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Oggi l’Italia impiega circa il 15% del pil per le pensioni lorde, un terzo della spesa totale del Paese al netto degli interessi sul debito. Ma la cifra potrebbe ulteriormente salire nei prossimi anni, soprattutto a causa della forte riduzione delle persone in età lavorativa, che si sta verificando con una velocità maggiore rispetto agli altri Paesi europei. Ci sarà poi da considerare l’effetto di Quota 100, che dà un aiuto a chi va oggi in pensione ma indebolisce la solidità dei conti pubblici, con un aggravio di 18 miliardi (1,2% del pil) per il triennio 2019-2021. Queste considerazioni sono contenute in un report di Moody’s, che a ottobre ha considerato il fenomeno dell’invecchiamento anche nel declassamento del debito italiano a Baa3. «La recente decisione del governo di modificare importanti aspetti delle precedenti riforme pensionistiche aggiungerà pressioni sulla spesa pubblica in un Paese già fortemente indebitato», ha osservato l’agenzia. Anche l’Ocse ha criticato nei giorni scorsi Quota 100.
Fallimento del meccanismo finanziario-istituzionale, catastrofi naturali, fallimento della governance nazionale, bolla degli asset e attacchi terroristici. Sono questi i cinque maggiori rischi avvertiti dalle aziende italiane. Lo ha spiegato a MF-Milano Finanza Eugenie Molyneux, chief risk officer commercial insurance di Zurich. La classifica potrebbe sorprendere per due motivi: l’assenza dalla top 5 del rischio di attacchi informatici e la presenza del rischio di attacchi terroristici.

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In 19 regioni su 20 è stato attivato il Fascicolo sanitario elettronico (Fse). Nel 2016 erano solo dieci quelle che avevano aderito alla gestione telematica delle informazioni sulla salute dei pazienti. Negli ultimi tre anni sono aumentate del 90% le adesioni regionali al Fse, con oltre 11 milioni di cittadini che hanno dato il consenso all’apertura di un fascicolo elettronico mentre hanno toccato quota 239 milioni i referti digitalizzati. A delineare lo scenario è lo studio presentato in occasione del convegno «La trasformazione digitale per integrare sanità e sociale», organizzato da Agid e Cnr-Icar in collaborazione con Fpa.
Bisogna evitare esborsi al cittadino che ha subito un’aggressione e ha reagito. Niente risarcimenti del danno a favore degli aggressori. E inoltre chi è condannato per furto in appartamento e furto con strappo, se vuole la sospensione condizionale della pena, deve risarcire il derubato. La nuova legge, da un lato interviene sugli effetti civilistici della legittima difesa, impedendo o abbattendo i risarcimenti a favore degli aggressori, e dall’altro lato assicura un ristoro economico al derubato in casa o con destrezza.
Risarcimenti. La legge sulla legittima difesa modifica la disciplina civilistica della legittima difesa e dell’eccesso colposo, introducendo due ulteriori commi all’articolo 2044 del codice civile.

