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Una retribuzione annua di 30.000 euro, ai fini del calcolo della pensione 2024, vale 31.620 euro se riferita alla quota maturata sino al 31 dicembre 1995 e a 31.941 euro se riferita alla quota maturata al 31 dicembre 2011. Lo spiega l’Inps nel messaggio n. 840 del 27 febbraio 2024. Ora è quindi possibile calcolare con esattezza la pensione spettante per quest’anno.
Il condomino – pur non avendo sottoscritto il contratto di assicurazione condominiale – può chiamare in causa direttamente la compagnia, se le condizioni della polizza globale fabbricati rechino nella garanzia anche la tutela degli impianti fissi delle proprietà esclusive. È in sintesi il contenuto della sentenza del Tribunale di Milano 8812/2023 secondo la quale il danneggiante ha interesse a far valere la garanzia assicurativa, stipulata di fatto in suo favore dall’amministratore (articolo 1891 comma 2 del Codice civile). Ad originare la pronuncia danni causati da infiltrazioni di acqua all’immobile sottostante provenienti dall’appartamento sito all’ultimo piano di un condominio. Secondo il ricorrente, nell’immobile leso, affittato a terzi, si erano verificate perdite in tutte le stanze. Stante la gravità dei fenomeni era stato allertato il Comando provinciale dei Vigili del fuoco che tra l’altro aveva diffidato dall’entrare all’interno dei locali. Il proprietario dell’appartamento da cui provenivano le infiltrazioni aveva chiesto il rigetto integrale della domanda attorea, chiedendo la chiamata in causa della compagnia di assicurazione condominiale, che costituitasi, eccepiva però la carenza di legittimazione attiva del danneggiante, essendo stato il contratto stipulato con il condominio
La modifica all’articolo 187 del Codice della strada che di fatto sta abolendo la necessità di accertare lo stato di alterazione psico-fisica del conducente prevede che la condotta illecita si concretizzi semplicemente «dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope». Da un lato è una (apparente) facilitazione nel perseguire tale comportamento, dall’altro causa non poche criticità. Infatti, tipologia e numero di sostanze indagabili sono molto numerose. E ve ne sono sia di illegali sia di legalmente prescrivibili. Queste ultime risultano utilizzate in modo non trascurabile tra la popolazione dei guidatori e non solo (per esempio, medicinali a base di morfina e sostanze analgesiche oppiacee, benzodiazepine, barbiturici, medicinali di origine vegetale a base di cannabis). Inoltre, la loro rilevabilità nei liquidi biologici (saliva compresa) può avvenire anche a distanza di molte ore/giorni dalla loro assunzione, quando gli effetti sperimentati dalla persona possono non essere più presenti. In particolare, nel caso di chi assume farmaci psicoattivi, tale evidenza pone vari quesiti medico legali (e non solo) di non semplice risposta: dai tempi di permanenza del farmaco nell’organismo alle conseguenze delle sanzioni sui rapporti di lavoro e sui risarcimenti assicurativi in caso di sinistri
Una delle novità più rilevanti tra quelle passate alla Camera la settimana scorsa (e ora al vaglio del Senato) nel Codice della strada è la sospensione breve della patente, prevista nell’articolo 218-ter per creare una risposta sanzionatoria progressiva ad alcune violazioni di una certa gravità. Riguarda chi ha meno di 20 punti patente, quindi ha commesso almeno una violazione da decurtazione e ancora non ha recuperato i punti persi.
Con il trascorrere delle settimane sembra diventare qualcosa di più di una semplice possibilità lo spostamento al 2026 dell’orizzonte per le nuove regole immaginate dalla maggioranza, come quella Quota 41 cara alla Lega. Il centrodestra, attualmente assorbito, così come le opposizioni, dalla partita elettorale che si gioca in questi mesi tra appuntamenti per le Regionali e la tornata delle “europee” del prossimo giugno, deve fare i conti con un quadro di finanza pubblica ancora in sofferenza e in gran parte condizionato dall’effetto Superbonus. E anche per questi motivi, ma non solo, il capitolo previdenza sembra sparito dall’agenda di governo. Non è escluso però che già nel Def, il Documento di economia e finanza, che è atteso non oltre metà aprile, l’esecutivo possa fornire almeno qualche indizio sulla rotta da tenere nel 2025 sulle pensioni. Anche perché le “misure ponte” varate con l’ultima legge di bilancio, da Quota 103 in forma “penalizzata” alla proroga di Ape sociale e Opzione donna in versione ulteriormente ristretta, dovrebbero tutte finire la loro corsa sostanzialmente il 31 dicembre 2024.
Il tempo delle baby pensioni è ormai lontano. Anche se non più tardi di un anno e mezzo fa erano ancora oltre 330mila gli assegni pagati dall’Inps a persone andate in pensione nel 1980, o ancora prima, grazie a requisiti di eccessivo favore, come si ricorda nell’ultimo rapporto di Itinerari previdenziali. Ma, nonostante la lenta salita dell’asticella anagrafica previdenziale per effetto del ciclo di riforme degli anni ’90 e Duemila (che si è di fatto concluso con la legge ”Fornero” peraltro interessata da diverse deroghe a colpi di Quote), resiste il folto gruppo delle cosiddette pensioni giovani, o quasi. Dall’ultimo monitoraggio dell’Inps sui flussi di pensionamento emerge che, al netto dei dipendenti pubblici, è destinato a soggetti con un’età inferiore ai 64 anni il 17,5% dei 17,7 milioni di trattamenti complessivamente erogati dalle gestioni dei lavoratori privati e autonomi dell’ente (per un costo di 248,7 miliardi) a tutto il 1° gennaio 2024. Si tratta di 3,1 milioni di assegni, con una quota significativa di “invalidità”, che lievitano a oltre 5,4 milioni considerando anche la fascia di beneficiari tra 65 e 69 anni.