Michele Damiani
Il decreto che inserisce gli ordinistici tra i fruitori del bonus di 600 euro presenta molte difficoltà interpretative e non è ancora stato pubblicato nonostante la misura entri in vigore oggi. Abbiamo già avviato un’interlocuzione con il governo per avere chiarimenti. È quanto si legge nella nota diffusa ieri dalla Cassa nazionale dei dottori commercialisti, ma rappresenta anche la situazione di altre casse professionali nel giorno in cui parte ufficialmente la richiesta delle indennità per gli ordinistici (ricordiamo che gli iscritti alle casse private erano esclusi dal bonus fino a sabato, quando la ministra del lavoro Nunzia Catalfo ha firmato il decreto ministeriale che li ricomprende). Le ambiguità evidenziate dalle casse fanno riferimento ad alcuni passaggi del dm. Il primo è nel comma 1 lettera a, dove si legge che i fruitori della misura sono gli iscritti alle casse private che hanno maturato un reddito inferiore ai 35 mila euro nel 2018 e che abbiano subito delle «limitazioni all’attività professionale». Il passaggio, secondo gli enti e le associazioni di categoria, è troppo generico e lascia spazio a interpretazioni. Il riferimento all’anno 2018, inoltre, parrebbe escludere dai beneficiari coloro che hanno aperto la partita Iva nel 2019, visto che non possono aver maturato un reddito nel 2018. Infine, viene anche criticata la disposizione che prevede l’indennità anche per chi ha maturato un reddito tra i 35 e i 50 mila euro, a condizione che abbia chiuso l’attività dopo il 23 febbraio o abbia subito una riduzione del reddito di un terzo nel primo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il problema evidenziato, in questo caso, è che l’emergenza è partita a fine febbraio e quindi i primi due mesi dell’anno non dovrebbero essere conteggiati.
Nel frattempo, il governo sta pensando ad alcune modifiche per la nuova indennità che dovrebbe essere garantita anche ad aprile. L’importo salirebbe fino a 800 euro al mese, ma verrebbero inseriti limiti di reddito per le partite Iva beneficiarie iscritte all’Inps: ad oggi, infatti, il limite dei 35 mila euro di reddito vale solo per le professioni ordinistiche.
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