DOPO LE PROPOSTE DI AGRICOLE E AXA, L’ISTITUTO POTREBBE APRIRE UN PROCESSO COMPETITIVO
di Luca Gualtieri
Banco Bpm potrebbe decidere di mettere all’asta le attività bancassicurative dopo le proposte formalizzate nei giorni scorsi dal Crédit Agricole e da Axa. Sebbene ancora nessuna decisione sia stata presa, è probabile che nelle prossime settimane il vertice di piazza Meda scelga di muoversi in questa direzione, dando così ai pretendenti l’opportunità di farsi avanti formalmente e presentare delle offerte. Occorre ricordare che nel piano industriale varato alla fine dello scorso anno il ceo Giuseppe Castagna aveva annunciato un percorso di internalizzazione delle fabbriche prodotto assicurative sulla falsa riga di quanto fatto da Intesa Sanpaolo. Coerentemente con quegli annunci, la banca ha appena deciso di esercitare l’opzione di acquisto sull’81% di Bipiemme Vita, la joint venture bancassicurativa con Covéa, per un costo stimato di 310 milioni di euro. Se l’analoga alleanza con Cattolica scadrà solo nel 2023, l’interesse manifestato da altri potenziali partner ha fatto drizzare le orecchie al vertice del Banco. «Respingere unilateramente le avance sarebbe una mossa poca accorta in questa fase. Meglio avviare un processo competitivo e dare agli interessati la possibilità di presentare le proprie proposte», spiega una fonte vicina a piazza Meda. Al momento è difficile prevedere quando potrebbe partire la gara e chi potrebbe partecipare. L’unica certezza è che il prossimo 5 maggio il board di piazza Meda approverà i risultati dei primi tre mesi e che in quella sede il ceo potrebbe fornire al mercato qualche indicazione sul percorso che la banca intende seguire.
La partita sui partner commerciali è comunque destinata a intrecciarsi con quella del m&a per piazza Meda. Nelle scorse settimane l’Agricole si è portato al 9,2% del gruppo guidato da Castagna attraverso una serie di acquisti compiuti sul mercato dalla Jp Morgan. Il blitz è stato descritto da Parigi come il primo passo per cementare un’alleanza industriale con il Banco, che ha accolto positivamente la strategia: «La qualità e l’importanza dell’investitore, nonché l’apprezzamento espresso dallo stesso per la nostra banca, rappresentano un chiaro riconoscimento del valore e delle potenzialità di Banco Bpm», aveva spiegato piazza Meda in una nota. Almeno nel breve termine, comunque, Agricole non dovrebbe compiere altri passi nel capitale del Banco e, come comunicato ufficialmente al mercato, la richiesta per superare la partecipazione del 10% non è stata presentata alla Bce. Il mercato comunque continua a vedere nel blitz l’anticamera di un’integrazione, come dimostra il rialzo del 4,46% messo a segno ancora alla chiusura di ieri. Secondo Mediobanca Securities, Banco Bpm potrebbe diventare un obiettivo di acquisizione in futuro anche perché l’attuale valutazione, pari a 0,4 volte il multiplo prezzo/capitale tangibile, «è un punto di ingresso abbastanza convincente». Il target price è a 3,6 euro, «dove attribuiamo l’80% di probabilità di un’acquisizione a 0,55 volte il multiplo p/te e il 20% di probabilità a uno scenario stand alone», ha spiegato la banca d’affari. Nel frattempo i vorticosi passaggi di azioni Banco Bpm delle ultime settimane sono finiti nel radar della Consob. In particolare, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la commissione presieduta da Paolo Savona avrebbe puntato la lente sulle operazioni in derivati strutturate dagli uffici parigini di Jp Morgan per conto dell’Agricole. (riproduzione riservata)
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