Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Il governo si arma per difendere le aziende del Paese da possibili attacchi indesiderati. Ieri è stato approvato dal Consiglio dei ministri il provvedimento per ampliare i poteri speciali contro l’acquisto di asset strategici da parte di player stranieri e, come anticipato da MF-Milano Finanza nelle scorse settimane, la prima novità è che questi saranno estesi ben oltre il perimetro attuale, che essenzialmente copre il settore della difesa, quello delle tlc e dei trasporti. Sotto l’ombrello del golden power finiranno banche e assicurazioni, nel mirino di fondi esteri dopo i crolli di borsa delle ultime settimane; ma anche il comparto biomedicale e l’agroalimentare, la cybersecurity, la robotica e le infrastrutture critiche fisiche e virtuali.
Magari è un po’ presto per parlare di «luce in fondo al tunnel» per quanto riguarda l’andamento della pandemia da coronavirus. In ogni caso ieri i mercati si sono mossi come se il peggio fosse ormai alle spalle, festeggiando dunque con un recupero generalizzato. Partito dalle piazze asiatiche, il trend si è poi rafforzato il Europa, per confermarsi infine a Wall Street. Senza incertezze in corso d’opera, ovvero tutti partiti col botto, e senza significativi cedimenti durante la giornata. In cifre: a Francoforte balzo del 5,77% per il Dax, seguita da Parigi con il Cac 40 in progresso del 4,61%. Londra invece si è fermata a +3,08%, con il mercato preoccupato per le condizioni di salute del premier Boris Johnson, ricoverato in ospedale per coronavirus. A Milano il Ftse Mib è salito del 4%. In calo verso 190 punti lo spread Btp-Bund. A Wall Street il Dow Jones ha terminato la seduta in rialzo del 7,7% e il Nasdaq del 7,3%, mentre l’indice di volatilità è calato ai minimi di due settimane.
Duecento miliardi di euro per garantire liquidità alle imprese, ai professionisti e alle partite Iva. Scende in campo lo stato con una garanzia fino al 90% dei prestiti che le banche concederanno. L’ombrello sarà aperto da Sace spa, posseduta da Cassa depositi e prestiti al 100%, a sua volta controllata dal ministero dell’economia e delle finanze (87,77%) e partecipata da fondazioni bancarie.
Sace sarà autorizzata a concedere, fino al 31 dicembre 2020, garanzie per il rilascio di finanziamenti sotto qualsiasi forma alle imprese con sede in Italia, colpite dall’epidemia Covid-19. Di questi 200 miliardi di euro, almeno 30 miliardi saranno destinati a supporto di piccole e medie imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti titolari di partita Iva. È quanto prevede il decreto legge sulla liquidità d’impresa, varato ieri, in serata, dal Consiglio dei ministri. Attenzione, però: le imprese che utilizzeranno questo strumento non potranno distribuire utili nei dodici mesi successivi all’erogazione del credito e dovranno assumere l’impegno a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali.
I versamenti scaduti il 20 marzo scorso ma non eseguiti sono da ritenere tempestivi se eseguiti entro il prossimo 16 aprile. Rinvio ulteriore, ma modulato, dei versamenti di ritenute, dell’Iva e dei contributi previdenziali e assistenziali, nonché dei premi assicurativi obbligatori relativi ai mesi di aprile e maggio 2020. Lo spartiacque, però, è il limite di 50 milioni di euro di ricavi e compensi, al di sotto o al di sopra del quale il contribuente deve poter dimostrare di aver avuto una contrazione, rispettivamente del 33% o del 50%, dei ricavi e compensi dei mesi di marzo e aprile 2020 rispetto agli stessi mesi del 2019. Così la sospensione dei versamenti in autoliquidazione previsti dalle bozze del decreto legge sulla liquidità delle imprese contenente le misure urgenti per l’accesso al credito e il rinvio degli adempimenti da parte di imprese e di esercenti arti e professioni. Per questi soggetti il provvedimento richiamato dispone la possibilità di sospendere i termini per i versamenti in autoliquidazione, per i mesi di aprile e maggio 2020, riferibili alle ritenute alla fonte e alle addizionali (regionali e comunali), all’imposta sul valore aggiunto (Iva), nonché ai versamenti che cadono nel medesimo periodo (aprile e maggio 2020) riferiti ai contributi previdenziali e assistenziali, nonché ai premi per l’assicurazione obbligatoria
Stop alle cause per i medici e gli operatori sanitari impegnati a fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Il governo ha presentato un emendamento al decreto «Cura Italia», primo firmatario Andrea Marcucci, capogruppo del Pd al Senato, che garantirà una sorta di scudo ai professionisti sanitari, per evitare l’incorrere di cause presentate dai parenti delle vittime (l’emendamento ha avuto anche il parere favorevole del ministro della giustizia Alfonso Bonafede). La modifica presentata da Marcucci, è stata al centro di una polemica nel weekend visto che un subemendamento (ora ritirato) prevedeva l’estensione della tutela a chiunque avesse avuto a che fare con l’emergenza (quindi anche dirigenti e politici).
