LA SALITA DEL CRÉDIT AGRICOLE FINO AL 9,2% AL CENTRO DELLA RIUNIONE DEL CDA DI IERI
di Luca Gualtieri
Il blitz che giovedì 7 ha portato il Crédit Agricole al 9,2% di Banco Bpm è arrivato ieri al vaglio del board di piazza Meda. Nell’ambito di una seduta dai toni che i partecipanti hanno definito «cordiali» il ceo Giuseppe Castagna, il presidente Massimo Tononi e gli amministratori hanno compiuto una prima ricognizione del deal che di fatto ha trasformato una public company in una società ancorata a un gruppo internazionale. Pur rinnovando l’apprezzamento per gli acquisti, un punto su cui Castagna avrebbe insistito è che l’iniziativa non è stata concordata con il vertice del Banco. Per il momento insomma prevale la linea della prudenza, anche se è percepibile una differenza di vedute tra chi, nel medio periodo, vedrebbe con favore un’integrazione con la Banque Verte e chi invece preferirebbe battere strade alternative. Differenze riscontrabili anche tra gli azionisti rilevanti del gruppo dove pure, per il momento, nessuno preferisce uscire allo scoperto con prese di posizione formali. Come riportato ieri da MF-Milano Finanza, la Crt di Torino (1,78%) per esempio, ha preferito per ora non fare commenti sull’iniziativa dell’Agricole. Il silenzio mantenuto dall’ente può essere giustificato da ragioni di convenienza istituzionale, ma qualcuno nella city milanese suggerisce che l’ipotesi di un’integrazione con Parigi lasci perplessi i torinesi. Non tanto perché l’iniziativa finirebbe per diluire le fondazioni quanto perché, da socio storico di Unicredit, Crt potrebbe guardare con maggior favore un matrimonio con piazza Gae Aulenti in cui, non più tardi di nove mesi fa, caldeggiava la nascita di un patto di sindacato. Nell’ambito della giornata di ieri peraltro sono emersi ulteriori elementi sui movimenti dell’ultima settimana. Dalle rilevazioni periodiche della Consob è emerso che dallo scorso 4 aprile Jp Morgan detiene il 6,472% del capitale, quota suddivisa in un 5,266% in mano a Jp Morgan Securities Plc, uno 0,591% di Jp Morgan Securities Llc e uno 0,615% di Jp Morgan Se. Parte delle azioni rilevate dalla banca americana (che ha come senior country advisor in Italia l’ex direttore generale della Bpm Enzo Chiesa) sarebbero poi state trasferite all’Agricole che si è così proiettato al 9,2% di piazza Meda, confermando le indiscrezioni circolate la scorsa settimana.
Sempre ieri intanto il cda di Banco Bpm ha deliberato di esercitare l’opzione call sull’81% del capitale di Bipiemme Vita, la jv bancassicurativa con Covea attiva sulla rete ex Bpm di cui detiene già il restante 19%. Bipiemme Vita a sua volta controlla il 100% di Bipiemme Assicurazioni, che opera nel ramo danni. L’operazione, spiega una nota, «rappresenta un’accelerazione della strategia del piano strategico, che prevedeva l’internalizzazione del business assicurativo entro la fine del 2023». Banco Bpm sarà così in grado di «sviluppare in-house il business assicurativo e tale assetto consentirà anche la scalabilità della piattaforma e, in prospettiva, l’integrazione di Vera Vita e Vera Assicurazioni, partecipate al 35%». (riproduzione riservata)
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