Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Non è un caso se Luigi Berlusconi, il più giovane dei cinque figli del Cavaliere, nella sua attività di venture capital abbia scommesso anche su Scalapay, startup del fintech italiano specializzata nel business emergente negli acquisti online a rate del Pay Now Buy Later, letteralmente compra ora e paga dopo. Sulla società Berlusconi jr ha investito circa 100 mila euro durante il primo lockdown. Anche un’altra grande famiglia italiana, quella degli Agnelli Elkann, punta sul fintech: come ha scritto nei giorni scorsi MF-Milano Finanza, la holding di partecipazioni Exor ha reclutato nel proprio cda Ajay Banga, presidente esecutivo di Mastercard, per apportare la sua esperienza nei pagamenti digitali. Solo due esempi, ma indicativi.
L’industria fintech globale è a un punto di svolta. Ne è convinta Ubs che ha dedicato al tema delle innovazioni tecnologiche nella finanza un’analisi aggiornata per tenere conto dei nuovi sviluppi dopo lo scoppio del Covid. Se i driver guidati da rapida urbanizzazione, forte domanda da parte della generazione dei Millennial e regolamentazione favorevole sono già presenti da tempo nello scenario globale, l’elemento dirompente che ha velocizzato il cambiamento è stata la pandemia.
Una buona governance è un ingrediente essenziale per la crescita di una società. Giovanni Perissinotto è convinto di averla trovata in Banca Finint, l’istituto fondato da Enrico Marchi di cui oggi è vice presidente. Più controverso è il ricordo della governance di Generali, per cui Perissinotto ha lavorato 33 anni fino a diventarne amministratore delegato. Degli anni al timone del Leone oggi il manager rivendica i risultati, dall’affermazione di Banca Generali all’alleanza con il recentemente scomparso Petr Kellner, fino alla costruzione di forti legami con il Nord Est. Il bilancio delle gestioni successive lo lascia ad altri, ma di una cosa è certo: gli azionisti non devono diventare troppo attivi in una società. Un tema che, ieri come oggi, a Trieste è rimasto di attualità.
Dual Plus Reale è un prodotto di investimento assicurativo a premio unico, con prestazioni collegate in parte alla gestione separata Reale Uno e in parte a fondi interni unit linked. Tali linee gestionali sono Reale Linea Obbligazionaria, Reale Linea Controllata, Reale Linea Bilanciata Attiva, Reale Linea Mercato Globale e Reale Impresa Italia. La soluzione qui considerata si basa sul 50% dei premi investiti nella gestione separata e 50% dei premi destinati alla Linea Obbligazionaria, con un profilo di rischio complessivo contenuto. L’importo minimo del premio è di 5 mila euro, massimo 300 mila euro, e sono consentiti versamenti aggiuntivi di almeno 2 mila euro ciascuno.
Mercoledì la Commissione europea ha consegnato una proposta di regolamento sull’Intelligenza Artificiale. L’iniziativa si inserisce in un contesto di grande fermento a livello non soltanto dell’Unione ma anche del Consiglio d’Europa (ove è stato costituito un comitato ad hoc sull’Intelligenza Artificiale, il CAHAI) in cui da tempo la tematica forma oggetto di ampio dibattito tra attori istituzionali e stakeholders. Si tratta di un programma ambizioso, che mira a rendere l’Ue un vero e proprio hub strategico grazie alla combinazione tra il primo atto giuridico diretto a regolare i sistemi di Intelligenza Artificiale (che ambisce a restituire certezza giuridica) e un piano di coordinamento tra i vari Stati membri. Al centro di questo disegno si inserisce l’obiettivo cardine di tracciare un punto di equilibrio tra opposte esigenze: quella di preservare un livello di tutela elevato dei diritti e delle libertà individuali e quella di non scoraggiare e deprimere lo sviluppo e l’evoluzione delle tecnologie emergenti.
- Pensioni, stop a quota 100 dal 2022
Il Consiglio dei ministri esaminerà oggi il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Inizialmente la riunione era prevista per ieri, ma Palazzo Chigi ha deciso il rinvio per sistemare le ultime cose in un testo che supera le 300 pagine. Aggiustamenti al margine, mentre restano da sciogliere i due nodi politici: la proroga del Superbonus del 110% e la composizione della cabina di regia che gestirà i 191,5 miliardi risorse europee destinati fino al 2026 all’Italia, ai quali si aggiungono 30 miliardi di risorse nazionali in deficit previsti dal Fondo complementare. A margine dei tantissimi interventi previsti dal piano lungo 6 direttrici strategiche (digitalizzazione, rivoluzione verde, infrastrutture, istruzione, inclusione, salute) emergono dalla lettura della bozza anche importanti conferme. Sulle pensioni il governo mette nero su bianco che Quota 100, ovvero la possibilità di lasciare il lavoro a 62 anni con 38 di contributi, non verrà prorogata oltre il 31 dicembre di quest’anno «e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti».
- Bankitalia, computer ed e-mail in tilt
I dipendenti della sede centrale della Banca d’Italia a Roma hanno riscontrato problemi con i loro computer, e-mail e programmi bancari interni nel corso della mattinata di ieri, alimentando i timori di un attacco di hacker. Lo riporta l’agenzia Bloomberg, riferendo che il dipartimento IT della banca centrale ha chiesto ai dipendenti di spegnere i computer e attendere ulteriori istruzioni, senza peraltro fornire loro ulteriori dettagli, secondo quanto riferito da alcune fonti riportate dall’agenzia. Una persona ha riferito che i problemi erano probabilmente dovuti a problemi tecnici. Tutte le fonti hanno chiesto l’anonimato per discutere di questioni interne. Una portavoce della Banca d’Italia ha affermato che si sono svolte indagini per valutare l’origine delle disfunzioni.
