di Teresa Campo
Ritorno sui livelli pre-Covid per mutui e surroghe, a conferma della crescente voglia di comprare casa degli italiani nonostante contagi non ancora sotto controllo e lockdown in varie tonalità di rosso. L’ultimo Barometro Crif parla infatti di richieste record a marzo (+55,8% rispetto a un anno prima), sufficienti a far decollare il risultato dell’intero trimestre e riportarlo appunto a livelli pre crisi. Non solo: cresce anche l’importo medio del finanziamento richiesto, il che vuol dire che al balzo in avanti hanno certo contribuito le surroghe (di solito di importo minore perché decurtate delle rate già pagate), ma che anche gli acquisti ex novo hanno fatto la loro parte. In cifre, il primo trimestre 2021 segna un’inversione di tendenza nelle richieste di mutui e surroghe, cresciute del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Importante come premesso il balzo di oltre il 50% registrato a marzo, anche se motivato dal confronto con un marzo 2020, il primo del durissimo lockdown varato per l’esplosione dei contagi, contraddistinto da una vera paralisi dell’operatività. E non basta: in termini assoluti si tratta del miglior primo trimestre degli ultimi nove anni per richieste rilevate, e che registra anche un altro segnale incoraggiante, e cioè il +2,6% registrato dell’importo medio richiesto, salito a 136.656 euro, il massimo dal 2013 ad oggi. Si tratta di dati importanti perché le richieste di mutui e surroghe registrate sul Sistema di informazioni creditizie di Crif corrispondono a istruttorie già concretamente avviate che quindi si approssimano all’erogato effettivo. Entrando nel dettaglio dei finanziamenti, la fascia di importo più gettonata va da 100 mila a 150 mila euro, mentre la durata preferita spazia tra 26 e 30 anni, con il 26,4% del totale (+3,9%), mentre arretra leggermente (-2,8%) la fascia 16-20 anni (24,2%). L’incremento di richieste riguarda quasi tutte le regioni italiane, in testa Molise (+17,1%) e Lombardia (+16,7%). In rosso Basilicata e Umbria.
Sempre a proposito di mutui, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha accettato gli impegni proposti da Banca Sella, Intesa Sanpaolo e Unicredit, chiudendo tre procedimenti per presunte pratiche commerciali scorrette «in relazione all’attuazione di alcune misure governative previste dai decreti Cura Italia e Liquidità della primavera 2020 a sostegno di consumatori e pmi».
Focus dell’istruttoria erano del genere assenza di indicazioni su tempi di risposta, rigetto della domanda o richiesta di interessi aggiuntivi in caso di sospensione delle rate o di finanziamenti garantiti dallo Stato. Le tre banche si sono impegnate a pubblicare sul sito le informazioni necessarie e a rivedere le pratiche. A febbraio 2021 erano 1,3 milioni le richieste di sospensione delle rate da parte di pmi (153 mld) e oltre 200 mila quelle dei mutui prima casa (importo medio di 94 mila euro). Oltre in milione le richieste di finanziamenti garantiti (21,5 mld). (riproduzione riservata)
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