Secondo il report del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, i contratti attivi a marzo 2019 sono 10.441; di questi 8.321 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 6.064 di redditività, 5.138 di qualità, mentre 1.342 prevedono un piano di partecipazione. Sono 5.352, invece, gli accordi che prevedono anche misure di welfare aziendale, circa il 51% del totale.
La percentuale di contratti di secondo livello che regolamentano welfare è progressivamente aumentata. A luglio 2016, nella prima rilevazione effettuata dal Ministero, “solo” il 17% degli accordi prevedeva infatti tali istituti; a novembre 2017 la percentuale era già salita al 33% circa. A novembre 2018 si è arrivato a toccare il 46%.
Stando al database del Ministero del Lavoro, gli accordi si riferiscono soprattutto ad aziende del Nord (77% dei casi, contro il 16% del Centro e il 7% del Sud); appartenenti ai settori dei Servizi (57% dei casi), dell’Industria (42%) e, in maniera residuale, dell’Agricoltura (1%); di medie e grandi dimensioni (il 50% delle imprese ha più di 50 dipendenti).
Per quanto riguarda la dimensione territoriale, circa il 70% dei contratti del database del Ministero del Lavoro facciano riferimento esclusivamente a quattro regioni: la Lombardia (in cui vi sono circa il 28% degli accordi che regolamentano forme di produttività), l’Emilia Romagna (21%), il Veneto (10%) e il Piemonte (9%). Seguono poi il Lazio (7%) e la Toscana (6%).