Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Prende ufficialmente il via il modello agenzia-impresa all’interno di Generali Italia. Nei giorni scorsi l’iniziativa è stata presentata via web alla presenza di 4 mila persone della rete Anagina in un evento a cui ha preso parte l’amministratore delegato di Generali Italia, Marco Sesana, condotto da Davide Nicolao, presidente dell’associazione nazionale agenti imprenditori. In ballo ci sono 4 miliardi di euro premi assicurativi, il 40% della raccolta complessiva di Generali Italia e il 50% della forza commerciale. Sono 350 agenti, per un totale di 245 agenzie, che fanno essenzialmente capo alle strutture ex Ina e che hanno scelto un modello di business ben preciso della loro attività, differente dagli altri agenti di Generali Italia.
Nobis Assicurazioni chiude il 2020 con 238 milioni di premi (+4,1%) e un utile di 13,2 milioni mantenendo fermo l’obiettivo di raggiungere 500 milioni di premi entro il 2023 e guardando a ulteriori operazioni straordinarie. «Vogliamo essere veloci nel soddisfare i nuovi bisogni assicurativi, sfruttando la nostra dimensione che ci consente di essere agili rispetto ai grandi gruppi», dice Alberto Di Tanno, presidente di Nobis Assicurazioni oltre che di Intergea, azienda torinese leader nazionale della distribuzione automotive. L’imprenditore nel 2008 decise di lanciare Nobis assicurazioni, con il supporto di Investimenti Industriali di Andrea Agnelli (che oggi ha poco più del 2%) facendo leva sulle sinergie con il settore automobilistico.
La Commissione europea ha adottato ieri un ambizioso pacchetto completo di misure intese a favorire i flussi di capitale verso attività sostenibili in tutta l’Unione europeache va sotto il nome di «finanza sostenibile» e «tassonomia».
Saranno un elemento cardine del Green Deal, per promuovere gli investimenti «sostenibili» per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, definendo quali attività economiche contribuiscono maggiormente al conseguimento degli obiettivi ambientali dell’Ue
Non solo Intelligenza Artificiale: «L’AI è oggi considerato il trend principale della trasformazione digitale delle imprese ed è giusto che sia così, ma il vero cammino da intraprendere è la democratizzazione delle tecnologie, ossia fornire a manager e imprenditori gli strumenti per gestire facilmente e al meglio le aziende. E l’intelligenza artificiale è un mezzo che sarà a disposizione dei più a partire da domani; oggi invece sono le applicazioni low code che possono subito rendere più snello e competitivo un brand». È questa la visione del futuro del business secondo Alessandro Salibra Bove, partner di Macfin group, società di consulenza specializzata nell’organizzazione aziendale con l’obiettivo di rendere più snelli e integrati i processi interni. Salibra Bove, tra i protagonisti del Milano Marketing Festival 2021, cita i Top 10 Strategic Technology Trends for 2020 di Gartner, gruppo internazionale di consulenza strategica che, non a caso, prevede entro il 2024 che lo sviluppo di applicazioni in modalità low-code riguarderà oltre il 65% delle attività complessive di sviluppo.
A fine 2020 restavano da chiudere ancora oltre 77 mila procedure fallimentari. La quantità di pendenze ha continuato a diminuire (ma con fatica) anche nel 2020, seppur la chiusura dei tribunali causata dal Covid-19 abbia paralizzato l’arrivo di nuove procedure. Nonostante un minore afflusso di nuovo lavoro, lo stock di pratiche, che al 31 dicembre 2019 erano 83 mila, è infatti diminuito solo del 7% in un anno, per un totale, appunto, di 77 mila pratiche ancora negli scaffali dei tribunali italiani. È emerso ieri da un’analisi delle performance e dei tempi dei tribunali italiani, realizzata da Cherry Sea, l’osservatorio di Cherry srl, presentata da Giovanni Bossi, founder di Cherry srl e Giacomo Fava, Lead artificial intelligence engineer di Cherry Bit.
