Proteste sociali, disordini civili e altre forme di violenza politica sono in aumento a livello globale, generando una crescente preoccupazione tra le aziende e gli assicuratori. Lo rivela il rapporto “Trends in Political Violence and Civil Unrest” pubblicato da Allianz Commercial, che avverte della necessità di prepararsi a un rischio che negli ultimi anni ha subito una forte escalation.
Secondo lo studio, redatto in collaborazione con specialisti della sicurezza e dell’analisi geopolitica, dal 2017 più di 130 Paesi hanno registrato una qualche forma di protesta significativa e la tendenza rimane in aumento. Tra i fattori che alimentano il fenomeno vi sono le crisi economiche, le disuguaglianze sociali, la polarizzazione politica e la disinformazione sui social media.
I disordini sociali e l’aumento dei disordini civili non sono fenomeni passeggeri, ma minacce che devono essere integrate nella pianificazione dei rischi delle aziende, secondo Allianz Commercial. Molte imprese sottovalutano questo tipo di esposizione finché non ne sono direttamente colpite.
I settori più vulnerabili agli effetti delle rivolte sono il commercio al dettaglio, i trasporti, l’ospitalità e qualsiasi attività con un’elevata esposizione fisica o concentrazione urbana. Inoltre, i danni alle infrastrutture critiche, le interruzioni logistiche e l’interruzione delle attività per motivi di sicurezza rappresentano perdite milionarie per le aziende.
Il rapporto evidenzia anche il ruolo crescente degli eventi meteorologici estremi e dell’insoddisfazione per le politiche ambientali come nuovi fattori di mobilitazione sociale.
Sebbene la violenza politica sia spesso associata a regimi autoritari o a Paesi in conflitto, il rapporto sottolinea che anche nelle democrazie consolidate si assiste a un aumento delle manifestazioni e delle rivolte. In alcuni casi, sono stati registrati atti di violenza da parte di movimenti estremisti o gruppi anti-establishment.