Alla base della frenata (-5,75%) , l’incertezza post-elettorale, il rallentamento (in atto da ottobre) della politica dei chilometri zero e il calendario. Fca (+13,6% su marzo 2017 negli Usa, e +7,3% a Piazza Affari) in Italia sono calate sia le vendite (-12,9%) che la quota di mercato (dal 30,1% al 27,8%). | Jeep spinge le vendite Fca negli Usa
di Stefano Caiazzo
Le immatricolazioni auto in Italia sono calate a marzo del 5,75% rispetto allo stesso mese del 2017, attestandosi a quota 213.731 autovetture. La contrazione (che segue quella dell’1,4% in febbraio e una crescita del 3,36% in gennaio), secondo il Centro Studi Promotor, è dovuta a molteplici ragioni. “Innanzitutto in marzo (come d’altra parte in febbraio) vi è stato un giorno lavorato in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, giorno lavorato che vale circa il 4,5% delle immatricolazioni mensili” ha notato l’istituto bolognese, per il quale, inoltre, “dopo la forte ripresa del 2015 (+16%) del 2016 (+16%) e del 2017 (+8%), nel 2018 la corsa delle immatricolazioni rallenta per ragioni fisiologiche”. A frenare le decisioni di acquisto di beni di consumo durevole hanno contribuito in aggiunta le recenti elezioni, a cui sta seguendo una fase di inceretezza prolungata. La quarta ragione, infine, “è la prosecuzione del rallentamento, in atto fin dall’ottobre scorso, nella politica dei chilometri zero”, cioè vetture nuove immatricolate a concessionari per essere vendute come usato con sconti significativi nelle settimane successive alla loro immatricolazione. “Diversi marchi anche in marzo hanno allentato la pressione sui chilometri zero sia per privilegiare i margini che per consentire alle loro reti di vendita di smaltire scorte di chilometri zero accumulate negli ultimi mesi”.
“Nonostante il risultato non particolarmente brillante di marzo e del primo trimestre, che si è chiuso con 574.130 immatricolazioni e con un calo dell’1,55%” secondo il presidente del Centro Studi Promotor Gian Primo Quagliano “le prospettive per il mercato automobilistico nel 2018 non sono negative”. I concessionari infatti, come risulta dall’inchiesta congiunturale realizzata dall’istituto, “stanno registrando un discreto miglioramento nell’affluenza di visitatori nelle show room e nell’acquisizione di ordini ed inoltre il 67% degli interpellati ritiene che le vendite nel prossimo futuro saranno stabili o in aumento. Anche il clima di fiducia determinato dal Centro Studi Promotor sintetizzando i risultati delle sue inchieste congiunturali, in marzo è in miglioramento coerentemente con il clima di fiducia dei consumatori determinato dall’Istat, elemento questo molto importante perché indicativo della propensione all’acquisto anche di beni di consumo durevole come l’automobile”.
Per quanto riguarda Fiat Chrysler Automobiles (che a Piazza Affari ha guadagnato il 7,32%, beneficiando del +13,6% su base annua delle immatricolazioni negli Usa a marzo), il Gruppo del Lingotto nel mese scorso in Italia ha venduto 59.474 auto, dato in calo del 12,86% rispetto allo stesso mese mese del 2017. La quota di mercato, inoltre, è scesa dal 30,1% al 27,8%. Nel primo trimestre dell’anno in corso le immatricolazioni a livello consolidato sono state 158.242 (-2% su base annua), con una quota di mercato ristrettasi dal 29,56% al 27,56%. I marchi Alfa Romeo e Jeep, comunque, hanno ottenuto risultati molto positivi, con registrazioni in aumento rispettivamente del 17% e del 76,7%. A spingere in alto i risultati dei due brand sono stati i modelli Stelvio, Compass (entrambi prime nelle loro categorie), Giulia e Renegade, che occupano le posizioni di vertice dei loro segmenti.
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