di Sergio Governale
Riformare il settore dell’Rc Auto, partendo dal riequilibrio del rapporto tra compagnie di assicurazioni e clienti, ancora troppo sbilanciato a favore delle prime. È l’obiettivo della proposta di legge 2104 Alemanno, attualmente all’esame della Commissione Finanze della Camera, dove nei giorni scorsi sono state ascoltate sette associazioni dei consumatori: Assoutenti, Movimento Consumatori, Adusbef, Assoconsum, Casa Consumatori, Codici e Confconsumatori.
La proposta istituisce una sorta di pagella delle compagnie in termini di soddisfazione dei clienti. L’assicurato, con cadenza annuale e in concomitanza con il rinnovo della polizza, esprime il proprio giudizio tramite un questionario sulla consulenza e sull’assistenza ricevute dalla compagnia sia in sede di stipula del contratto sia di liquidazione dell’eventuale danno subìto. Da tale innovazione dovrebbero derivare l’ottimizzazione della rete di agenzie sul territorio, una maggiore celerità nella gestione delle pratiche risarcitorie e un miglior trattamento dei consumatori. Si propone, inoltre, la creazione di un’apposita struttura amministrativa con il compito di effettuare il controllo dei dati provenienti dall’Ania e di quelli presenti nel Pubblico registro automobilistico per la segnalazione dei veicoli sprovvisti dell’assicurazione obbligatoria, in modo da poter recuperare una parte di raccolta premi corrispondente alla differenza tra veicoli immatricolati, circa 41 milioni, e veicoli assicurati, circa 38 milioni.
Il comparto dell’Rc Auto è ancora caratterizzato da gravi criticità che da un lato impediscono una sensibile riduzione dei costi delle polizze e, dall’altro, pongono le compagnie in condizione di superiorità rispetto agli utenti. Ne è un esempio quanto avvenuto nel 2020 quando, a fronte dell’impossibilità di utilizzare le autovetture a causa del lockdown, l’incidentalità è crollata del 35% tra marzo e novembre e del 40% nel periodo gennaio-giugno, ma le tariffe Rc Auto hanno registrato una contrazione solo del 5%. Senza contare che gli assicurati hanno continuato a pagare le polizze anche se le auto sono rimaste ferme, con un evidente arricchimento delle compagnie. Infatti, secondo i dati dell’Ania, su una raccolta premi di 116.524 milioni di euro dal 2012 al 2019, il loro utile è stato di 10,43 miliardi, pari a una redditività di quasi il 9%.
Assoutenti, associazione presieduta da Furio Truzzi, ha presentato alla Camera uno specifico pacchetto composto da undici misure teso a disboscare il mercato da clausole vessatorie, come quelle limitative del risarcimento integrale, superare il fallimentare indennizzo diretto, con il ritorno a un sistema di responsabilità civile pura, dove «chi rompe paga» e chi paga possa accertare con scrupolo il danno, introdurre la portabilità del certificato assicurativo e incrementare la concorrenza tra imprese, in modo da portare a una strutturale riduzione dei costi delle polizze, che oggi scendono meno di quanto dovrebbero e continuano a essere caratterizzate da andamenti anomali a livello territoriale. L’associazione chiede tra l’altro l’attribuzione di un rating alle compagnie, per poter valutare la loro correttezza, le condizioni di vendita delle polizze e i tempi di liquidazione dei risarcimenti, il controllo sugli atti dell’Ivass, eliminando un «segreto istruttorio assoluto quanto ingiustificato» e, infine, la riforma dell’Autorità di Vigilanza, perché è anomalo aver passato le competenze in materia di assicurazioni alla Banca d’Italia. (riproduzione riservata)
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