Per il sesto anno consecutivo le compagnie hanno chiuso i bilanci con utili in crescita, resistendo alla crisi e ai bassi tassi. Anche il 2018 è partito bene, con premi in aumento nei primi mesi. E tra le imprese abbondano le polizze hi-tech
di Anna Messia e Nicola Carosielli
Non sono tanti i settori industriali che possono vantare una crescita costante degli utili per sei anni consecutivi. Per le compagnie di assicurazioni è stato così, nonostante negli ultimi anni il settore abbia avuto tante sfide complicate da affrontare: c’è stata la crisi economica che ha inevitabilmente colpito le imprese e anche il risparmio degli italiani mentre contemporaneamente i bassi tassi d’interesse, arrivati rasoterra, hanno messo in difficoltà non poco le compagnie che hanno bisogno di rendimenti sostenuti per riconoscere a cascata buone performance ai propri clienti. A questi si sono aggiunti i grandi cambiamenti dettati dall’onda dell’innovazione tecnologica con l’arrivo di nuovi competitor e dell’insurtech, pronti a sfidare il settore e rompere i vecchi schemi delle compagnie tradizionali. Sfide che restano ancora aperte e che tra l’altro sono coincise con un ricambio a ritmi da record dei vertici del mercato assicurativo italiano: tanti i nuovi timonieri entrati negli ultimi due anni, da Allianz, a Cattolica a Groupama. Ma non c’è dubbio che il settore abbia dato prova di saper tenere testa alla competizione e il 2018 si è aperto con risultati che evidenziano una crescita ulteriore rispetto al 2017, come emerso tra i leader delle compagnie Italia riuniti a Milano il 5 aprile, alle Officine del Volo, in occasione dell’edizione 2018 degli Insurance & Previdenza Awards di MF-Milano Finanza.
Il 2018 è iniziato bene, ha sottolineato il direttore generale dell’Ania, Dario Focarelli, in apertura della charity dinner a favore del centro cardiologico Monzino, rappresentato dal direttore area clinica, Cesare Fiorentini, e dal direttore scientifico, Elena Tremoli. Nel ramo vita, in particolare, nei primi due mesi dell’anno si è registrato un ulteriore sviluppo del 7% e va sottolineato che «gennaio è un mese importante perché tradizionalmente le famiglie tendono a riallocare i propri risparmi» ha dichiarato Focarelli, ricordando anche la crescita record registrata dalla polizze di tipo unit linked l’anno scorso, con un aumento del 30% a quota 31 miliardi rispetto ai 130 miliardi complessivi. Numeri che mostrano l’imponente manovra messa in atto dal settore assicurativo in questi mesi, con la frenata nella vendita delle vecchie polizze tradizionali (le gestioni separate colpite dai bassi tassi e più onerose in termini di capitale) rispetto alle unit (più rischiose per i clienti ma dai ritorni più promettenti e più leggere per le imprese sul capitale). Anche nel ramo Danni i risultati sono incoraggianti, con un aumento dei premi nei primi due mesi del 3,5%. Certo, non è di sicuro il tasso di sviluppo che servirebbe all’Italia per colmare la storica sottoassicurazione rispetto agli altri Paesi d’Europa, ma si tratta «di segnali che vanno nella giusta direzione», ha aggiunto Focarelli, sottolineando per esempio la crescita del 10% registrata dalle polizze legate alla salute.
A incoraggiare le imprese nello sviluppo del settore Danni sono anche le nuove tecnologie che hanno quindi un fianco bifronte: se da una parte possono rappresentare una sfida, considerando i nuovi operatori Insurtech che stanno accentuando la competizione (nel mondo ce ne sarebbero già 1.400), dall’altra, quella stessa tecnologia, rappresenta un’opportunità di crescita per le compagnie tradizionali capaci di saperla sfruttare al meglio; dalla domotica per le abitazioni ai nuovi sistemi di monitoraggio e prevenzione dello stato della salute o ai sistemi che consentono un soccorso immediato in caso di necessità. Novità che sono entrate nel vivo negli ultimi anni, con un proliferare di prodotti innovativi. Non è un caso infatti che proprio quest’anno si sia registrato il record di candidature al premio per la migliore polizza innovativa pervenute ad Accenture, partner di MF-Milano Finanza per gli Insurance&Previdenza Awards. «Abbiamo ricevuto 80 candidature», ha spiegato Daniele Presutti, senior managing director Financial Services, Insurance Practice di Accenture per Europa, Africa e America Latina. «Si tratta di un record che rappresenta una crescita del 35% rispetto all’anno scorso con dati triplicati negli ultimi tre anni». A essere premiati sono stati l’innovazione, la qualità del servizio al cliente e la fruibilità delle novità che toccano in modo trasversale diversi prodotti assicurativi. «Dai prodotti per la mobilità, alla famiglia, alla salute o agli animali domestici», ha spiegato Presutti ricordando che pronti a crescere nel Danni, come annunciato nei loro piani industriali, ci sono anche colossi del calibro di Intesa Sanpaolo e Poste Italiane.
