DALLE PRIME ELABORAZIONI SULLE ESPRESSIONI DI VOTO, IN TESTA LA PROPOSTA DEL CDA
di Manuel Follis e Anna Messia
Nonostante il probabile appoggio della famiglia Benetton alla lista Caltagirone, le proiezioni in vista dell’assemblea Generali del 29 aprile vedono la lista dell’attuale board in vantaggio. Dallo scorso sabato, quando si è chiusa la finestra per depositare azioni da portare al voto all’assemblea, si sono messi tutti con carta e penna a fare i conti e cercare di prevedere quale sarà l’esito dell’assise. La versione ufficiale, a chiunque la si chieda, è che tutto si deciderà all’ultimo, ma è evidente il tentativo di arrivare preparati anticipando il voto finale. Le proiezioni ovviamente dipendono da chi voterà con chi, ma ci sono alcuni elementi che aiutano a tracciare delle ipotesi. I fondi, a maggior ragione da quando i proxy advisor hanno espresso all’unanimità parere favorevole alla lista del cda, molto probabilmente voteranno per la riconferma di Philippe Donnet in qualità di amministratore delegato. La famiglia Benetton tramite Edizione invece come anticipato ieri da MF-Milano Finanza dovrebbe alla fine dare il suo voto alla lista Caltagirone. Risultato? C’è chi giura che salvo sorprese i candidati proposti dal board uscente dovrebbero prevalere con un vantaggio tra il 4,5% e il 6% privilegiando dunque la continuità della gestione. Certo, se davvero i numeri venissero confermati resterebbe il rischio di una governance molto complessa da gestire. Al netto infatti dell’ormai noto (e contestato) prestito titoli di Mediobanca e della quota della famiglia De Agostini già in via di cessione post assemblea, il gap tra le due liste sarebbe quasi azzerato. Uno scenario che offrirebbe probabilmente il fianco a nuovi ricorsi mentre si attende ancora una pronuncia di Consob dopo che Generali, giovedì 14, ha presentato un esposto urgente alla Commissione facendo riferimento all’articolo 144 del Testo Unico della Finanza in base al quale la sollecitazione di deleghe deve essere ispirata a diligenza, correttezza e trasparenza. Principi, secondo la compagnia, che sarebbero venuti meno con le interviste rilasciate da Caltagirone e dal suo candidato a.d., Luciano Cirinà, che tra le altre cose ha puntato il dito sui proxy advisor che nei giorni scorsi hanno espresso preferenza per la lista del consiglio. Accuse giudicate «scomposte», secondo fonti vicine a Caltagirone, probabilmente conseguenza di una richiesta alla compagnia, non soddisfatta, di rendere pubblica (informando Consob) delle trattative di acquisto di Banca Generali da parte di Mediobanca (mai concluse). In ogni caso, a pochi giorni dall’assemblea appare improbabile che Consob sospenda, o addirittura blocchi, la sollecitazione delle deleghe avviate da Caltagirone. Ma in questa vicenda, come visto, i colpi di scena non sono mancati. Intanto è notizia di queste ore che Generali ha prorogato al 2035 gli accordi bancassicurativi con Cajamar in Spagna. (riproduzione riservata)
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