D’altra parte, agiscono anche gli avvocati: Il Consiglio nazionale forense ha, infatti, diramato una nota con la quale avverte che monitorerà la situazione su quei «pochi avvocati che intendono speculare sul dolore e le difficoltà altrui».
Chi intenda pre-pensionarsi quest’anno in qualità di «precoce» avrà tempo di pensarci fino al 1° giugno. Idem per accedere all’Ape sociale. I termini per fare richiesta di riconoscimento del diritto alle due prestazioni, rispettivamente fissati al 1° e al 31 marzo, infatti, sono sospesi fino al 1° giugno. A spiegarlo, tra l’altro, è l’Inps nella circolare n. 50/2020, con il placet del ministero del lavoro, illustrando l’art. 34 del dl n. 18/2020 con le misure per l’emergenza da Covid-19.
Stop fino al 1° giugno. La norma stabilisce che, in considerazione dell’emergenza epidemiologica, dal 23 febbraio fino al 1° giugno, è sospeso di diritto il decorso dei termini di decadenza relativi alle prestazioni erogate da Inps e Inail, nonché quelli di prescrizione. Relativamente al primo aspetto (sul secondo si fa rinvia a futura circolare), l’Inps chiarisce che lo stop s’intende riferito ai termini non solo per eventuali azioni giudiziarie, ma anche per la presentazione delle domande di riconoscimento dei requisiti e delle condizioni poste a base del diritto delle prestazioni. In via esemplificativa e non esaustiva l’Inps indica alcune ipotesi
L’Indennità «una tantum» per gravi infortuni sul lavoro (importo variabile da 13 a 3 mila, per il 2018) spetta anche ai familiari di vittime del coronavirus. Lo precisa l’Inail nella circolare n. 13/2020 ricordando, peraltro, che la prestazione spetta sia agli assicurati sia ai non assicurati. L’Inail precisa, inoltre, che la tutela assicurativa (per cui è infortunio sul lavoro il contagio che sia avvenuto in occasione di lavoro) si applica, oltre ai dipendenti, a «tutti» gli assicurati Inail, quindi anche a parasubordinati, sportivi professionisti dipendenti e dirigenti). Per infermieri, medici, cassieri e venditori da banco vale la «presunzione» semplice dell’origine professionale del contagio.
- Rafforzato il golden power contro le scalate ostili dall’estero
Il governo blinda il controllo delle imprese strategiche e rafforza il cosiddetto golden power per impedire scalate ostili alle aziende italiane da parte di capitali stranieri ora che i prezzi di Borsa sono assai bassi. «Abbiamo potenziato lo strumento della golden power – ha detto il premier Conte ieri durante la conferenza stampa che ha seguito il Consiglio dei ministri – , potremo controllare operazioni societarie e le scalate ostili non solo nei settori tradizionali, ma in quelli assicurativi, creditizi, finanziari, acqua, salute, sicurezza, informatica e alimentare». Il dossier “golden power”, ossia il potere dell’esecutivo di bloccare operazioni o passaggi di proprietà e controllo relative a società considerate strategiche era in maturazione da giorni, da quando il calo dei listini di Borsa ha resto acquisibili con pochi denari imprese molto importanti. Quando l’interesse nazionale prevale, il governo può, ad esempio, stoppare offerte pubbliche di acquisto o di vendita considerate ostili. Lo può fare per le aziende considerate appunto “strategiche”: quelle che gestiscono fondamentali reti infrastrutturali come le telecomunicazioni, come quelle impegnate nel settore della Difesa o come quelle attive nell’energia. Facendo una rapida ricognizione sul listino si può ipotizzare che praticamente tutte le banche italiane (ad eccezione di un numero limitatissimo di banche cooperative) e la maggior parte della grandi assicurazioni sarebbero nel mirino. Possibile obiettivo anche le Generali, il cui azionariato è particolarmente frammentato (il socio principale, Mediobanca, detiene il 13%).