Non sono però solo i big a muoversi. Negli ultimi anni non sono mancate anche nuove startup tutte italiane. Come Yolo, acronimo di You only live once (si vive una sola volta), un’assicurazione pay per use, che non utilizza canali fisici, nata per distribuire prodotti dei principali gruppi assicurativi nazionali e internazionali. «Il mercato è pronto a questi cambiamenti e c’è l’interesse dei clienti», ha sottolineato il presidente di Yolo, Simone Ranucci Brandimarte. «Dai viaggi agli infortuni legati allo sport, passando per polizze instantanee legate all’acquisto di oggetti elettronici». E di recente si è assistito anche al lancio di Verti, la ex Direct Line, guidata in Italia dal ceo Enrique Flores Calderon. Ma nuove iniziative non sono mancate nemmeno tra operatori più tradizionali, come nel caso di Bene Assicurazioni, che ha puntato sulla semplificazione dei prodotti. «Il nostro è un caso che dimostra che è possibile fare innovazione e migliorare il ruolo sociale delle assicurazioni anche partendo da zero», ha detto l’amministratore delegato, Andrea Sabia. L’innovazione e la semplificazione sono però anche pilastri portanti del nuovo piano industriale di Cattolica presentato al mercato lo scorso gennaio e messo a punto da Alberto Minali, arrivato al timone della compagnia a giugno 2017 e premiato come Assicuratore dell’Anno. «Abbiamo avviato un processo di semplificazione anche nella governance della compagnia con la decisione di mantenere la forma di cooperativa ma rendendo la gestione più agile, con un modello monistico, e prevedendo la rappresentanza nel consiglio di amministrazione degli investitori istituzionali», ha dichiarato Minali. Novità che saranno votate nella prossima assemblea della compagnia, in programma per il 29 aprile e che consentiranno a Warren Buffett, che detiene il 9% della società (primo azionista di Cattolica), di avere una sua rappresentanza in consiglio se lo vorrà. Ci sono poi realtà che puntano sul Belpaese come Groupama, che pare intenzionata a fare proprio dell’Italia il cantiere dell’innovazione del gruppo assicurativo francese, con l’avvio di una start up per sviluppare società di Insurtech. «L’Italia è un mercato molto ricettivo da questo punto di vista, considerando che per esempio detiene il record di scatole nere installato sulle autovetture», ha commentato Dominique Uzel, di recente nominato amministratore delegato e direttore generale di Groupama Italia. Innovazione sarà la parola d’ordine del futuro anche per il gruppo Generali: «Dopo aver semplificato e digitalizzato i processi di vendita e pre vendita nel 2018 ci dedicheremo al post vendita», ha dichiarato Francesco Bardelli, responsabile del Business Transformation e del Programma Semplificazione di Generali Italia. Mentre in Alleanza, dopo aver chiuso il processo di digitalizzazione dei consulenti, l’obiettivo è ora aprire al mondo digitale anche i 10 mila collaboratori della compagnia. Ma c’è anche chi, come Giacomo Campora, al timone di Allianz Italia dallo scorso gennaio, dopo essere stato direttore generale della compagnia, guarda già oltre la digitalizzazione. «Quest’ultimo è un processo obbligato ma il mio obiettivo sarà di semplificare il gruppo e renderlo sempre più leggero», ha dichiarato Campora, aggiungendo che al centro della sua strategia ci saranno gli agenti per «rimettere energia nelle agenzie». (riproduzione riservata)
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