Simona D’Alessio
L’attuazione dell’«equità intergenerazionale» passa per la Cassa geometri (anche) attraverso l’eliminazione della pensione di anzianità e la (contestuale) istituzione dell’anticipo (con «salvaguardie») dell’assegno di vecchiaia, che si ottiene a 67 anni d’età e con almeno 35 anni di contributi (una quota è calcolata col metodo retributivo fino al 2009, un’altra secondo le regole del sistema contributivo dal 2010). E, se nel 2020 la categoria ha subito una contrazione dei guadagni (-3,8% in media), l’anno passato, grazie alla «ripresa del mercato delle costruzioni» dopo la pandemia, dovrebbe attestare la risalita. È il presidente dell’Ente previdenziale Diego Buono a illustrare le novità per la platea dei circa 78.000 associati, a partire, racconta a ItaliaOggi, dall’approvazione, il 14 aprile, da parte dei ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia) della delibera con cui il Comitato dei delegati, il 24 novembre scorso, ha impresso una modifica regolamentare che, «con decorrenza dal 1° gennaio 2022, ha limitato un privilegio». E prestato attenzione al «futuro dei giovani».
I geometri con 60 anni d’età e 40 di versamenti potranno andare in quiescenza incassando il trattamento che avrebbero maturato a 67 «con un abbattimento dell’1% per ogni mese di anticipo», condizione «che impatta solo sulla quota retributiva». E, per evitare pensioni «sotto la soglia della povertà, abbiamo messo due salvaguardie», stabilendo che l’ammontare non possa risultare «inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale dell’Inps», ma neppure più basso di ciò che deriverebbe dall’applicazione del calcolo contributivo, spiega.
Il restyling permetterà «un contenimento delle uscite, rispetto a una pensione troppo generosa: in media restituiva 2,4 volte le somme versate. Analizzando un arco temporale di 10 anni, nel quale ci sarebbero state molte prestazioni di anzianità», anche, racconta Buono, «in considerazione del «boom» di iscrizioni all’Ente negli anni ’80», col nuovo istituto ci sarà un risparmio di un miliardo di euro». Il presidente parla di un «ottimo dialogo con il ministero del Lavoro», e la nota del dicastero evidenzia che «le previsioni, a normativa variata, mostrano che i saldi previdenziale e totale sono positivi durante tutto il periodo considerato (2022- 2070) e, a partire dal 2023, il patrimonio supera la riserva legale, pari a 5 annualità della spesa pensionistica corrente».
Oggi il Comitato dei delegati varerà il Bilancio consuntivo per il 2021: l’avanzo è di 36,6 milioni, il patrimonio è salito a 2,478 miliardi (rispetto ai 2,441 del 2020), al welfare sono andati 34,5 milioni. Buono riferisce della discesa dei redditi, la cui media è di «22.367 euro» (-3,8%) e del volume d’affari (-2,84%, mediamente 33.269 euro), ma i segnali che giungono dall’attività lavorativa della categoria, al 31 dicembre scorso, sono incoraggianti.
Simona D’Alessio
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