Proroga del Superbonus fino al 2023 con un ampliamento della misura. È questo in estrema sintesi l’impegno che le forze di maggioranza della camera dei deputati chiedono al governo nella risoluzione votata ieri sul documento di economia e finanza (Def). Una blindatura della misura da parte del parlamento sui timori di un intervento di riduzione delle risorse per la misura nel Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) che sarà esaminato oggi dal consiglio dei ministri. Guardando agli interventi complessivi indicati nelle schede del Pnrr si evidenzia che al finanziamento dell’ecobonus e del sismabonus al 110% il governo destinerà una cifra complessiva, tra Recovery plan e Fondo nazionale complementare, pari a 18,51 miliardi di euro. Nello specifico (si veda altro servizio a pag. 30), le risorse del Fondo nazionale complementare al Pnrr, pari a 30,04 miliardi di euro, sono suddivise in 29 proposte di investimenti. Tra queste, 8,25 miliardi vanno a ecobonus e sismabonus al 110% per l’efficienza energetica e la sicurezza degli edifici. Il Recovery plan prevede 10,3 miliardi già in essere per queste due misure
- Dal calo delle moratorie segnali di ripresa da imprese e famiglie
Il contatore delle moratorie continua a segnalare che sempre più imprese cominciano a ripagare le rate. Il dato impressionante, anche se coerente con i segnali di ripresa delle attività produttive delle ultime settimane, è relativo alla velocità e alle dimensioni con le quali il fenomeno si sta manifestando. L’aggiornamento sull’andamento delle misure a supporto delle imprese fornito mercoledì dalla Task Force sulla liquidità rivela che nell’arco di due sole settimane sono stati ripresi i pagamenti su 15 miliardi di moratorie. La consistenza dei mutui oggetto di sospensione è passata da 280 miliardi del marzo 2020 a 173 miliardi del 26 marzo scorso ed è scesa a 158 miliardi nella rilevazione del 9 aprile. Di queste, le moratorie verso le imprese nello stesso periodo è pari a 123 miliardi.
- Ricambio generazionale, consulenti finanziari in cerca di nuove leve
Il ricambio generazionale sta mettendo alla prova la consulenza finanziaria. Secondo i dati di Assoreti (l’associazione delle Sim di collocamento di strumenti finanziari) dall’esame per avere il patentino, all’ingresso nel mercato del lavoro, solo 368 giovani su 600 si iscrivono effettivamente all’albo. Ma sono solo poco più di 100 coloro che entrano a fare parte delle reti finanziarie. Il ricambio generazionale rimane così bloccato, in una fase in cui per la professione potrebbero aprirsi canali interessanti anche tra i più giovani. I motivi di questa “dispersione” (su cui si veda l’inchiesta di Plus24 di domani) sono molteplici.
- I Pir non ripartono Le ricette dei gestori
Dopo una partenza a razzo nel 2017 i Piani individuali di risparmio (Pir) hanno vissuto una stagione felice durata un paio di anni e interrotta bruscamente da interventi normativi che nel 2019 di fatto li hanno ingessati. Dal quel momento in poi quella dei Piani individuali di risparmio è stata una parabola discendente, costante e progressiva, che nel biennio 2019-2020 ha fatto uscire dalle casse dei gestori ben 2,2 miliardi, mentre nei primi due anni di vita (2017 e 2018)i gestori di Pir di miliardi ne avevano incassati quasi 15.
- Cattolica, altre due liste per la nomina del board
Oltre alla lista messa a punto dal cda, sono state depositate altre due liste per il nuovo board di Cattolica che verrà nominato dall’assemblea di metà maggio. Una è quella di Assogestioni (a cui fa capo l’1,67% del capitale sociale della compagnia veronese), che vede come candidati Paolo Andrea Rossi e Laura Ciambellotti. L’altra lista, denominata “Lista dei Territori”, propone tre candidati: Ilaria Vescovi, Enrico Racasi e Bartolomeo Rampinelli Rota. Essa è forte dell’1,47% del capitale, tra cui quote detenute dall’Istituto Atesino di Sviluppo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.
- Rca, non risarciti i nipoti esclusi dal testamento