Con circa 35 milioni di appassionati, di cui 15,5 milioni di praticanti abituali tra gli italiani maggiorenni, 74.000 società sportive e gestori degli impianti e circa 10.000 imprese produttrici, lo sport è un settore di primaria importanza per l’economia e la società italiana.
È quanto emerge dal primo Osservatorio sullo Sport System italiano realizzato da Banca Ifis, per misurare la dimensione economica di tutte le componenti dello sport e di offrire ai decision maker pubblici e privati dati e informazioni fondamentali per assumere decisioni strategiche.
A partire dal 2006 L’Unione Europea ha riconosciuto il contribuito significativo dello sport all’economia continentale, non solo come motore di crescita e occupazione ma anche per le ricadute positive sulla salute dei cittadini, sullo sviluppo dei territori, sul turismo e sull’integrazione sociale.
L’UE ha invitato l’Italia a seguire l’esempio di altri Paesi virtuosi dotandosi degli strumenti necessari a misurare il valore dello sport a livello nazionale.
Nel 2019 il sistema sportivo italiano ha generato ricavi per 95,9 miliardi, con un’incidenza sul Pil nazionale del 3,6%.
La principale componente del settore è rappresentata dalle associazioni e le società sportive dilettantistiche e professionistiche, gli enti di promozione sportiva, le federazioni e le società di gestione degli impianti.
Si tratta complessivamente di oltre 74 mila realtà che nel 2019 davano lavoro a 228 mila persone generando ricavi per 46,4 miliardi (il 48% di tutto lo sport system, l’1,65% del Pil italiano).
Rilevante anche il contributo degli operatori che si muovono “a valle” della filiera, ovvero le società del settore media per quanto concerne i ricavi generati attraverso i contenuti dedicati allo sport, il settore delle scommesse sportive, i servizi collegati alla fruizione degli eventi sportivi (trasporti, hospitality, ristorazione, shopping).
Nel 2019 il valore di questo comparto è stato di 22,6 miliardi (il 23% dello sport system italiano, lo 0,89% del Pil nazionale). Nella rilevazione figurano anche le aziende che operano “a monte” della filiera. In questo settore rientrano i produttori di abbigliamento, attrezzature e veicoli sportivi. Si tratta di circa 10 mila aziende e 161 mila addetti che nel 2019 hanno generato un fatturato di 17,3 miliardi (il 18% dei ricavi dello Sport System italiano, lo 0,47% del Pil).
Nel 2019 lo sport italiano ha prodotto esternalità positive per quasi 10,1 miliardi. Di questi circa 5,3 miliardi rappresentano il risparmio per il Sistema sanitario nazionale delle spese per la cura di alcune patologie (infarto e disturbi coronarici, cancro al seno, tumore del colon-retto, diabete di tipo 2, ecc). Complessivamente le esternalità rappresentano l’11% del valore generato dello Sport System con un’incidenza sul Pil italiano dello 0,56%.
La crisi della pandemia
Nel 2020 le misure di contenimento della pandemia hanno determinato una flessione dei ricavi e degli occupati. Il comparto più colpito in termini assoluti è stato quello delle associazioni e delle società sportive, che hanno visto il proprio fatturato passare dai 40,2 miliardi del 2019 ai 32,5 miliardi del 2020, con un calo di 7,7 miliardi (-19%). Flessione che ha avuto ripercussioni importanti anche sul numero degli occupati scesi di 30.000 unità (dai 189 mila del 2019 ai 159 mila del 2020). Rilevante la contrazione della spesa legata agli eventi sportivi, sospesi nel mese di marzo 2020 e ripartiti, ma solo a porte chiuse, nel giugno successivo. L’indotto generato dagli eventi sportivi si è attestato a circa 2 miliardi rispetto ai 7,6 miliardi del 2019, bruciando 5,6 miliardi di euro (-74%).
La ripresa nel 2021
Nel 2021, grazie al ritorno del pubblico alle manifestazioni sportive, alla ripresa dell’attività dilettantistica e amatoriale e alla progressiva riapertura di piscine, palestre e centri sportivi, si registra un parziale recupero dei ricavi a 78,8 miliardi (3% del Pil). Ma per tornare ai livelli pre-pandemici e per sostenere lo sviluppo di tutto il comparto saranno fondamentali gli investimenti pubblici e privati. Secondo l’osservatorio, sull’anno medio di riferimento c’è un effetto moltiplicatore: 1 milione di investimenti pubblici attiva quasi 9 milioni di risorse dai privati che generano un fatturato annuo di 20 milioni, 2,3 volte superiore agli investimenti privati. Gli investimenti pubblici hanno una forza propulsiva particolarmente elevata perché lo sport aggiunge a produzione e consumi elementi specifici legati al benessere, all’intrattenimento e alla salute in grado di amplificare il valore economico da esso generato. Non è tuttavia possibile prescindere dalla combinazione della spesa pubblica con le risorse private messe in campo dalle società sportive e di gestione degli impianti sportivi. Infatti, nell’anno medio di riferimento, a fronte di una spesa pubblica di 4,7 miliardi, gli operatori core 3 dello Sport System (associazioni e società sportive, federazioni, enti di promozione sportiva, società di gestione degli impianti) hanno movimentato risorse per 41,8 miliardi tra spese per materie prime, servizi, personale e ammortamenti di beni materiali e immateriali, contribuendo a generare un valore complessivo di 95,9 miliardi.