di Francesco Ninfole
La Bce lancia un forte messaggio ai governi europei in vista del Consiglio Ue di domani. Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo e responsabile per le relazioni europee della banca centrale, ha sottolineato ieri che «interventi fiscali decisi, simmetrici tra i diversi Paesi, in grado di porre rimedio ai danni della pandemia, sono nell’interesse di tutti gli Stati dell’area dell’euro». Non è necessario quindi far ricorso alle pur nobili ragioni della solidarietà. In un intervento su Politico, Panetta ha osservato che «la percezione di mancanza di un’azione comune a fronte di una crisi drammatica affievolirebbe il sostegno dei cittadini per l’Unione europea: un effetto peraltro già oggi visibile nei Paesi in prima linea nella crisi sanitaria. Questi sentimenti, se non contrastati, indebolirebbero le forze centripete nell’Ue e rafforzerebbero le spinte centrifughe, fino a erodere la fiducia nell’euro».
Panetta ha evidenziato che risposte asimmetriche, ovvero più forti in alcuni Paesi e meno in altri, avrebbero conseguenze anche sanitarie (le infezioni tornerebbero ad aumentare) ed economiche per tutta l’Eurozona, un’area che si basa sul commercio interno e sulle interconnessioni tra filiere produttive. Perciò, ha osservato il membro del comitato Bce, le risposte delle politiche di bilancio europee dovranno fondarsi su tre principi. Innanzitutto, gli interventi «dovrebbero avere una dimensione adeguata a quella, assai ampia, dello shock». Inoltre, «essi non dovrebbero accentuare le segmentazioni derivanti dalle diverse condizioni di partenza della finanza pubblica in ciascun Paese». Infine, «essi dovrebbero evitare distorsioni nel funzionamento del mercato unico europeo: le imprese sane dovrebbero essere in grado di superare la crisi qualsiasi fosse il Paese di residenza». Le risposte di bilancio dei Paesi sono finora state «incoerenti» con questi principi. Per Panetta «qualunque sarà il percorso intrapreso, l’obiettivo dovrà essere quello di spostare su un orizzonte lontano – molto lontano – i costi finanziari della crisi». Per di più, «risposte adeguate a livello europeo agevolerebbero l’attuazione dei programmi di acquisto di titoli da parte della Bce». Poi, quando l’emergenza sarà rientrata, gli Stati dovranno affrontare i nodi della competitività e della sostenibilità a lungo termine: «Si tratta di sfide importanti e ineludibili, ma non di oggi». Ora, secondo Panetta, «i Paesi dell’Eurozona devono sostenere insieme il costo della crisi perché solo in questo modo potranno tutti beneficiare della successiva ripresa». (riproduzione riservata)
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