di Daniele Cirioli
Chi intenda pre-pensionarsi quest’anno in qualità di «precoce» avrà tempo di pensarci fino al 1° giugno. Idem per accedere all’Ape sociale. I termini per fare richiesta di riconoscimento del diritto alle due prestazioni, rispettivamente fissati al 1° e al 31 marzo, infatti, sono sospesi fino al 1° giugno. A spiegarlo, tra l’altro, è l’Inps nella circolare n. 50/2020, con il placet del ministero del lavoro, illustrando l’art. 34 del dl n. 18/2020 con le misure per l’emergenza da Covid-19.
Stop fino al 1° giugno. La norma stabilisce che, in considerazione dell’emergenza epidemiologica, dal 23 febbraio fino al 1° giugno, è sospeso di diritto il decorso dei termini di decadenza relativi alle prestazioni erogate da Inps e Inail, nonché quelli di prescrizione. Relativamente al primo aspetto (sul secondo si fa rinvia a futura circolare), l’Inps chiarisce che lo stop s’intende riferito ai termini non solo per eventuali azioni giudiziarie, ma anche per la presentazione delle domande di riconoscimento dei requisiti e delle condizioni poste a base del diritto delle prestazioni. In via esemplificativa e non esaustiva l’Inps indica alcune ipotesi (si veda tabella).
Più tempo ai precoci. La prima di queste ipotesi riguarda quanti intendano richiedere la pensione anticipata in qualità di precoci nel corso di quest’anno. Sono interessati i lavoratori che possono far valere 12 mesi di contributi effettivi, antecedentemente al compimento dei 19 anni d’età e versano in determinate condizioni indicate dalla legge (disoccupati; invalidi; caregivers ecc.), i quali, fino al 31 dicembre 2026, hanno possibilità di mettersi in pensione con 41 anni di contribuzione. A tal fine devono fare domanda «di riconoscimento del diritto» al pre-pensionamento, entro il 1° marzo dell’anno di maturazione dei requisiti, e la pensione decorre (previa apposita e ulteriore domanda) dopo una finestra di tre mesi. Le domande per il corrente anno, dunque, si possono presentare fino al 1° giugno; in tal caso, precisa l’Inps, si considerano come presentate entro il 1° marzo, ai fini del monitoraggio della capienza nella spesa pubblica.
Più tempo per l’Ape. Stesso discorso (dei precoci) vale per la richiesta dell’Ape sociale, che dà possibilità di mettersi a riposo prima del tempo, in attesa di maturare l’età per la pensione di vecchiaia (67 anni nel 2020), a chi ha non meno di 63 anni d’età e versa in situazione di disagio economico, mediante erogazione di un sussidio mensile il cui importo massimo è di 1.500 euro lordi (a carico dello stato). Come i precoci, anche il procedimento di riconoscimento dell’Ape sociale prevede due domande in tempi differenti. Per prima cosa si chiede il riconoscimento del diritto, entro il 31 marzo di ogni anno. Se c’è diritto si può fare la seconda domanda per l’erogazione della prestazione. L’Inps spiega che le prime domande, presentate entro il 1° giugno, si considerano pervenute entro il 31 marzo.
Più tempo per gli usurati. La terza ipotesi interessa chi è occupato in attività faticose e usuranti e intende mettersi in pensione con i requisiti agevolati nel 2021, per cui deve fare richiesta di riconoscimento del diritto nel corso di quest’anno. Anche in questo è possibile presentare la domanda entro il 1° giugno.
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