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  • La sfida hi-tech dell’auto-robot
Ieri sera Tesla ha spiegato la sua idea di futuro su quattro ruote. Una scommessa che punta a conquistare un mercato promettente. Secondo Intel, genererà 800 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. La chiamano Full Self-Driving ed è una tecnologia che si appoggia a un processore dove due cervelli indipendenti dialogano e decidono come muovere la vettura. Un combo di 6 miliardi di transistor in grado di processare 2,5 miliardi di pixel al secondo. L’autista robotico si affiderà agli stessi «sensi» già montati sulle vetture in circolazione: 8 telecamere, 12 sensori a ultrasuoni, un radar frontale. E, aggiunge Musk, anche il computer per «manovrarle» si trova già nascosto sotto la carrozzeria. Lo ripete due volte: «Tutte le nuove auto in produzione hanno già l’hardware necessario per la guida autonoma. Bisognerà solo aggiornare il software». E il costo è di 5.000 dollari. I dubbi non mancano e gli analisti sono già preoccupati che la descrizione di un sistema di «totale autonomia» possa creare un falso senso di sicurezza, creando situazioni potenzialmente pericolose che però questi computer potrebbero non essere ancora in grado di gestire. E provocando quindi incidenti: l’ormai superato Autopilot — il sistema di assistenza alla guida già attivo sulle Tesla — ne ha già provocati diversi, di cui uno (il primo) mortale, nel 2016. Il traguardo della guida autonoma, comunque, non è ancora stato tagliato. Il punto nevralgico sono i dati. Affinché la tecnologia che permette a una vettura di muoversi da sola all’interno di un nucleo urbano possa essere affidabile, è necessario che questa conosca al centimetro le condizioni dell’ambiente. Tesla sfrutta le centinaia di migliaia di vetture su strada per arricchire i database: Musk ha dichiarato che la sua società è in grado di digerire l’analisi di tre milioni di miglia ogni giorno.
  • Pensioni, la distorsione che penalizza chi ha pagato di più
Due pensioni di uguale importo. La prima frutto di contributi versati durante l’attività di lavoro. La seconda interamente o in parte assistenziale, perché l’anziano prende la «pensione di cittadinanza». Entrambe assegnate a persone che non hanno altri redditi. Sulla prima, però, il pensionato paga le tasse sulla seconda no. Una disparità di trattamento priva di giustificazioni evidenziata in uno studio del Servizio politiche fiscali e previdenziali della Uil. Prendiamo il caso di un pensionato single con una pensione di 9.360 euro lordi annui. Questa persona, anche se non ha altri redditi, è soggetta all’aliquota Irpef, comprese le addizionali locali, e versa al fisco, secondo i calcoli della Uil, 595 euro di imposta. Il suo reddito netto diventa quindi di 8.765 euro. Un altro anziano, invece, ha come unico reddito sempre 9.360 euro, ma esso è la somma di una pensione che non supera la no tax area (un po’ più di 8mila euro) e per il resto della «pensione di cittadinanza», che è per legge esentasse. In questo caso, quindi, non sono dovute imposte e il pensionato ritrova con un 6,35% di reddito disponibile in più.

  • Quota 100 a rischio restituzione se si lavora prima dell’età di vecchiaia
Il nuovo accesso anticipato a pensione in quota 100 ha ufficialmente debuttato il 1° aprile per i dipendenti del settore privato; per quelli del pubblico impiego, invece, la prima data utile di decorrenza è fissata al 1° agosto. Tuttavia chi otterrà l’assegno dovrà fare attenzione al divieto di cumulo con redditi da attività da lavoro, perché rischia di dover restituire la pensione. Per tutti coloro che entro il 2021 maturino i requisiti di 62 anni di età e 38 anni di contributi, si apre la possibilità di aderire a questo accesso straordinario e anticipato che consente di ottenere la pensione ben cinque anni prima di quella di vecchiaia e quasi cinque anni prima la pensione anticipata, almeno per i lavoratori di sesso maschile. L’assegno sarà liquidato con le ordinarie regole del metodo retributivo, misto e contributivo senza alcuna conversione al metodo spesso meno conveniente, vale a dire il contributivo (come accade invece per l’opzione donna). L’ammontare dell’assegno sarà minore rispetto a quello ottenibile con la pensione anticipata ordinaria, in proporzione ai minori contributi versati. Numerosi rimangono però i punti da chiarire sulle peculiarità di quota 100. Inps ha recentemente diffuso un messaggio (1551/2019) contenente alcune domande e risposte che, tuttavia, non si concentrano sui temi più controversi relativi alle particolari condizioni di pensionamento. In particolare, si attendono chiarimenti ufficiali a proposito del rapporto fra indennità di disoccupazione (Naspi) e i requisiti di quota 100.