Ok del Parlamento Ue a misure per favorire la vendita di npl e i prestiti alle pmi e con cessione del quinto. Stretta sul Mrel
di Francesco Ninfole
La plenaria del Parlamento Ue ha approvato ieri in via definitiva il pacchetto bancario, la riforma delle autorità di vigilanza Ue e una revisione dello scudo anti-spread per le assicurazioni. Quanto al primo punto, a fronte di una stretta sui requisiti Mrel la normativa ha introdotto alcuni aspetti positivi per le banche italiane: «Siamo intervenuti con decisione per compensare i requisiti più esigenti di Basilea con misure mirate per i sistemi bancari votati all’attività commerciale come quello italiano», ha osservato ieri Roberto Gualtieri, presidente della commissione economica del Parlamento, che ha seguito i dossier, assieme a Banca d’Italia e Abi. «Si può sperare sempre di più ma questo pacchetto bancario è un passo avanti», ha detto il presidente Abi Antonio Patuelli.
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dovrebbe avvenire a maggio. Riguardo alle pmi, dal 2013 il fattore di sostegno permette una riduzione del requisito di capitale del 24% per i finanziamenti fino a 1,5 milioni di euro. Con il nuovo testo la riduzione si applicherà ai prestiti fino a 2,5 milioni di euro; per quelli sopra 2,5 milioni ci sarà uno sconto del 15%. Inoltre è stata chiesta all’Eba un’analisi di fattibilità per un fattore di sostegno per investimenti verdi e sociali. Sui prestiti con cessione del quinto gli assorbimenti di capitale sono stati ridotti dal 75% al 35% della attività ponderate per il rischio. Sarà anche possibile neutralizzare gli effetti negativi sui modelli interni per le cessioni di npl per almeno il 20% del totale delle esposizioni deteriorate avvenute a partire dal novembre 2016 e fino al 2023. «La misura consentirà agli istituti di evitare una ingiusta penalizzazione a fronte dell’impegno concreto a fare pulizia nei bilanci», ha osservato Gualtieri. Sul capitale è stato consentito alle banche di non dedurre alcuni software. Inoltre è stata estesa dal dicembre 2018 al dicembre 2024 la possibilità per le istituzioni non-conglomerate di non dedurre le partecipazioni in imprese assicurative (il danish compromise, che riguarda la quota di Mediobanca in Generali ). I Paesi nordeuropei hanno invece spinto per regole sulle passività sottoponibili a bail-in (Mrel), che potranno avere effetti negativi sul credito: per le banche con attivo oltre 100 miliardi il requisito minimo Mrel dal 2024 dovrà essere soddisfatto con bond subordinati fino a un massimo del 27% delle attività ponderate per il rischio. I subordinati avranno un taglio minimo di 50 mila euro. La Germania ha ottenuto l’esclusione delle promotional bank dalle regole bancarie. Sarà possibile una moratoria sui pagamenti di due giorni per gli istituti in dissesto.
Nell’ambito della riforma delle autorità di vigilanza (che ha dato più poteri all’Eba in materia di antiriciclaggio), il Parlamento Ue ha anche modificato Solvency II sul volatility adjustment. «È un primo passo per renderlo un vero e proprio scudo anti-spread ed evitare che fluttuazioni di breve termine, dovute largamente agli spread governativi, espongano investitori a lungo termine come gli assicuratori a cambiare le strategie di investimento», ha aggiunto Gualtieri, sottolineando che «l’aggiustamento potrà avere luogo già nel mese successivo all’entrata in vigore». (riproduzione riservata)
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