Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Il sisma sui mercati finanziari provocato dai dazi di Donald Trump ha effetto anche sull’investimento previdenziale. Tra i diversi profili che un risparmiatore deve valutare vi è anche quello legato all’andamento della propria posizione accantonata nel fondo pensione. Va ancora aggiunto come l’economia comportamentale evidenzia che uno dei principali bias (traducibile in italiano come distorsione cognitiva) è rappresentato dall’avversione alla perdita, non si tollera cioè di perdere qualcosa che si ha più di quanto piaccia guadagnare qualcosa che non si ha. Pesa cioè nell’immaginario collettivo più la perdita che l’eventuale rendimento.Quali possono essere allora i consigli utili per attraversare con il proprio fondo pensione le onde dei mercati? La necessaria premessa è che il risparmio previdenziale si caratterizza per definizione per un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.
In fasi di mercato turbolente gli investitori internazionali sono a caccia di alternative. Fra queste la finanza islamica, cioè quella che cerca di rispettare le norme della Sharia (ossia l’insieme di regole che sono tratte dal Corano), sta attirando crescente attenzione. Il trend positivo è evidente negli ultimi anni, perché come spiega Mohamed Damak, global head of islamic finance di S&P Global, intervenuto nel corso di un incontro di tre giorni organizzato dal Dipartimento dell’Economia e del Turismo di Dubai (Det): «La finanza islamica, che alla fine dello scorso anno, valeva complessivamente 3,6 trilioni di dollari, sta dimostrando una buona tenuta, grazie alle richieste che arrivano dai paesi Gcc (Gulf Cooperation Council) e in particolare da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (Uae)». Ma quanto incide la tempesta conseguente allo scontro sui dazi Stati Uniti-Cina? «Stiamo assistendo a una forte volatilità che da alcune settimane grava pesantemente sui mercati, ma credo che il settore abbia le caratteristiche per continuare a prosperare, a meno di eventi finanziari distruttivi a livello internazionale che al momento non possiamo prevedere» spiega Damak.
Non sono come il principe di Danimarca descritto da Shakespeare, ma in vista dell’assemblea delle Generali del prossimo 24 aprile per il rinnovo dei vertici del gruppo, vi sono alcuni soci ancora con dubbi amletici, almeno così pare. Eppure, dopo che a favore della lista presentata da Mediobanca si sono pronunciati Iss e Glass Lewis, i due più importanti proxy advisor, i più reputati per consigliare i soci istituzionali come votare meglio nel loro interesse, ci si attende che il mercato (quasi il 32%) si schieri compatto come nel 2022 per la riconferma del ceo Philippe Donnet, ricandidato dalla lista di Mediobanca (che è la fotocopia tranne uno della lista uscente).
L’assemblea di Mps  giovedì 17 verrà chiamata a decidere sull’offerta per Mediobanca. I soci dell’istituto senese dovranno esprimersi sull’aumento di capitale propedeutico all’operazione che il ceo Luigi Lovaglio vuole chiudere entro luglio. Sono molti e convergenti gli interessi in gioco. Lovaglio, che avrebbe concepito già nel 2022 l’idea di un blitz su Piazzetta Cuccia, ha in mente la creazione del terzo polo bancario e non considera «cruciale» il 13,1% che Mediobanca detiene in Generali. Ma Trieste è nel mirino dei due soci forti della banca, Francesco Gaetano Caltagirone (8%) e la famiglia Del Vecchio (9,8%, detenuto attraverso la holding Delfin), che da anni contendono alla merchant milanese e al suo ceo Alberto Nagel il primato nella governance della compagnia. E il Leone è anche nel radar del governo che è pronto a usare il Golden Power per bloccare l’alleanza con i francesi di Natixis e garantire l’italianità del gruppo assicurativo oggi guidato da Philippe Donnet. Palazzo Chigi condivide inoltre con Lovaglio l’ambizione di costruire un polo intorno a un Monte risanato e privatizzato sotto la sfera d’influenza del Mef che ne detiene l’11,7%. Questa convergenza di interessi personali, politici e di mercato finirà il 17 aprile al vaglio degli investitori, in un test che potrebbe influenzare in profondità le geografie e le direttrici del risiko finanziario.
