Sulla Responsabilità Civile sanitaria si sono versati in questi anni fiumi di parole, in fluviali convegni. I cui contenuti sono confluiti in una abbastanza sterminata bibliografia.
Come esperienza personale ricordo – a titolo esemplificativo – un convegno della Fondazione “Severo Galbusera”. Eravamo nell’aprile del 2014. Per riferirmi a quanta acqua è passata, e per ricordare come ci sia stata larghissima partecipazione di addetti ai lavori al convegno perché a fornire contributi al confronto su quelli che erano i nodi ancora da sciogliere, venne chiamato Renato Balduzzi, già ministro della Sanità nel Governo Monti.
E’ uno dei tanti specchi che riflettono la realtà di un Paese che si confonde nel rifugiarsi nel dilazionare le soluzioni dei problemi.
La Legge 8 Marzo 2017 n.14 :“Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” ha integrato la disciplina della responsabilità professionale del personale sanitario con quella della tutela del diritto del paziente. Tuttavia siamo ancora qui ad aspettare i decreti attuativi di quella che viene anche sbrigativamente chiamata “legge Gelli- Bianco”. Due anni sono trascorsi e ancora i decreti attuativi non arrivano.
Un ulteriore tassello alla produzione di testi che cerchino risposte ai dubbi di gestione più frequenti nel campo della Responsabilità Civile sanitaria è costituito dal recente volume “La gestione della responsabilità civile sanitaria: tra risk management e assicurazione”, che affronta ogni aspetto giuridico, corredato – nel contempo – dalle indicazioni operative, utili a chi conduce le strutture sanitarie e a chi vi opera: dipendenti e medici liberi professionisti.
Pubblicato dall’editore “ La Tribuna” il testo (disponibile anche online) è stato coordinato da ASLA, l’associazione Studi Legali Associati (www.aslaItalia.it) e curato da Michele Sprovieri, founding partner dello studio FGA Ferraro Giove Associati.
L’obiettivo è di fornire una sorta di vademecum capace di cogliere gli aspetti più innovativi della legge e di riportare la giurisprudenza di legittimità e di merito sulla responsabilità civile dei professionisti interessati, degli ospedali e delle cliniche private.
Tra gli argomenti del volume, cito il capitolo riservato al Servizio Sanitario Nazionale, a cura dello Studio Zanarelli, cui si affianca “La responsabilità del medico libero professionista”, affrontata da A&A Studio Legale insieme a Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners. Mentre sulle “Strutture sanitarie “ argomenta DLA Piper. Sulle problematiche del “Medico dipendente” si diffonde Jones Day. Sull’argomento dell’”azione di risarcimento del danno” si cimenta Curtis,Mallet-Prevost, Colt & Mosle LLP. E’ toccato agli specialisti di Rodl & Partner fornire ragguagli sulla quantificazione del danno.
Lo studio legale FGA, a quattro mani con gli specialisti di AmTrust, la compagnia leader nel campo della rc sanitaria, ha approfondito gli argomenti riguardanti il Risk Management in campo sanitario. Sia a livello di comparazione con le realtà in campo nell’Unione Europea, che a fronte della situazione normativa attuale. Cimentandosi nei passaggi necessari e nella loro valenza strategica, fornendo le indicazioni operative utili e immediate (la prevenzione e l’insurance management da utilizzare come governo delle situazioni di rischio)..Cui si aggiungono gli specifici aspetti connessi all’obbligo assicurativo, entrando nell’analisi delle caratteristiche delle coperture, i loro costi e le relative tipologie. Vengono anche illustrate le clausole claims, con riguardo all’orientamento della Cassazione e le altre tipologie di garanzie di impatto analogo.
Mi corre l’obbligo, qui, di citare tra la sterminata bibliografia esistente, almeno “La responsabilità sanitaria tra continuità e cambiamento” , un quaderno della collana di studi assicurativi prodotto dalla Fondazione Severo Galbusera. Curato da Gianluca Romagnoli, professore associato di Diritto dell’economia nell’Università degli Studi di Padova, sviluppa un’analisi della nuova disciplina introdotta dalla Legge Gelli-Bianco. Disciplina che si caratterizza – come già ripetuto – per il suo stato di “sospensione”, dal momento che i numerosi atti amministrativi attuativi che l’ordito legislativo prevede per il completamento del sistema permettono di raggiungere solo soluzioni parziali e provvisorie. Lo stato di attesa permane…. Come è tipico – purtroppo – dello stato di indeterminatezza che avviluppa il Bel Paese.