L’ultima mossa è stata la chiamata in squadra di Giordano Lombardo, a lungo amministratore delegato di Pioneer Investments e presidente Assogestioni. A questo punto l’obiettivo è chiaro: Generali Assicurazioni vuole provare a battere per redditività (impossibile farlo per volumi) concorrenti come i tedeschi di Allianz e i francesi di Axa nel settore dell’asset management. Un comparto nel quale i due big europei hanno già investito in passato ingenti risorse e raggiunto masse enormi. Axa tramite di Axa Investments Managers gestisce per esempio asset per 730 miliardi, mentre Allianz , che nel gruppo dispone anche di Pimco, nel wealth management vanta masse per 1.961 miliardi e la divisione pesa per il 20% sull’utile operativo dell’intero gruppo, (pari nel 2018 a 11,5 miliardi), fruttando 2,3 miliardi.
Si avvicina la stagione delle dichiarazioni fiscali. L’occasione è sicuramente utile per ricordare come la previdenza complementare rappresenti una forma di risparmio fortemente agevolata dal punto di vista tributario alla luce della rilevante utilità sociale che viene ad essa attribuita dal nostro ordinamento. Quali sono i benefici previsti? Lo schema individuato è del tipo ETT, Esenzione in fase di contribuzione-Tassazione dei rendimenti-Tassazione delle prestazioni. Partendo allora dalla fase di contribuzione è possibile dedurre entro il limite annuo di 5.164,57 euro annui Rientrano in tale limite anche i contributi versati a beneficio dei familiari fiscalmente a carico.
Il 2019 è iniziato in modo brillante per i fondi pensione italiani nei primi due mesi dell’anno gli aperti (fpa) si sono apprezzati del 2,9% (in base all’indice Depobank generale) e i negoziali (fpn) del 2,5% (secondo l’indice Depobank-Mondoinstitutional generale), recuperando quasi interamente le perdite subite nell’ultimo trimestre dello scorso anno. I fondi pensione hanno tratto vantaggio dal deciso recupero dei mercati azionari. Le tipologie di fondi che hanno realizzato le migliori performance sono state proprio quelle azionarie (+6,2% per gli aperti e +6,4% per i nego-ziali) e bilanciate azionarie (+5,6% e +4,7%).
Lo stipendio di 35 mila euro del 2017 in pensione vale 35.385 euro. E quando viene utilizzato per il calcolo della seconda quota, riferita all’anzianità maturata dopo il 31 dicembre 1992, sale sino a 35.735 euro. Ora è dunque possibile calcolare con esattezza una pensione con decorrenza 2019, grazie ai coefficienti indicati dall’Istat che consentono di rivalutare le retribuzioni (i redditi nel caso dei lavoratori autonomi) da considerare per la determinazione della base annua pensionabile. I nuovi coefficienti sono indicati nel messaggio Inps n. 1290/2019.
Tutele sanitarie estese (gratuitamente) dalla Cassa previdenziale dei dottori commercialisti (Cnpadc) ai tirocinanti, garantendo così a poco meno di 1.200 futuri colleghi una vasta gamma di prestazioni. È la novità appena licenziata dal vertice dell’Ente a beneficio di coloro che scelgono la pre-iscrizione, e che fa da apripista nei confronti di altre misure di welfare, che (sotto forma di bandi) verranno varate nei prossimi mesi per il sostegno all’avvio e allo sviluppo dell’attività professionale, a seguito del via libera dei ministeri vigilanti del lavoro e dell’economia alle correzioni al Regolamento unitario (si veda anche ItaliaOggi del 21 dicembre 2018).
