Il 2022 è stato un anno difficile per le start-up tecnologiche di tutti i settori, poiché l’aumento dei tassi di interesse ha complicato i loro percorsi di finanziamento. E il 2023 non inizia meglio, come dimostra il fallimento lampo della “banca delle start-up” americana, Silicon Valley Bank (SVB).
Nessuna delle Insurtech quotate al Nasdaq ha raggiunto la redditività nell’anno fiscale 2022, mentre nel 2021 ci è riuscita la piattaforma di confronto assicurativo per anziani SelectQuote. Soprattutto, alcune società in difficoltà, in particolare Bright Health e soprattutto la nuova compagnia assicurativa Root Insurance, hanno registrato un calo del fatturato quest’anno.
Le difficoltà ricorrenti di queste poche società quotate in borsa erano già evidenti prima del deterioramento del contesto economico globale degli ultimi mesi, con un crollo delle valutazioni di mercato a proporzioni mai viste prima del 2021. Tuttavia, come riporta L’Argus, se l’S&P 500 (che agglomera i titoli del Nasdaq) è effettivamente sceso di circa il 20% nell’anno 2022, i listini insurtech, che si erano già deteriorati in modo significativo nel 2021, sono ancora più negativi.
Le crisi degli ultimi mesi hanno riportato in auge il concetto di redditività. Se in Europa le vie per raggiungerla sono più o meno previste, negli Stati Uniti non la cosa non è ancora in discussione.
Le otto società (Bright Health, Clover Health, Duck Creek Technologies, Hippo Insurance, Lemonade, Oscar Health, Root Insurance e SelectQuote) oggetto dello studio del magazine francese hanno emesso previsioni per i prossimi tre esercizi e, con l’eccezione di Duck Creek Technologies (che fornisce soluzioni tecnologiche agli assicuratori piuttosto che essere essa stessa un assicuratore), nessuna di esse si vede in attivo entro il 2025, anche se operatori come Hippo, Lemonade o Oscar sperano di essere vicini al pareggio per quella data.