchiaia, la malattia, la disabilità) e fondavano la loro capacità operativa sulla stabilità della famiglia. La denatalità, l’allungamento della vita media, la maggiore mobilità delle persone hanno inciso profondamente su questo modello. Secondo il Rapporto 2024 del Think Tank “Welfare, Italia”, i cambiamenti in atto nella società richiedono 176 miliardi di euro addizionali per garantire la sostenibilità del sistema di welfare e del Paese. Tra le quattro grandi economie europee, l’Italia è quella con la maggiore incidenza della spesa previdenziale rispetto al Pil (cioè, alla ricchezza prodotta ogni anno nel paese): siamo al 16,2% contro il 12,3% della media tra Germania, Francia e Spagna.
Dal Medio Oriente all’America Latina fino al Far East, sono 14 i mercati strategici individuati dalla società guidata da Alessandra Ricci. Mercati chiamati “gate”, cioè vere e proprie porte di accesso per nuove opportunità di business, che lo scorso anno hanno raccolto 81 miliardi di euro di beni italiani e che, secondo le stime, supereranno 85 miliardi nel 2026. A questi si aggiungono, in ottica di ulteriore diversificazione, altri 14 stati africani identificati nel Piano Mattei. Sace si sta espandendo in tutti questi mercati anche attraverso il programma “push strategy”, che rappresenta la “punta di diamante” di uno dei quattro pilastri su cui si basa il modello di business di Sace (battezzato “grow”) che integra più tasselli: dalle garanzie e liquidità (g) alla gestione e protezione dei rischi (r) fino alla creazione di nuove opportunità di lavoro all’estero attraverso business matching e attività che facilitano incontro tra domanda e offerta (o), grazie a una rete di contatti e soluzioni digitali che coprono 200 paesi del mondo (w).

Il compromesso offre agevolazioni contabili alle banche che detengono partecipazioni dirette in compagnie assicurative, riducendo l’assorbimento di capitale e favorendo la competitività e le fusioni. Dal confronto tra soggetti vigilati e l’Autorità bancaria Europea (Eba) era emerso che il Danish Compromise poteva essere esteso anche alle controllate assicurative delle banche quando acquistavano una società di asset management. Per applicare questa norma le banche devono essere classificate come conglomerati finanziari con specifici requisiti di dimensione. In Europa ne esistono 63: l’Italia ne ha sette. I conglomerati sono gruppi di imprese attivi nei settori assicurativo, bancario e dei servizi di investimento che comprendano almeno una compagnia e una realtà operante nel settore creditizio.
Si scalda il clima della primavera del risiko. A dispetto delle bizze meteorologiche il calendario finanziario riconosce nel mese di aprile la stagione delle assemblee. La prossima settimana si riuniranno a Siena, in presenza, i soci del Monte dei Paschi. Oltre all’approvazione dei conti relativi all’esercizio 2024 gli azionisti di Mps dovranno votare l’aumento di capitale necessario ad avviare l’offerta pubblica di scambio sulla totalità delle azioni Mediobanca che l’amministratore delegato del gruppo, Luigi Lovaglio, ha lanciato il 24 gennaio scorso. La settimana successiva, a Trieste, le Assicurazioni Generali dovranno rinnovare il loro consiglio di amministrazione. Qui la situazione è molto complessa dal punto di vista normativo, per la parziale entrata in vigore delle norme che riformano il diritto del settore, in particolare per la cosiddetta lista del cda uscente.
Cresce il mercato degli investimenti immobiliari, espressione con cui si designano le operazioni condotte da investitori istituzionali e riguardanti edifici cielo terra o interi portafogli immobiliari di valore unitario misurabile in milioni di euro. Le stime sul primo trimestre 2025 sono di una crescita in Europa di circa il 30%, per un controvalore di 50 miliardi di euro, mentre l’Italia (fonte Dils) con 2,7 miliardi segna +44%.

Anche lo studio legale, se iscritto al Registro imprese, è tenuto a stipulare la polizza catastrofale. Questa è l’interpretazione del ministero delle Imprese del dm 18/2025 espressa in una delle Faq sul decreto pubblicate sul sito. Il Ministero precisa, appunto, che l’obbligo non dipende dalla natura dell’attività esercitata, che può anche essere quella professionale, ma dall’iscrizione al Registro, che è obbligatoria solo per le società tra professionisti o tra avvocati, a prescindere dalla sezione. Un’altra Faq precisa che la polizza è necessaria anche per gli studi in affitto.
Una perequazione dello 0,80% per le pensioni dei notai. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione della Cassa del Notariato con una delibera approvata il 27 marzo e ora sottoposta al vaglio dei ministeri vigilanti. Nella stessa seduta è stato deciso di lasciare invariato il massimale di integrazione per l’anno 2024 (pari a 33.509,79 euro) e di fissare il contributo di maternità per il 2025 a carico di ciascuno associato in 294,02 euro.
L’attuale cornice normativa antiriciclaggio si articola su più livelli: si va dalle fonti primarie rappresentate dalle direttive europee e dai relativi decreti legislativi di recepimento, fino a una vasta gamma di fonti secondarie di origine sia internazionale che nazionale. Così la riforma della normativa antiriciclaggio, attuata con il Dlgs 90/2017, ha attribuito agli organismi di autoregolamentazione (sostanzialmente gli ordini professionali) la responsabilità di elaborare e aggiornare le regole tecniche, in materia di procedure e metodologie di analisi e valutazione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, cui i professionisti sono esposti nell’esercizio della propria attività, di controlli interni, di adeguata verifica. Analogo potere è stato attribuito alle autorità di vigilanza di settore, anch’esse investite del compito di definire procedure e metodologie per la valutazione del rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo cui gli intermediari sono esposti nell’esercizio dell’attività.