di Valerio Stroppa
I meccanismi di tassazione sui risparmi e sugli investimenti finanziari differiscono da paese a paese, ma con una costante che non conosce confini: più un contribuente è facoltoso, minore è in media il carico fiscale percentuale che deve sopportare, grazie alla possibilità di diversificare gli asset e di detenere strumenti finanziari e assicurativi più evoluti. Chi invece riesce a mettere da parte pochi risparmi tende a concentrarli sui conti correnti e sui depositi, che sono generalmente tassati con aliquote più elevate. Per questo motivo i governi dovrebbero manovrare la leva fiscale sul risparmio in modo da garantire una «crescita inclusiva» e da incoraggiare la previdenza complementare, «alla luce dell’invecchiamento della popolazione e della crescente pressione sul welfare sociale». È quanto evidenzia l’Ocse, che ha pubblicato ieri due nuovi report sulla fiscalità della ricchezza personale.
I documenti esaminano i regimi tributari vigenti nei 35 paesi appartenenti all’organizzazione più altri cinque stati partner (Argentina, Bulgaria, Colombia, Lituania e Sudafrica). Dall’analisi emergono «grandi differenze sul trattamento di asset come conti bancari, obbligazioni, azioni e fondi pensione», sottolinea l’Ocse. Al punto che la variabile fiscale diventa uno dei driver principali, se non il più importante in assoluto, nella valutazione delle diverse alternative di investimento, «ancora più dei tassi di interessi lordi riconosciuti».
«Nella maggior parte dei casi, i paesi non hanno bisogno di aumentare il prelievo fiscale sui risparmi», commenta Pascal Saint-Amans, direttore del dipartimento fiscale dell’Ocse, «tuttavia ci sono ampi margini di manovra per migliorare l’attuale sistema di tassazione. I governi hanno l’opportunità di aumentare l’efficienza e l’equità dei propri sistemi tributari e i nostri report forniscono proposte concrete su come farlo». L’Ocse suggerisce che non vi è necessità di prevedere imposte patrimoniali in paesi dove la tassazione delle persone fisiche è già consistente e le tasse di successione/donazione sono ben progettate. Al contrario, Parigi ritiene che ci possa essere spazio per introdurre una patrimoniale laddove la tassazione dei redditi di capitale è bassa e/o non vengono pagate le imposte di successione.
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