  • Buona articolazione con Multiramo Easy
Credemvita Multiramo Easy (tariffa 65114 – Bonus) è un contratto di assicurazione sulla vita di tipo multiramo a vita intera e a premio unico con possibilità di premi aggiuntivi. Il premio unico iniziale, di minimo 10 mila euro, e gli eventuali premi aggiuntivi, di importo minimo pari a 1000 euro, saranno investiti tra uno dei fondi interni a disposizione e la gestione separata Credemvita III. La parte di capitale investita nella gestione separata dovrà essere pari almeno al 15%, al massimo all’80% del capitale. Il contraente definisce liberamente quale tra i fondi interni a disposizione, selezionabili solo uno alla volta, utilizzare. Si tratta di Credemvita Moderato, Credemvita Bilanciato, Credemvita Dinamico, Credemvita Evoluto. In caso di attivazione del servizio opzionale Invest Plan, sarà utilizzato il fondo Credemvita Liquidita’ come fondo di partenza.

Eventuali errori nei controlli posti in essere dai sindaci e dai sindaci revisori, a partire dal 12 aprile 2025 saranno punibili esclusivamente entro specifici limiti calcolati sulla base di un multiplo dei relativi compensi. È quanto deriva dall’entrata in vigore della legge 14 marzo 2025 n. 35 (in G.U. del 28 marzo). Si tratta di una riforma «storica» che distingue (giustamente) le responsabilità di chi commette l’illecito da coloro che sono tenuti unicamente ad individuare e segnalare gli stessi evitando o mitigando i loro effetti dannosi.

corsera

È un virus molto diffuso nella popolazione, il papilloma (Hpv). Dal 2006 esiste un vaccino, l’unico anticancro assieme a quello contro il virus dell’epatite B, minaccia per il fegato. Nel 2023 appena il 45% delle bambine/adolescenti nate nel 2011 ha ricevuto le dosi anti Hpv, che comunque, va ricordato, non ci esonerano dall’esecuzione del pap test da ripetere periodicamente. È uno dei punti deboli del sistema italiano di prevenzione denunciati da Foce, la federazione che riunisce oncologi, cardiologi e ematologi. Non l’unica falla. Sempre nel 2023 solo un over 50 su 3 ha svolto la ricerca del sangue occulto nelle feci, spia della possibile presenza di tumore al colon, mentre circa poco più della metà delle donne si è sottoposta nello stesso anno a mammografia, test Hpv o pap test. Il problema, osserva Foce, dipende dalla mancanza di azioni necessarie a prevenire malattie che poi in termini di cure pesano moltissimo sul bilancio del servizio sanitario pubblico. Se evitate, produrrebbero risparmio rendendo sostenibili tante altre spese.
Fabio Cerchiai e Pierfrancesco Gaggi, rispettivamente presidente e segretario generale della Federazione Banche Assicurazioni e Finanza (Febaf) sono stati confermati per il biennio 2025-2027. Cerchiai, presidente di Bper Banca, è stato eletto ieri mattina per acclamazione dal nuovo consiglio direttivo della federazione e Gaggi, senior advisor del direttore generale di Abi, è stato nominato dall’assemblea che si è riunita subito dopo. «Febaf, in quanto espressione del comparto finanziario, punterà in questo biennio a realizzare una “alleanza” con le altre rappresentanze di imprese facilitando il dialogo all’interno del mondo produttivo e dei servizi», ha detto Cerchiai.

Il sistema resta per il momento sostenibile, il peso delle indicizzazioni alimentato dall’inflazione degli scorsi anni si è affievolito, ma la corsa della spesa per pensioni continua ad essere sostenuta. E lo sarà ancora di più nel prossimo triennio e in quelli a seguire fino al 2040, quando sarà toccato il picco del 17,1% del Pil, già annunciato dalla Ragioneria generale dello Stato. A evidenziarlo sono le nuove stime, a legislazione vigente, contenute nel Def appena inviato dal governo Meloni in Parlamento. Tra il 2026 e il 2028 le uscite pensionistiche viaggeranno ad un’andatura media del 3%, con una punta del 3,2% il prossimo anno, che dovrebbe registrare un’incidenza sul Prodotto interno del 15,3%, così come alla fine del 2025, poi destinata a tornare 24 mesi più tardi al 15,4%: lo stesso livello del 2024, in cui la spesa, sotto la spinta delle elevate rivalutazioni degli assegni, è cresciuta del 5,6%.
