di Francesco Bertolino
Dopo aver erogato i primi prestiti fino a 25 mila euro alle piccole e medie imprese, le banche italiane si apprestano a esaminare le richieste di grandi fidi garantiti da Sace. Per i finanziamenti alle imprese con meno di 500 dipendenti e fatturato fino a 1,5 miliardi la garanzia della controllata di Cdp sarà del 90% e verrà rilasciata nel giro di 48 ore attraverso una procedura semplificata (si veda box in pagina). Sopra queste soglie di personale e fatturato l’iter è invece più complicato: servirà un decreto del ministero delle Finanze, sentito quello dello Sviluppo economico, per il rilascio della copertura Sace. Inoltre, la porzione del prestito garantita scende all’80% per le aziende con ricavi compresi fra 1,5 e 5 miliardi e al 70% per quelle che oltrepassano i 5 miliardi. Come noto, infine, l’ammontare del finanziamento garantito non potrà in ogni caso superare l’importo maggiore fra il 25% del fatturato realizzato in Italia nel 2019 e il doppio della spesa salariale sostenuta nello stesso anno.
In ogni caso, ci vorrà tempo affinché le risorse stanziate arrivino a destinazione. Alle complessità del decreto liquidità si aggiungono infatti quelle delle leggi precedenti sul credito che nell’insieme creano una giungla normativa, difficile da districare rapidamente per le banche. «A seconda della tipologia di garanzia, è la legge che dispone i documenti necessari», ha puntualizzato ieri il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, intervenendo a Piazza Affari su Rai 3. «Non sono le banche che inventano le leggi ma bisogna che applichino quelle dell’8 aprile e tutte le altre che non sono state abrogate». Secondo Patuelli, «non pesa la burocrazia ma la legislazione complicata» perché il decreto legge liquidità «è giuridicamente molto complesso e si somma alla legislazione precedente», che resta in vigore nonostante l’emergenza.
Nel frattempo, i maggiori istituti di credito hanno aperto i rubinetti per i tagli di importo inferiore, fino a 25 mila euro. I tassi d’interesse sono mediamente bassi: Intesa, ha spiegato Stefano Barrese (responsabile della divisione Banca dei Territori), applica un tasso minimo dello 0,04% con scadenza a 3 anni e preammortamento 2 anni fino a un massimo dell’1,13% con scadenza 6 anni e preammortamento 2 anni. Unicredit applica tassi applicati sui finanziamenti fino a 25 mila euro con 24 mesi di preammortamento che variano dallo 0% per una durata di 36 mesi fino all’1% nel caso di 72 mesi. Proprio Unicredit ha concluso ieri la prima erogazione da 25 mila euro a favore di un’azienda del modenese attiva nella commercializzazione dell’aceto balsamico.
Nei prossimi giorni le concessioni di finanziamenti alle pmi dovrebbero accelerare anche grazie alla concorrenza fra le banche che, come ha sottolineato Patuelli, «velocizza e tiene bassi i prezzi». Secondo Massimo Masi, segretario generale della Uilca, per i prestiti alle pmi garantiti dallo Stato è necessaria una «procedura più snella» che eviti la necessità di «ulteriore documentazione». «Registriamo purtroppo», ha aggiunto il sindacalista, «una diversità e una difficoltà di applicazione delle norme da parte delle banche. Alcune chiedono documenti ulteriori non indicati nel decreto liquidità; altre hanno messo online moduli che poi non si sono rilevati esatti; spesso le direzioni generali forniscono disposizioni errate. Va detto che negli istituti di credito che hanno costituito task force con migliaia di persone le cose funzionano meglio».
Intanto, oggi avranno inizio le audizioni sul dl liquidità dinanzi alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. In mattinata toccherà alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate. Domani sarà la volta di Consob e Abi; venerdì dei sindacati e delle associazioni di categoria. (riproduzione riservata)
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