- Prestiti alle piccole aziende, lo Stato garantisce il 100%
La garanzia pubblica, cioè la copertura da parte dello Stato in caso di mancato rimborso del prestito, può arrivare al 100% per le imprese più piccole mentre per quelle più grandi scende fino al 70%. Per rimborsare il credito, a un tasso molto vicino allo zero, ci sono sei anni di tempo. La somma può arrivare al massimo fino al 25% del fatturato dell’anno scorso. È stato rivisto fino all’ultimo secondo il decreto legge che il Consiglio dei ministri ha approvato ieri per dare liquidità alle imprese, cioè per mettere in piedi un sistema di credito a costo quasi zero e burocrazia semplificata. Nell’impianto del testo c’è un doppio binario che riflette il braccio di ferro tra il Pd e i 5 Stelle sul controllo di Sace, la società che materialmente emetterà le garanzie pubbliche per le aziende più grandi, mentre per quelle piccole il braccio operativo sarà il fondo di garanzia per le pmi. I tempi saranno brevi ma non brevissimi. E questo perché serve comunque il via libera della Commissione europea.
- Scudo antiscalate esteso a banche, alimentare e sanità
Il governo rafforza i «poteri speciali» per fronteggiare operazioni di acquisto che trasferiscano all’estero il controllo di imprese italiane, attive nei settori strategici. Si tratta del cosiddetto golden power, uno strumento già esistente, che adesso vede potenziata la capacità dell’esecutivo di bloccare operazioni o scalate ostili su aziende italiane per mano straniera, anche in caso di acquisizioni di partecipazioni appena superiori al 10%. La misura punta a tutelare gli interessi strategici del Paese, in un contesto di forti ribassi dei corsi azionari, che rende più esposte le aziende. Rispetto al golden power introdotto nel 2012 l’esecutivo ha facoltà di intervenire anche nei settori alimentare, sanità, banche, assicurazioni e acqua. Comparti che si aggiungono a settori già «protetti» come difesa, energia e tlc. In dettaglio, i poteri si traducono in un pacchetto di misure che consentono al governo di stabilire specifiche condizioni a chi intende acquisire una partecipazione, così come di porre dei veti o di esigere determinate delibere societarie. L’ampliamento e la semplificazione delle procedure attraverso le quali l’esecutivo presidierà sulle aziende strategiche avranno per ora durata di un anno.
- Sospese tasse e contributi se è sceso il fatturato
Niente versamenti dell’Iva, delle ritenute fiscali e contributive sui lavoratori dipendenti per aprile e maggio 2020. Secondo la bozza del decreto legge, la nuova sospensione dei pagamenti non riguarda solo le filiere più colpite e i contribuenti fino a 2 milioni di fatturato, come previsto nel decreto Cura Italia, ma tutti i soggetti con ricavi o compensi fino a 50 milioni nel 2019 e che abbiano avuto un calo del fatturato di almeno il 33% a marzo e aprile rispetto agli stessi mesi del 2019. Per i contribuenti con ricavi o compensi oltre 50 milioni serve invece un calo del 50%. La sospensione vale circa 10 miliardi, ma non serve una copertura perché la somma sarà recuperata in corso d’anno: i versamenti andranno fatti entro il 30 giugno in un’unica rata o in 5 mensili. Sono inoltre sospesi dal 23 febbraio fino al 31 dicembre 2020 i termini per le agevolazioni fiscali sulla prima casa. Per esempio: i 18 mesi dall’acquisto della prima casa entro i quali il contribuente deve trasferire la residenza. Il decreto dispone inoltre lo spostamento al 30 aprile per l’invio del Cud; la proroga al 30 giugno dei Durc e prevede la possibilità della delega online a Caf e professionisti per la dichiarazione dei redditi che avverrà «a distanza».