«Nel 2024 la spesa sanitaria è risultata pari a 138.335 milioni, con un incremento del 4,9% rispetto al 2023», per poi salire quest’anno – a legislazione vigente – a 143.372 milioni, con un tasso di crescita del 3,6% e una percentuale sul Pil pari al 6,4 per cento. Una percentuale che resterà stabile dall’anno dopo visto che secondo il Documento di finanza pubblica «nel biennio 2026-2027, la spesa sanitaria è prevista crescere a un tasso medio annuo del 2,8 per cento; nel medesimo arco temporale il Pil nominale crescerebbe in media della stessa percentuale. Conseguentemente, il rapporto fra la spesa sanitaria e il Pil si assesta al 6,4 per cento a decorrere dal 2026». Sugli aumenti tendenziali pesano in particolare i rinnovi contrattuali e l’impatto del Pnrr.
La Banca centrale europea ha espresso parere negativo sull’applicazione del cosiddetto «Danish Compromise» sulla prevista acquisizione da parte del colosso bancario francese Bnp Paribas del gestore patrimoniale di AXA Investment Manager. Lo riferisce l’agenzia Bloomberg, citando fonti a conoscenza della situazione. Secondo l’agenzia, opponendosi all’applicazione della norma, la vigilanza bancaria della Bce intende garantire parità di trattamento in tutto il settore. L’autorità di vigilanza ha recentemente espresso parere negativo su un’operazione simile in Italia, ovvero quella di BancoBpm su Anima.

La particolarità è che questa attività è iniziata nel 2004 ed è stata smascherata solo di recente: una durata ventennale, se non è un record poco ci manca. L’autore è un soggetto che poi è risultato non iscritto all’albo dei consulenti e quindi non abilitato all’esercizio della professione. Ai clienti veniva proposta la sottoscrizione di una scrittura privata che aveva come oggetto il prestito di denaro finalizzato a investimenti oltre alle modalità di loro restituzione: in molti casi nella casuale dei bonifici fatti al consulente era riportata la dicitura “investimento”. Il versamento delle somme di denaro di ciascun cliente doveva avvenire su due conti bancari privati intestati al soggetto. E qui emerge un altro aspetto importante di questa vicenda. Un aspetto che potrebbe aprire forse un nuovo fronte. «Nella stessa querela – spiega Daniele Pistolesi, presidente Afue – si censura il comportamento delle banche che avrebbero dovuto a nostro avviso interrompere la raccolta nel rispetto delle norme sull’antiriciclaggio in quanto dai conti transitavano ingenti somme senza nessun giustificativo. Abbiamo contestato anche la mancata adeguata verifica del cliente oltre agli obblighi di segnalazione di operazioni sospette».
Focus sulle dinamiche demografiche e sull’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche, ponendo l’accento sulla necessità di sinergie tra i diversi pilastri del sistema previdenziale e sullo sviluppo della previdenza complementare per offrire una base solida al futuro dei cittadini. Sarà questo il tema centrale su cui ruoterà la conferenza ”I pilastri del futuro. Prospettive per rafforzare la previdenza”. Tra i relatori saranno presenti Mario Nava (Commissione Europea), Gabriele Fava (presidente Inps) e Claudio Durigon (Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali). Un sistema previdenziale solido, sostenibile, in grado di assicurare prestazioni adeguate e di rispondere ai cambiamenti demografici è un punto di partenza ineludibile per poter navigare in modo sicuro verso un futuro competitivo. Per far questo, è importante che i diversi pilastri sui quali poggia il sistema previdenziale siano forti e adeguatamente sviluppati in relazione al proprio specifico ruolo, per offrire una base stabile sulla quale costruire il futuro dei cittadini e dell’intero Paese.
Cresce l’attenzione per la consulenza finanziaria indipendente. Spiega Luca Mainò del direttivo della Nafop: «Come consulenti indipendenti, di recente abbiamo registrato davvero un gran numero di contatti». Negli ultimi due anni e mezzo, l’associazione ha portato avanti una campagna digitale rilevante sul tema, che ha generato oltre 70mila accessi al sito di Nafop da parte di persone che cercavano un consulente indipendente. Solo nei mesi di gennaio e febbraio 2025, l’associazione ha registrato quasi 15mila accessi. Le richieste che vengono fatte ai consulenti indipendenti, partono dalla voglia di fare una sorta di “check-up” del proprio portafoglio. «Le persone vogliono sapere – continua Mainò – cosa hanno sottoscritto, quali rischi stanno correndo, se esistono strumenti più efficienti e trasparenti rispetto a quelli che hanno già in portafoglio. In sintesi, vogliono maggiore consapevolezza e informazioni più chiare sui propri investimenti».