- Pir. Dalle casse dei gestori dal 2019 usciti 2,2 miliardi
Che ci sia un problema è evidente, come si possa risolvere, un po’ meno. Stiamo parlando dei Pir, i piani individuali di risparmio: si stanno svuotando progressivamente, chi li ha comprati li sta vendendo, chi non li vende non li incrementa e chi vuole investire ex novo non se li compra. Perché? Difficile rispondere. Di certo c’è solo che il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno del riscatto, ma così non è stato e anche nei primi tre mesi del 2021 la tendenza non sembra invertirsi. Gli investitori non ci credono più e poco importa se a differenza degli altri prodotti prevedono un’agevolazione fiscale, consentono di impostare l’investimento in un’ottica di medio/lungo termine e in molti casi offrono anche rendimenti a due cifre, specialmente dal 2019 in avanti.
- Real Asset. Flussi attesi per 2 miliardi entro l’anno sui Pir alternativi
A detta di molti il 2021 sarà l’anno dei Pir alternativi, ovvero i piani di investimento che puntano a far arrivare flussi di capitali alle Pmi italiane non quotate o, se quotate, non presenti negli indici Ftse Mib e Ftse Mid Cap. La Legge di Bilancio 2021, dopo quella istitutiva di maggio che ha esteso a questa categoria gli stessi vantaggi dei Pir di prima generazione (esenzione dalle imposte sulle rendite finanziarie generate e da quelle di successione), ha rafforzato il loro appeal fiscale e migliorato il profilo rischio-rendimento con l’introduzione di un credito d’imposta fino al 20% delle somme investite a copertura delle eventuali perdite e minusvalenze derivanti dai piani costituiti dal 1° gennaio 2021 per gli investimenti effettuati entro dicembre 2021. Sempre a patto che il sottoscrittore detenga il piano per almeno 5 anni. L’interesse per questa tipologia di prodotti è alta: in un contesto di bassi tassi d’interesse si è cercato di democratizzare l’accesso alla clientela retail al mondo degli investimenti alternativi (private equity, venture capitale, private debt) fino a oggi rivolto, promettendo rendimenti più elevati, solo a investitori con ampie disponibilità o istituzionali.
- Opzione “alternativa” non percorribile dai piani delle compagnie Vita
Questa è la fotografia dei Pir assicurativi in Italia a quattro anni della loro introduzione. «Dopo un 2017 che faceva ben sperare, con una raccolta premi che ha raggiunto 1,6 miliardi di euro, (2% dei premi Vita), anche nel 2018 la produzione dei Pir assicurativi ha acquisito ulteriore peso, crescendo del 19% (contro il 3,5% del mercato) – spiega Stefano Frazzoni, partner e head of Insurance wealth e Asset Management area di Prometeia–. Poi le modifiche normative introdotte a fine 2018 hanno totalmente tarpato le ali a questa tipologia di business che, nel 2019, si è quasi azzerata (174 milioni di nuova produzione)». «A fine 2019 – aggiunge Frazzoni –, le novità normative che hanno rimosso tali penalizzazioni hanno consentito anche ai Pir assicurativi di accennare ad una ripresa (nuova produzione, in crescita di quasi il 50% nei primi 2 mesi del 2020)».
- Popolare Bari Il tribunale conferma le decisioni dell’Acf
Il Tribunale di Bari conferma una decisione dell’Acf favorevole al risparmiatore, in una vicenda relativa appunto alla popolare del capoluogo Pugliese. Con la sentenza del 15 aprile 2021 il Tribunale di Bari, giudice Assunta Napoliello, ha accolto la domanda di un’azionista della Banca Popolare di Bari, difesa dagli avvocati Antonio Pinto e Antonio Amendola di Confconsumatori, ed ha condannato la banca alla restituzione integrale delle somme investite nell’acquisto delle azioni, oltre agli interessi ed alle spese legali, detraendo solo i dividendi già incassati dalla cliente. E per qualche verso alla banca barese sarebbe convenuto pure adeguarsi all’arbitro, perché i giudici a volte si spingono più in là dell’Acf.
- Agenti assicurativi Il 27 aprile sarà sciopero contro le norme Ivass
Non accadeva da circa 15 anni che il sindacato degli agenti assicurativi (Sna) scendesse in sciopero. Ma la situazione veramente difficile in cui si trova la categoria richiede provvedimenti estremi, come spiega Claudio Demozzi, presidente dello storico sindacato che nel 2019 ha compiuto cento anni di attività. Così martedì 27 aprile 2021, in concomitanza con l’attesa sentenza del Tar sulla richiesta di proroga dell’entrata in vigore dei regolamenti Ivass, la categoria chiude le proprie agenzie, un gesto che non è stato promosso neppure nei giorni più scuri della pandemia, quando gli intermediari sul territorio sono stati chiamati a restare a disposizione dei propri assicurati lasciando sempre aperti i presidi sul territorio delle compagnie.
- Compagnie. Mandato unico Generali, il 100% aderisce