di Elena Dal Maso
La guerra in Ucraina può avere ripercussioni inattese anche sul fronte degli strumenti illiquidi, non quotati. Banca Generali ha investito in quattro veicoli per un totale di 470 milioni assieme a Cfe Advisory. Si tratta di un gruppo, con sede in Lussemburgo, specializzato in trade finance. Nel 2019, uno dei veicoli ha emesso note di credito senior per 60 milioni e junior per 3,158 milioni, che hanno come sottostante investimenti a Cuba e nel Sudan. Le emissioni hanno staccato una cedola annuale del 3,125% ai clienti di fascia alta di Banca Generali. Quest’ultima ha sottoscritto la parte senior, meno rischiosa, Cfe la porzione junior. La scadenza dei titoli è aprile 2022, al momento sono stati rimborsati 10,525 milioni. La guerra in Ucraina ha però cambiato gli assetti geopolitici. Cuba ha deciso di sostenere la Russia, con l’effetto che Cfe ha venduto emissioni del veicolo per un valore nominale di 15,323 milioni al prezzo di 3,205 milioni. La minusvalenza di 12 milioni ha colpito Cfe per la tranche junior (3,158 milioni) e Banca Generali per 9 milioni circa. Tenuto conto che nel frattempo sono stata staccate cedole per 5,5 milioni circa, il risultato negativo è di 3,5 milioni. La guerra in Ucraina ha messo sotto stress il settore alimentare. L’Africa e i paesi più poveri ne hanno risentito molto. Fra questi, il Sudan, che ha chiesto l’allungamento del debito a dicembre 2024. In quest’ottica Cfe ha svalutato, in via prudenziale, 10 milioni di note a 3,3 milioni. I 6,6 milioni di minusvalenze, sommati ai 9 di Cuba, portano a 15 milioni di perdite. Il primo veicolo è scaduto a ottobre 2021 e ha restituito agli investitori 133 milioni di 180,5 milioni collocati, ve ne sono altri due che giungeranno a termine a luglio 2022 e a dicembre 2023. Queste emissioni non vanno in default dopo la data di scadenza, ma in estensione. Banca Generali ha affrontato con Cfe un’altra operazione la scorsa estate, una cartolarizzazione di crediti sanitari relativi a strutture in Sud Italia che è finita con 80 milioni di accantonamenti. La questione, come ha scritto Bloomberg, è finita in tribunale a Londra dopo che il gruppo italiano ha chiesto a Cfe il prezzo dei titoli illiquidi non ottenendo risposta. Dal canto suo Cfe, come ha appurato MF-Milano Finanza sentendo entrambe le società, ritiene che trattandosi di strumenti illiquidi non possano essere soggetti a valutazioni puntali. Il giudice ha rinviato la decisione a fine maggio. (riproduzione riservata)
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