- Generali guarda ai fondi pensione privati in Cina
Dopo la boutique nell’asset management a New York e quella di matrice tutta italiana, Generali ora guarda anche al mercato dei fondi pensione privati in Cina. Il Leone è tra le compagnie assicurative straniere interessate a entrare in un settore dal valore potenziale di 1.600 miliardi di dollari. E conterebbe di farlo sfruttando l’apertura verso l’esterno promessa dalle autorità di Pechino. La società, a conferma di anticipazioni di stampa circolate, ha avviato i primi contatti in tal senso. Nella stessa posizione ci sarebbero società come Prudential, mentre altre, quali AIA Group e Manulife Financial, starebbero valutando mosse simili. A marzo Heng An Standard Life, jv tra Standard Life Aberdeen e Tianjin Teda International, è stata la prima ad avere il via libera per un’assicurazione specializzata sulle pensioni. I player stranieri dovranno misurarsi con 8 compagnie cinesi che dominano in una società che entro il 2020 vedrà gli ultra 60enni superare 250 milioni di unità. Gli asset pensionistici, inclusi quelli gestiti dallo Stato, sono cresciuti del 20% nel 2017 a 11.000 miliardi di yuan (1.640 miliardi di dollari), e sono destinati a quadruplicarsi entro il 2025, secondo le stime di Kpmg.
- Pensioni d’oro per i manager occidentali
I Paesi occidentali invecchiano e con l’età si sposta anche la ricchezza. La classifica che andrà per la maggiore, fra qualche anno, sarà in Europa e negli States quella delle pensioni d’oro a giudicare dalle ultime uscite di manager di peso. L’ultimo in ordine temporale è Tom Enders, che questa settimana ha lasciato la poltrona di ceo di Airbus con una pensione vicina ai 26 milioni di euro. D’altra parte che dire dell’ex ceo di Daimler Dieter Zetsche, che riceverà una pensione di un milione l’anno. E non se la cavano male neanche i manager di Volkswagen, che chiudono la carriera vedendosi riconosciuta una pensione pari al 70% della remunerazione base. Per Hence Joe Kaeser ex Siemens, invece, il contributo è solo del 56% dell’ultima remunerazione, vale a dire un contributo di 1,2 milioni di euro solo lo scorso anno. Percentuali che naturalmente stridono se messe a confronto con quanto viene riconosciuto ai dipendenti: il 10% in Gran Bretagna e il 30% negli Stati Unit, ad esempio. Proprio per questo non mancano le pressioni sulle aziende per rivedere le politiche di pensionamento per i manager. La scure in qualche caso è già arrivata. Ma il vento non sembra ancora cambiato per i super pensionati.
- I primi approcci di banche e Sim alla consulenza indipendente
Erano tutte interessate a offrire ai loro clienti la consulenza su base indipendente. Almeno a parole. Nel pluriennale dibattito che ha preceduto l’avvento di Mifid2 non c’era realtà bancaria che non manifestasse l’intenzione di abbracciare (o quantomeno di avere allo studio) l’offerta di un servizio di consulenza remunerato solo dalle parcelle incassate dai clienti. Un modello di servizio che secondo la normativa europea può essere offerto dalle tradizionali rete di vendita di prodotti finanziari, anche in abbinata alla classica attività di consulenza non indipendente remunerata con gli incentivi (in gergo inducement, rebate o retrocessioni) che le case d’investimento riconoscono alle reti che vendono i loro prodotti. Per farlo, però, è indispensabile mantenere le strutture dei due canali consulenziali nettamente separate, anche a livello organizzativo interno. Inoltre è bene ricordare che se le società possono offrire un servizio “ibrido” per consentire alla propria rete di decidere su come proporsi ai clienti, il singolo consulente invece ai sensi della Mifid2 non può lavorare con alcuni clienti a parcella e con altri in regime di non indipendenza e incassare le retrocessioni. Deve scegliere uno o l’altro modello di servizio e comunicarlo esplicitamente ai clienti.
- Senza rete la gestione separata del promotore
La gestione separata, fatta “in casa” dal promotore (ora consulente) , non beneficia della copertura data dalla responsabilità solidale della rete di riferimento del professionista. E non bisogna fare troppo affidamento sul fatto che il consulente dica che la copertura della rete ci sia. La questione è stata affrontata di recente dall’Arbitro per le controversie finanziarie in alcune decisioni (1502, 1503, 1505 e 1506) rese note lo scorso 3 aprile sul sito dell’Arbitro.
- Stress sostenibilità per i fondi pensione