- Fineco, 1 miliardo di raccolta
A marzo raccolta netta in crescita per Fineco, la banca diretta multicanale guidata da Alessandro Foti. I flussi sono stati pari a 1,02 miliardi: miglior risultato da dicembre 2015. Nel primo trimestre la raccolta e’ stata di 2,115 miliardi di euro, contro i 1,711 miliardi dello stesso trimestre dell’anno scorso. FinecoBank sospenderà la distribuzione della cedola in modo da seguire le indicazioni della Bce e della Banca d’Italia, ma rimanda all’assemblea d’autunno la decisione finale.
- Credito, garanzie dal 70 al 100% Obiettivo 400 miliardi di leva
Arriva dopo un consiglio dei ministri che tra sospensioni e riprese è durato l’intera giornata il via libera al nuovo omnibus anticrisi che fa partire il meccanismo delle garanzie per la liquidità delle imprese. A complicare anche l’ultimo giorno di gestazione sono state le discussioni nella maggioranza sul livello delle coperture statali ai prestiti e sulla collocazione tra Mef e Cassa depositi di Sace, la società che dovrà gestire materialmente le garanzie. Alla fine, Sace resta in Cdp dove già si trova, ma con un ruolo di direzione e coordinamento affidato di fatto a Via XX Settembre su quello che con la crisi promette di rappresentare il principale strumento di politica economica dei prossimi mesi.
- Golden power, nuovo scudo fino al 2021
Il governo vara il super golden power. Uno scudo molto più ampio di quello attuale ma con una durata a tempo fino alla fine del 2021. Nel testo in entrata presentato al Consiglio dei ministri di ieri, presieduto da Giuseppe Conte, il capo III del decreto legge sulla liquidità, dall’articolo 15 al 17, si intitola «Disposizioni urgenti in materia di esercitazioni di poteri speciali nei settori di rilevanza strategica». «Abbiamo adottato uno strumento molto efficace per tutelare tutte le imprese che svolgono una qualche attività di rilievo strategico» ha detto Conte al termine del Consiglio. E spiega: «Attraverso il potenziamento del golden power potremo controllare operazioni societarie e scalate ostili non solo nei settori tradizionali, ma in quelli assicurativo, creditizio, finanziario, acqua, salute, sicurezza». Aggiunge il premier: «Uno strumento che ci consentirà di intervenire nel caso di acquisizioni di partecipazioni appena superiori al 10% all’interno dell’Ue»: una situazione finora non contemplata, giustificata dall’emergenza COVID-19 e, proprio perchè straordinaria, limitata nel tempo.
- Sace, braccio armato del Mef per sostenere le imprese
Sace diventa il “braccio armato” del governo per ampliare la garanzia pubblica a sostegno del tessuto economico colpito dall’emergenza coronavirus. Formalmente la società, la cui guida è affidata, da dicembre scorso, al tandem rappresentato da Rodolfo Errore (presidente) e Pierfrancesco Latini (ad), resta infatti nel perimetro di Cassa depositi e prestiti, ma il potere di indirizzo in questa fase viene trasferito sotto le insegne del ministero dell’Economia. Un passaggio considerato necessario a Via XX Settembre per trasformare la società, specializzata nel settore assicurativo-finanziario, nel principale pivot della risposta dell’esecutivo alla crisi provocata dalla pandemia che dovrebbe portare a mobilitare fino a 200 miliardi di garanzie targate Sace, di cui 30 miliardi destinati alle Pmi che abbiano già esaurito la loro capacità di accesso al Fondo di garanzia gestito dal Mediocredito Centrale.
- Nella manifattura la voragine dei ricavi vale 159 miliardi
Una botta da 159 miliardi. Come se d’improvviso, in un solo anno, sparissero dai radar dell’industria italiana una sessantina di gruppi come Brembo. Oppure, guardando a quanto vendiamo all’estero, come se d’improvviso si cancellasse un terzo del nostro export di 12 mesi: perdendo per strada ad esempio Germania, Francia, Stati Uniti e Cina. Con il passare delle settimane, il prolungamento del lockdown, la diffusione globale della pandemia, iniziano a diventare sempre più cupe le ombre che gravano sul futuro della manifattura italiana.Che nelle stime della società di consulenza Prometeia perderà nel 2020 quasi il 14% dei ricavi, un conto che lievita a 159 miliardi di euro in valori correnti.
