Fineco si avvia a chiudere il mese di aprile con «una raccolta molto robusta, decisamente importante» dopo gli 1,02 miliardi di euro riportati in marzo: lo ha detto all’agenzia MFDowJones l’a.d. Alessandro Foti al termine dell’assemblea di bilancio. «Quello che più conta è il cambio di mix avvenuto tra amministrato e gestito rispetto al mese scorso. Con un mercato che si è in parte stabilizzato, la componente gestita della nostra raccolta sta infatti facendo segnare numeri importanti, a fronte di una componente negativa della liquidità. Nonostante una volatilità inferiore al mese scorso, aprile si avvia a restituire un numero importante anche per i ricavi generati sulla parte brokerage».
A livello strategico, eventuali operazioni di m&a non verranno prese in considerazione neppure se il contesto post pandemia dovesse creare occasioni di investimento: «Lo escludo in modo categorico. La nostra storia insegna che abbiamo sempre dimostrato di saper crescere in maniera robusta e organica, sfruttando trend strutturali che stanno perfino accelerando a nostro favore. Se non avevamo bisogno di m&a prima, ne abbiamo ancor meno adesso: l’ulteriore focus sulla crescita organica continuerà a rappresentare la strada migliore per raggiungere i nostri obiettivi».
Quanto all’assemblea, è stata la prima da public company pura per Fineco, dopo il disimpegno da parte di Unicredit avvenuto l’anno scorso. La compagine dei soci vede il capitale frammentato in migliaia di sgr, fondi pensione e soci privati, con i pesi maggiori rappresentati da BlackRock (8,833%), Capital Research (5,05%), Invesco (3,365%), Fidelity (3,435%), Norges Bank (1,061%) e JPMorgan (1,92%).
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