Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Philippe Donnet incassa il suo quarto mandato al timone di Generali con un consenso pieno, che fForse è andato anche oltre le aspettative della vigilia. La lista di Mediobanca che riproponeva il tandem Donnet ceo e Andrea Sironi presidente, all’assemblea tenutasi ieri al Generali Convention Center di Trieste, ha ottenuto il 52,38% dei consensi dei presenti (il 68,7% del totale) battendo di oltre 15 punti percentuali quella di minoranza proposta dall’azionista Francesco Gaetano Caltagirone (36,8% presenti). Una vittoria schiacciante arrivata nonostante la mossa a sorpresa di Unicredit di sostenere con il suo 6,51% l’imprenditore capitolino, dettata da una parte dalla necessità di dimostrare un’apertura al governo e dall’altra per chiedere un cambio di passo a Generali. In termini assoluti di capitale alla lista di Piazzetta Cuccia è andato circa il 35,3% e a quella dell’imprenditore romano circa il 25% che non avrebbe superato la prima lista nemmeno se Edizione (4,83%), che ha scelto di astenersi, si fosse schierata con lui. «È stata una vittoria per la società, con il mercato che si è espresso chiaramente all’unanimità. Hanno vinto le Generali public company rispetto a un’impresa controllata da un paio di soci», ha commentato Donnet che ai cronisti ha anche sottolineato che «l’assemblea non era un referendum sulla joint venture annunciata con i francesi di Natixis. Ma se lo fosse stato sarebbe stato vinto».
Nonostante abbiano ottenuto una vittoria schiacciante a Trieste, incassando la riconferma in Generali del ceo Philippe Donnet per il quarto mandato, in Mediobanca non possono certo abbassare la guardia. Lo scontro è destinato a riaprirsi tra metà giugno e inizio luglio quando è atteso, post via libera della Bce, l’avvio dell’ops del Montepaschi sulla banca guidata da Alberto Nagel. Nel frattempo il tandem composto da Francesco Gaetano Caltagirone e da Delfin della famiglia Del Vecchio ha stretto la presa sulle società coinvolte nel riassetto: a Siena, con l’assemblea che a metà aprile ha acceso il disco verde all’aumento di capitale funzionale all’offerta, sono saliti rispettivamente al 9,96% (dal 5,02%) e al 9,86% (dal 9,7%). I due sono azionisti di peso anche in Piazzetta Cuccia dove assommano quasi il 17,5%, e in Generali, con Caltagirone sotto il 7% e Delfin a un soffio dal 10%.
Auto concesse in uso promiscuo ai lavoratori subordinati con applicazione della vecchia disciplina dei fringe benefit fino al prossimo 30 giugno. La detta proroga si applica ai veicoli concessi ai dipendenti dall’1/7/2020 al 31/12/2024 e per i veicoli “ordinati” dai datori di lavoro entro lo scorso 31 dicembre e concessi in uso promiscuo dall’1/1/2025 al 30/6/2025. Così il comma 2-bis dell’art. 6 del dl 19/2025 (“decreto Bollette”), convertito in legge dal Senato, che introduce il nuovo comma 48-bis all’art. 1 della legge 207/2024. L’autovettura può rappresentare una concessione (benefit) in natura che può essere assegnata al dipendente sia per uso promiscuo, con la possibilità di utilizzo sia lavorativo sia personale da parte dello stesso dipendente, sia per uso esclusivamente personale.
Secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei, nel Vecchio Continente si registra a marzo un incremento del 2,8%, con 1.422.628 immatricolazioni. Un segno incoraggiante ma che va contestualizzato: siamo ancora a -19,7% sul 2019. Con alcuni produttori in difficoltà. Nel mese di marzo, Stellantis ha immatricolato 215.190 auto nell’area che comprende Unione Europea, Paesi Efta e Regno Unito, registrando un calo del 5,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa. La quota di mercato è scesa così dal 16,5% al 15,1%. Se si guarda al primo trimestre 2025, le immatricolazioni del gruppo risultano in flessione del 12,2% sull’anno. Il che porta la quota dal 17,6% al 15,5%.