In aumento del 28% su scala globale gli attacchi Cyber nella seconda metà del 2024 . Il dato lo si evince dall’ultimo rapporto di Tinexta Cyber, società quotata al segmento Star, attiva tra l’altro nella Cyber security, che ha analizzato il fenomeno utilizzando sia fonti aperte sia fonti chiuse. Le conclusioni degli esperti della società dicono chiaramente che il fenomeno sta conoscendo un’escalation: nella seconda metà dell’anno il numero delle nazioni colpite è salito da 99 a 108 con attacchi andati a bersaglio in 3081 casi contro i 2401 del primo semestre. L’analisi traccia inoltre un quadro sulle modalità organizzative delle gang impegnate in attività criminali: se il loro numero sembra essere in contrazione del 5,5% anche per gli effetti di operazioni di Polizia concertate tra diversi Paesi, la tendenza sembra essere quella di una progressiva concentrazione di gruppi criminali, con una elevata capacità di organizzazione e una ripartizione di funzioni interne assai simile a quella di vere e proprie aziende.
Sono attori meno noti nel settore assicurativo ma stanno conquistando sempre più spazio anche sulla scena italiana. Sono le “Mga” acronimo di Managing General Agent e nel 2023, secondo un’analisi realizzata sui dati Cerved ricavati dai bilanci delle realtà attive nei danni non auto, hanno messo a segno ricavi pari a 182 milioni di euro che tradotto in premi significa circa 550-600 milioni di euro. Mentre nel settore auto l’iniziativa più conosciuta è quella di Prima Assicurazioni nei danni non auto, dove ha maggior senso il modello Mga, i principali gruppi sono la Dual partecipata dal gruppo Howden (prima Mga a esordire sul mercato italiano 25 anni fa) che con 38 milioni lordi di ricavi nel 2023 ha una fetta di mercato del 20% circa, seguono a breve distanza One Underwriting, l’agenzia di sottoscrizione del Gruppo Aon e Victor Italia con 30 milioni di ricavi.
Il modello Managing General Agent (Mga) è stato utilizzato anche da Prima assicurazioni, l’insurtech che opera come un’agenzia nel settore Motor (auto, moto, van), casa, famiglia e infortuni. Tramite questa formula in dieci anni la piattaforma è riuscita a conquistare il 10% del mercato motor italiano con oltre 4 milioni di clienti in Italia, Spagna e Uk ,dove il modello Mga è molto diffuso. Nel 2024 Prima ha raccolto premi per 1,3 miliardi di euro (+47% rispetto al 2023) con un risultato operativo salito a 104 milioni di euro. Nel 2025 il gruppo punta a raccogliere circa 1,6 miliardi di euro di premi anche sulla spinta di Uk e Spagna.
Il caso Eni dei giorni scorsi riaccende i riflettori sui rischi ambientali. Eppure una piccolissima percentuale delle aziende italiane è assicurata contro i danni all’ambiente: secondo i dati emersi dall’ultima indagine di settore sono, infatti, solo lo 0,64% le aziende Made in Italy (microimprese, Pmi e multinazionali) che si sono dotate di una polizza assicurativa per i danni alle risorse naturali. È quanto risulta da un’elaborazione effettuata dal Pool Ambiente, consorzio di co-riassicurazione, sulla base della seconda rilevazione statistica condotta da Ania, a livello nazionale, sulla diffusione delle polizze di responsabilità ambientale tra le aziende. Tra i settori più assicurati c’è quello dei rifiuti (21,16%), completano il podio delle aree più coperte contro i danni all’ambiente il chimico (11,87%) e il petrolifero (4,19%). In fondo alla classifica, sotto o alla pari della media nazionale, troviamo invece i settori carta, legno e stampa (0,64%), trasporti (0,57%), civile, commerciale e turismo (0,10%). Estendendo, a livello regionale, l’analisi circa la diffusione delle polizze per danni all’ambiente scopriamo come Veneto e Friuli Venezia Giulia, rispettivamente con 1,85% e con l’1,02%, siano le uniche regioni italiane con una percentuale di diffusione delle polizze per danni all’ambiente superiore all’1%.