di Luisa Leone
Il governo si arma per difendere le aziende del Paese da possibili attacchi indesiderati. Ieri è stato approvato dal Consiglio dei ministri il provvedimento per ampliare i poteri speciali contro l’acquisto di asset strategici da parte di player stranieri e, come anticipato da MF-Milano Finanza nelle scorse settimane, la prima novità è che questi saranno estesi ben oltre il perimetro attuale, che essenzialmente copre il settore della difesa, quello delle tlc e dei trasporti. Sotto l’ombrello del golden power finiranno banche e assicurazioni, nel mirino di fondi esteri dopo i crolli di borsa delle ultime settimane; ma anche il comparto biomedicale e l’agroalimentare, la cybersecurity, la robotica e le infrastrutture critiche fisiche e virtuali. In pratica tutti quei comparti rivelatisi fondamentali per mantenere un minimo grado di normalità all’interno di del Paese anche in tempi di pandemia. Dovrebbe essere prevista poi l’estensione della protezione anche alle pmi, qualora rientrino nel novero di quelle considerate strategiche dall’esecutivo. Ma forse la novità più importante è la possibilità (per un anno) di bloccare qualunque acquisizione, anche da parte di operatori europei, a partire da partecipazioni del 10%. Mentre fino a ora era possibile alzare questa barriera totale solo attorno al settore della difesa, mentre per gli altri le limitazioni potevano essere applicate solo ai player extra-Ue. Un elemento molto importante per il settore finanziario e in particolare per Borsa Italiana spa, che nell’ambito del riassetto di Lse Group, in procinto di convolare a nozze con Refinitiv, potrebbe finire preda di qualche altro listino continentale. Hanno già alzato le antenne verso Milano, come riportato da MF-Milano Finanza sia Euronext che Deutsche Borse, ma l’esecutivo ha un progetto targato Mediobanca per riportare in mani italiane la società, che gestisce anche il vitale mercato dei titoli di Stato Mts, magari con l’apporto di Cassa Depositi e Prestiti. Infine, in arrivo anche una velocizzazione e snellimento delle procedure di attivazione dei poteri speciali, prevedendo, in particolare, la possibilità di avviare d’ufficio l’esame delle operazioni, senza dover attendere la notifica, come previsto oggi. Una velocità di reazione quanto mai auspicabile, soprattutto in un contesto come quello attuale dove le quotazioni, anche di grandi e solidi gruppi italiani, sono a prezzi di saldo e che le imprese minori, magari non quotate, possono essere tentate di cedere la proprietà al miglior offerente spinte dalle difficoltà di superare la crisi. (riproduzione riservata)
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