di Nicola Carosielli
Fallimento del meccanismo finanziario-istituzionale, catastrofi naturali, fallimento della governance nazionale, bolla degli asset e attacchi terroristici. Sono questi i cinque maggiori rischi avvertiti dalle aziende italiane. Lo ha spiegato a MF-Milano Finanza Eugenie Molyneux, chief risk officer commercial insurance di Zurich. La classifica potrebbe sorprendere per due motivi: l’assenza dalla top 5 del rischio di attacchi informatici e la presenza del rischio di attacchi terroristici. Quest’ultima (che a livello europeo è addirittura fuori dalle prime dieci posizioni) potrebbe spiegarsi alla luce della specifica sensibilità del Paese nei confronti dei rischi legati ai flussi migratori. Quanto invece all’assenza nella top 5 del rischio di attacchi informatici, ha spiegato Molyneux, «i cyber attack sono stati considerati il rischio numero uno per chi è intenzionato a investire in Europa sia nel regional risk report pubblicato a fine 2018 sia nel Global Risk Report elaborato dal World Economic Forum in partnership con Zurich e Marsh».
La motivazione di tale assenza potrebbe essere rintracciabile nella minore consapevolezza che le società italiane hanno di essere potenzialmente esposte ad attacchi informatici. È noto infatti che l’Italia e il suo tessuto imprenditoriale presenta un livello di preparazione in materia di protezione dagli attacchi informatici più basso rispetto all’Europa e spesso una delle cause riconducibili a tale attitudine è stata identificata proprio nella scarsa comprensione del reale pericolo. Ma «la tecnologia continua a svolgere un ruolo fondamentale nel plasmare il panorama dei rischi globali per individui, governi e imprese», ha proseguito Molyneux, sottolineando come nel report la voce «massiccia frode e furto di dati» sia stata classificata come rischio numero 4 per probabilità su un orizzonte di dieci anni, mentre la voce «cyber-attacchi» è al numero 5 consolidando la sua posizione accanto ai rischi ambientali (in prima posizione come rischio avvertito, ndr) tra quelli ad alto impatto e alta probabilità del Global Risks Landscape. Tanto che «la grande maggioranza degli intervistati prevede per il 2019 un aumento dei rischi di attacchi informatici che portano al furto di denaro e dati (82%) e a interruzioni delle operazioni (80%)». Insomma, è necessario prendere coscienza del fenomeno e intervenire efficacemente, dato che tra le cause delle gravi violazioni di informazioni personali avvenute nel 2018 un ruolo di rilievo è stato giocato proprio dai sistemi lacunosi nei protocolli di cyber security. Sotto tutti i punti di vista. Anche perché «altre vulnerabilità cyber possono anche derivare da direzioni inaspettate, come mostrato nel 2018 dalle minacce Meltdown e Spectre che comportavano carenze sia nell’hardware del computer sia nel software», ha concluso Molyneux. (riproduzione riservata)
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