Allianz e amundi studiano l’acquisizione del risparmio gestito di Deutsche Bank
In campo gli advisor del gigante assicurativo (Barclays) e dell’asset management francese (Jp Morgan). Ma Db pare preferire un’unione con gli svizzeri sotto gli auspici del presidente di Ubs (ex Bundesbank)
di Francesco Bertolino
L’austriaco presidente di Deutsche Bank , Paul Achleitner, non potrà che apprezzare il valzer di offerte su Dws (-1,8% ieri a Francoforte). L’asset management della banca tedesca avrebbe già ricevuto tre inviti per il gran ballo dell’m&a. Ieri alle proposte di Allianz e Ubs si è aggiunta anche quella di Amundi, il gigante del risparmio gestito controllato dalla francese Crédit Agricole. Le intenzioni delle tre pretendenti appaiono serie. Allianz ha scelto Barclays come advisor per l’operazione, mentre Amundi si sarebbe affidata a Jp Morgan.
Ma in ambienti finanziari Ubs viene considerata ancora la favorita dai manager di Deutsche. L’aggregazione svizzero-tedesca si caratterizzerebbe come una fusione quasi alla pari quanto a masse gestite (700 miliardi Ubs, 662 Db) fra due realtà in cerca di scala in un mercato, quello dell’asset management, competitivo e con margini sempre più ridotti. Il presidente di Ubs, Axel Weber, può inoltre contare su solide relazioni nel mondo bancario tedesco, avendo guidato la Bundesbank dal 2004 al 2011, poco prima che Achleitner venisse nominato presidente di Deutsche. Infine, le nozze con Ubs consentirebbero a Deutsche di mantenere la presa sulla divisione.Il piano prevederebbe infatti lo scorporo dell’unità di gestione del risparmio di Ubs in vista di un suo conferimento in Dws che, nonostante la quotazione realizzata l’anno scorso, è tuttora controllata al 79% da Deutsche. In cambio la banca elvetica riceverebbe una partecipazione significativa nel neonato colosso da 1.400 miliardi di attivi. Al termine della fusione Deutsche dovrebbe conservare una quota superiore al 40% che le consentirebbe di continuare a consolidare Dws-Ubs in bilancio. Il ceo di Deutsche, Christian Sewing, ha più volte ribadito, del resto, la centralità di Dws nel piano di rilancio della banca tedesca, smentendo qualsiasi ipotesi di vendita. E un’eventuale operazione con Allianz o Amundi si strutturerebbe invece probabilmente proprio come una cessione. Secondo indiscrezioni, il colosso assicurativo si sarebbe fatto avanti per acquisire la maggioranza di Dws per poi aggregarlo ad Allianz Global Investors in un polo dell’asset management tutto tedesco. Non è chiaro invece quale sia il piano del gigante francese anche se, considerato il divario dimensionale (Amundi da sola gestisce 1,400 miliardi), è difficile immaginare un matrimonio egualitario con Dws. D’altra parte, cedere il controllo di Dws consentirebbe a Deutsche di fare cassa in vista della fusione con Commerzbank , riducendo l’entità dell’aumento di capitale necessario alle nozze. Già diversi azionisti di Db avrebbero infatti segnalato l’indisponibilità a ulteriori sforzi finanziari, specialmente in vista di un’unione a trazione politica e dall’incerto senso economico. Sewing e il ceo di Commerz, Martin Zielke, si sarebbero incontrati martedì per mettere a punto i dettagli dell’annuncio sull’esito delle trattative, atteso per il 26 aprile, in occasione della pubblicazione dei conti di Deutsche. Voci filtrate dalle due banche assegnano al successo e al fallimento del negoziato eguale probabilità. L’ostacolo maggiore sulla via dell’uber-banca appare il gran numero di esuberi, stimato fra le 30 e le 40 mila unità. La prospettiva ha già scatenato le proteste dei sindacati che siedono nei board di entrambi gli istituti (e occupano metà del consiglio di sorveglianza di Commerz). E con l’avvicinarsi delle elezioni europee i partiti al governo non vogliono intestarsi un taglio tanto drastico al personale. Sull’opportunità di Db-Commerz, insomma, nessuno degli attori sembra più avere convinzioni teutoniche. (riproduzione riservata)
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