- Il turismo conta perdite per 120 miliardi nel 2020
Il 2020 sarà l’anno più cupo per l’industria turistica italiana che nei prossimi mesi perderà 120 miliardi di ricavi sui quasi 200 miliardi che in totale il settore genera direttamente oltre a trainare altri comparti. «Abbiamo ipotizzato una flessione del fatturato del 70% che nello scenario peggiore può arrivare all’80% e in questi calcoli non abbiamo considerato l’indotto – spiega Luca Patanè, presidente di Confturismo-Confcommercio -. Sarebbe un imperdonabile errore se il Governo non tenesse il turismo al centro delle strategie per il rilancio dell’economia italiana al termine della pandemia». Da non dimenticare che il comparto conta quasi un milione di posti di lavoro a rischio (si veda il Sole 24 Ore del 29 marzo 2020).
- Nel settore eventi danni previsti per 26 miliardi
«La perdita stimata per il business degli eventi, essendo annullati in anticipo quasi tutti gli appuntamenti del 2020, è di circa 26 miliardi di euro, di cui il settore del wedding (l’organizzazione dei matrimoni, ndr) subisce un calo secco dei ricavi del 100 per cento». Delle 43mila aziende del comparto (che danno lavoro a 900mila addetti, esclusi quelli assunti nei momenti di punta) circa la metà potrebbe essere «totalmente eliminata» tra 3-5 mesi se il governo non interviene. A delineare lo scenario da crisi del Covid-19 per il business degli eventi (dai matrimoni nazionali e internazionali, alla moda, passando per i meeting aziendali pubblici e privati, gli eventi formativi, sportivi e musicali) è Michele Boccardi, presidente di Assoeventi, l’associazione di Confindustria del settore. Il calo dei ricavi potrebbe assestarsi attorno all’80%, se è vero che il settore è arrivato a fatturare 33 miliardi l’anno, di cui 10 solo nel comparto wedding.
- Finecobank. Raccolta netta marzo a oltre 1 miliardo
A marzo la raccolta netta di FinecoBank si è attestata a 1,021 miliardi di euro, segnando il miglior risultato da dicembre 2015. I deflussi nella componente gestita (-791 milioni) provocati dall’elevata volatilità di mercato sono stati più che compensati dai dati positivi della componente amministrata (829 milioni) e di quella diretta (983 milioni) proveniente da clienti nuovi e già esistenti. Nel trimestre Fineco ha più che raddoppiato a 64 milioni i ricavi dell’attività di brokerage (30 milioni solo a marzo). Il Cda ha anche deciso di sospendere la distribuzione di un dividendo di 0,32 euro per azione.
- L’uso della telematica per prevenire i rischi
In un momento difficile per il settore delle flotte c’è una fetta consistente di trasporti che non può e non deve fermarsi, per assicurare la continuità per diversi settori strategici e per i clienti finali. Molti veicoli commerciali continuano a circolare per il trasporto di merci e oggi più che mai la sicurezza per mezzi e guidatori è fondamentale. Connettività a bordo, telematica satellitare, Gps e geo-localizzazione e analisi dei dati in tempo reale permettono ai mezzi pesanti e ai gestori di flotte di migliorare la manutenzione preventiva, prevenire situazioni di rischio, migliorare sicurezza di guida e risparmio energetico e ridurre le emissioni inquinanti per l’ambiente. Oggi i sistemi di tracciamento Gps, per esempio, vanno oltre la semplice geo-localizzazione dei mezzi su una mappa, ma permettono anche di raggiungere la piena conoscenza di come funziona il processo di consumo di carburante a seconda del singolo mezzo ed autista che lo guida, spiega Visirun, società parte di Verizon Connect, che offre soluzioni telematiche per la gestione delle flotte aziendali.
- Due assicuratori auto statunitensi restituiscono il denaro ai loro clienti
Gli assicuratori auto statunitensi Allstate e American Family Insurance rimborseranno i premi ai loro clienti agli americani che non hanno circolato durante la quarantena. Secondo un comunicato stampa, Allstate dovrebbe restituire più di 600 milioni di dollari, e i singoli clienti riceveranno il 15% dei loro premi mensili in aprile e maggio. American Family Insurance vuole restituire circa 200 milioni di dollari ai suoi assicurati attraverso un pagamento di 50 dollari per veicolo. In Francia, Maif ha annunciato che restituirà a circa 2,8 milioni di soci l’equivalente dei risparmi previsti dal calo dei sinistri automobilistici, pari a circa 100 milioni di euro.
- Allianz mantiene il dividendo pianificato nonostante il Coronavirus