Insurance Europe lancia un campanello d’allarme: la federazione europea delle assicurazioni ritiene infatti che Bruxelles stia andando un po’ troppo di fretta sul suo progetto di class action europee.
Concepito a seguito dello scandalo del dieselgate, questo progetto di direttiva mira a permettere ai consumatori europei di avviare, attraverso le associazioni dei consumatori senza scopo di lucro, delle azioni collettive in tutti gli Stati membri contro le imprese sotto accusa. Allo stato attuale infatti la legislazione europea permette ad un privato di avviare tali cause solo nel suo paese di origine.
La Commissione europea si è adoperata per garantire che gli studi legali specializzati in queste controversie non possano utilizzare questa procedura per realizzare profitti, come nel caso degli Stati Uniti. Ma, secondo Insurance Europe, queste misure di sicurezza non sono sufficienti. “Le proposte della Commissione sottovalutano il rischio che i benefici dell’azione di gruppo siano attribuiti a terzi piuttosto che alle persone che chiedono risarcimento”.
“Senza adeguate salvaguardie, potrebbe esserci una proliferazione di azioni collettive motivate da un potenziale ritorno sull’investimento, piuttosto che dalla legittimità di un reclamo. Ciò potrebbe aumentare i costi delle operazioni commerciali, a scapito dei consumatori e degli assicuratori europei”, afferma Insurance Europe. Inoltre, la federazione ritiene che questa riforma a livello europeo sia prematura, in un momento in cui gli Stati membri stanno sviluppando il proprio sistema di azione di gruppo, come ha fatto la Francia alla fine del 2014.