PREVIDENZA
Autore: Maria Elisa Scipioni e Silvin Pashaj
ASSINEWS 352 – maggio 2023
Quello che sta succedendo in Francia fa tornare alla mente quanto successo in Italia ormai oltre 10 anni fa, quando l’allora Ministro del Lavoro Elsa Fornero annunciò con la voce rotta dal pianto la riforma del nostro sistema pensionistico. L’obiettivo è sempre lo stesso: “riportare il sistema in equilibrio”.
All’epoca, dopo la crisi del debito greco e la grande recessione negli Stati Uniti innescata dai subprime, fu l’Unione Europea a chiederci di intervenire per ridurre il deficit italiano e di mettere in sicurezza i conti pubblici, con particolare attenzione alla stabilità di lungo periodo del sistema previdenziale.
Oggi è la Francia ad annunciare la “sua” riforma pensionistica tra le proteste della popolazione, sebbene sia l’ultimo Paese europeo a realizzarne una e, come vedremo più avanti, i provvedimenti previsti sono decisamente più teneri rispetto a quelli che imposero ai nostri concittadini nel 2012.
I problemi in Francia, ma come nel resto degli altri Paesi, sono connessi principalmente all’invecchiamento della popolazione. Secondo l’ultimo rapporto Pensions at a Glance 2021, ossia il Rapporto OCSE sui sistemi pensionistici, in media in tutti i paesi OCSE, ci sono 30 persone di età pari o superiore a 65 anni ogni 100 persone in età lavorativa (dai 20 ai 64 anni), mentre 30 anni fa erano solo 20.
L’invecchiamento della popolazione sta accelerando poiché si prevede che questo rapporto demografico tra la vecchiaia media e l’età lavorativa, calcolato mantenendo costanti le soglie di età, raggiungerà 53 nei prossimi 30 anni.
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