Se col primo DPCM dell’11 marzo il Governo aveva inserito la categoria degli intermediari di assicurazione tra le attività essenziali di pubblica utilità, obbligando gli stessi a operare per continuare a offrire ai propri clienti il servizio di carattere sociale, con l’ultimo Decreto Liquidità dell’8 aprile scorso, gli stessi professionisti non sono stati compresi nell’elenco delle aziende che possono aver accesso al fondo di garanzia.
Tra le attività economiche escluse rientrano anche quelle della sezione (classificazione ATECO 2007) “K- Attività finanziarie e assicurative“. Questo vuol dire che tutti gli intermediari di assicurazione, come anche tutti gli altri collaboratori di agenzia iscritti alla sezione E, non potrebbero accedere al credito garantito dallo stato.
Sono numerosi gli intermediari che si sono rivolti agli istituti bancari per attingere ai finanziamenti garantiti dallo Stato e si sono visti respingere la domanda di accesso al credito.
ANAPA Rete ImpresAgenzia è intervenuta, per il tramite di CONFCOMMERCIO, presso le istituzioni per provare a sanare questo errore sostanziale del Governo, che come è già successo in altre occasioni, ha equiparato erroneamente le imprese-agenzie alle imprese-compagnie.
“Ci auspichiamo che tale omissione venga al più presto sanata – ha dichiarato Vincenzo Cirasola, presidente nazionale di Anapa, – Questo caso, comunque, conferma quanto sia utile e necessario, a prescindere dal decreto legge, che le compagnie diano un aiuto immediato, non solo con anticipi e finanziamenti, alla propria rete agenziale” continua Cirasola. “Qui è in ballo il futuro delle stesse compagnie. Reputo ingiustificabile e grave il silenzio assordante da parte di alcuni importanti gruppi assicurativi, anche internazionali, che ancora oggi non hanno concordato un concreto piano di sostegno con i rispettivi Gruppi Agenti” conclude Cirasola.