di Andrea Pira
Entro il 2036 la spesa pensionistica italiana raggiungerà un nuovo picco. In percentuale rispetto al pil si attesterà al 17,4%, oltre il 17% raggiunto nel 2020 e sopra i livelli del 2018. Tra il 2023 e il 2025, si legge nel Documento di economia e finanza messo a punto dal governo e discusso ieri, le previsioni sconteranno gli effetti dell’indicizzazione delle prestazioni, imputabili all’inflazione galoppante. In questo quadro, tra tre anni, la spesa sarà pari al 16,1%. Nei dieci anni successivi né l’innalzamento dei requisiti minimi per lasciare il lavoro né l’effetto di contenimento degli importi dettato dal calcolo contributivo riusciranno a compensare del tutto l’aumento dei pensionati rispetto al numero degli occupati. Questo a causa dell’ingresso in quiescenza dei cosiddetti baby boomer. Perciò il nuovo picco. Soltanto dopo il 2040 è previsto un graduale calo: si arriverà al 13,7% nel 2060 e al 13,3% nel 2070. Quanto alla spesa sanitaria, dal 2025 è data in aumento in rapporto al pil toccando il 7,4% nel 2060 per poi calare al 7,3% alla fine del decennio successivo. (riproduzione riservata)
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