LA BORSA TIFA PER LE NOZZE TRA L’AGRICOLE E PIAZZA MEDA, MA GLI OSTACOLI NON MANCANO
di Luca Gualtieri
Il mercato ha già deciso: i recenti rialzi segnati in borsa dal titolo Banco Bpm testimoniano che gli investitori tifano per un’aggregazione tra piazza Meda e il Crédit Agricole. La banca francese però, arrivata sinora al 9,2% del capitale grazie ai buoni servigi di Jp Morgan, non ha fretta di stringere la presa. Nel frattempo la city milanese si interroga sulle opportunità e sugli ostacoli di un deal che è ancora tutto da costruire. A sentire gli analisti finanziari, lo scoglio più ostico sulla strada di un’integrazione sarebbe quello delle alleanze commerciali. Se nel credito al consumo entrambi gli istituti si appoggiano ad Agos Ducato, più complessa è la situazione con Anima sul fronte del risparmio gestito. Il gruppo vede oggi in piazza Meda non solo uno dei principali clienti, ma anche il primo socio con una quota del 19,4%, ben superiore al 10,4% detenuto dalle Poste. I due contratti che legano Banco e Anima coprono un arco temporale quasi ventennale, arrivando a scadenza rispettivamente nel 2037 e nel 2038. Più nel dettaglio, per quanto attiene agli accordi assicurativi, l’esclusiva vale a prescindere dai partner assicurativi della banca, mentre per i fondi non è prevista un vincolo sulla distribuzione (lo vieta la Mifid), ma ci sono comunque quote minime da rispettare sullo stock di gestito rispetto a terzi e numerose clausole cosiddette di «accordo preferenziale». Un’eventuale aggregazione tra il Banco e l’Agricole (che ha Amundi come fabbrica interna) finirebbe insomma per creare una spinosa sovrapposizione di attività. Tutte le soluzioni possibili appaiono impegnative. Parigi potrebbe per esempio mantenere gli accordi con Anima fino a scadenza oppure interromperli unilateralmente aprendo un contenzioso. O, da ultimo, lanciare un’offerta pubblica su Anima che oggi detiene però circa il 5% del debito pubblico italiano ed è dunque un target sensibile per le istituzioni. Complessità non insuperabili, ma comunque oggetto di discussione ai vertici del Banco dove si confrontano punti di vista differenti. Se infatti l’opzione Crédit Agricole trova molti sostenitori in piazza Meda a partire dal ceo Giuseppe Castagna, non mancano posizioni più sfumate. Dal novero delle opzioni di m&a per esempio non sono mai state escluse Unicredit e Mps. Tanto più che le recenti attenzioni di Axa per la bancassurance di Piazza Meda potrebbero rinfocolare l’interesse verso Siena. Non solo perché la dote pubblica potrebbe essere cospicua ma anche perché, con Anima e Axa partner comuni, un’alleanza Banco-Mps risulterebbe meno impervia sul fronte commerciale.
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