NEL NUOVO DECRETO AIUTI È STATO ANCHE POTENZIATO IL CREDITO D’IMPOSTA RICONOSCIUTO A FAVORE DELLE AZIENDE ENERGIVORE
di Andrea Pira
Sono in arrivo correttivi alla cessione dei crediti fiscali generati dai bonus edilizi. Il governo lavora a un prossimo intervento per consentire il passaggio dalle banche ai correntisti già prima della quarta e ultima cessione, come previsto attualmente dalla normativa. La novità è stata confermata dal ministro dell’Economia, Daniele Franco rispondendo in Aula a Montecitorio alle interrogazioni dei deputati. «Le nuove disposizioni dovrebbero prevedere che il correntista che acquista il credito in banca non possa, però, a sua volta effettuare ulteriori cessioni», ha sottolineato il titolare del Mef. La misura va nella direzione auspicata dal Movimento Cinque Stelle, come rivendicato dal senatore pentastellato, Agostino Santillo. Via XX Settembre apre poi alla proroga oltre il 30 giugno prossimo dei termini per effettuare il 30% dei lavori per le case unifamiliari e le villette, soglia necessaria ad accedere al superbonus 110%. Tale misura, a detta di Franco, «non presenta particolari perplessità». Niente da far invece per la possibilità di cedere parzialmente il credito senza alcun limite e, in vista della predisposizione del nuovo decreto aiuti atteso nel prossimo Consiglio dei ministri, per innalzare a 30mila euro la soglia Isee che permette di beneficiare del bonus elettricità e gas, in quanto «implicherebbe che, al sostegno pubblico, avrebbero accesso quasi i due terzi delle famiglie, allargando la platea oltre le fasce più vulnerabili».
Nel provvedimento allo studio del governo troverà invece spazio l’estensione fino al 30 giugno del taglio delle accise sulla benzina e interventi mirati per imprese e famiglie. Non quindi una rimodulazione delle aliquote Iva su alcuni prodotti che «porrebbero problemi per la coerenza della struttura del prelievo e andrebbero a vantaggio di tutti i consumatori». In questo quadro il provvedimento da sei miliardi, o i due decreti se si dovesse decidere di spacchettare la parte aiuti da quella energia, destinerà circa un miliardo per compensare il caro materiale e la metà per sostenere i bisogni degli enti locali e l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina. I comuni potrebbero beneficiare anche di un fondo dedicato per potenziare l’energia prodotta dai sistemi di smaltimento dei rifiuti.
Si lavora inoltre per rafforzare il credito d’imposta a favore di società energivore e gasivore, aumentando oltre il 20% l’agevolazione. Le imprese vedranno anche allungati i fondi di garanzia alla liquidità fino al 31 dicembre prossimo. In arrivo anche semplificazioni per l’installazione delle rinnovabili e sostegni a fondo perduto, con la polemica tra Confindustria e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando sulla proposta di ancorare il sostegno alle imprese al rinnovo di contratti o all’adeguamento dei salari.
La coperta è corta. Dai partiti continua quindi il pressing per uno scostamento di bilancio o, in alternativa, per rendere più incisivo il prelievo sugli extra-profitti degli operatori energetici, ora al 10% con un incasso di 4 miliardi. «Il Governo continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione economica e valuterà attentamente la necessità di introdurre ulteriori misure di reperimento delle risorse», ha chiarito Franco. Non una chiusura totale, tanto più che nelle scorse settimane il ministero aveva già parlato di corretti al contributo di solidarietà al vaglio dei tecnici e di riflessioni in corso, benché qualsiasi intervento debba tenere a mente il rischio di bocciatura della misura per incostituzionalità, come avvenuto nel 2015 con la cosiddetta Robin Hood Tax. (riproduzione riservata)
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