Che chance i piani pensionistici
Intervista a Corcos in occasione dell’apertura del Salone del Risparmio 2018. Dai nuovi strumenti previdenziali europei può arrivare linfa per l’industria del risparmio, segnala il presidente di Assogestioni. I Pir? Per le pmi diventeranno un canale alternativo al credito bancario
di Jole Saggese
Ieri a Milano si sono aperti i lavori della nona edizione del Salone del Risparmio (10-12 aprile). Per l’occasione Class Cnbc ha intervistato Tommaso Corcos, presidente di Assogestioni.
Domanda. La globalizzazione è l’argomento del Salone di quest’anno. Pare quasi un paradosso nell’era dei neoprotezionismi e della guerra commerciale…
Risposta. È vero, globalizzazione sembra quasi una parolaccia, un ritorno al passato. Abbiamo visto però quanto il tema sia centrale: è bastato qualcosa di più che un accenno di protezionismo a fermare i mercati azionari e a farli riflettere. Per fortuna questa mattina (ieri, ndr) il presidente cinese Xi Jinping ha aperto ai mercati e alla difesa della proprietà intellettuale, un tema molto importante per gli americani e non solo.
D. Il risparmio delle famiglie italiane sembra far da contraltare al debito pubblico: uno cresce, l’altro purtroppo anche. Una delle grandi sfide dell’industria del risparmio è far sì che gli accantonamenti privati possano aiutare le finanze statali e soprattutto l’economia.
R. Alcune scelte spettano indubbiamente al governo, ma altre sono nelle mani degli operatori, in particolare del triangolo costituito da sgr, società di distribuzione e famiglie. Pensiamo di poter dare il nostro contributo attraverso il lancio e lo sviluppo dei Pir, che hanno avuto risultati straordinari e che fungeranno da canale finanziamento parallelo al sistema bancario.
D. Che cosa chiede l’industria del risparmio gestito al prossimo governo?
R. Preferisco partire con un ringraziamento per il lavoro fatto non solo dal governo ma da tutte le istituzioni per il progetto dei Pir. Nel 2017 la raccolta è stata di 11 miliardi e alcune stime dicono che possa arrivare a 60 miliardi nei prossimi anni: un ottimo punto di partenza. L’addendum della Bce alle linee guida sugli npl probabilmente renderà un po’ più difficile il sostegno alle piccole e medie imprese da parte del sistema bancario e avere un canale di finanziamento aggiuntivo sarà sicuramente di grandissimo aiuto. Se c’è qualcosa da chiedere è la revisione del sistema previdenziale nel suo complesso: fra poco nasceranno i piani individuali pensionistici europei, vale la pena osservarli con attenzione. Da lì possono nascere belle sorprese e può arrivare nuova linfa per l’industria: in questo il governo potrebbe aiutare.
D. Quanto è importante la stabilità politica per l’industria del risparmio gestito?
R. Importantissima. Basti pensare a quello che ci aspetta con la fine del Quantative easing della Bce e con il varo delle riforme necessarie a completare la realizzazione di un sistema finanziario unico europeo. Le difficoltà politiche rischiano di rallentare quest’ultimo processo, che invece sarebbe fondamentale accelerare.
D. Forse è ancora presto per tracciare un primo bilancio della Mifid2, ma dopo tre mesi quali segnali sono arrivati?
R. Mi ricordo che l’anno scorso c’era molta preoccupazione riguardo a Mifid2 e alla fine l’industria si è fatta trovare pronta all’appuntamento. Al momento non so dire come evolverà il modello di servizio, ma sono fiducioso che la triangolazione fra sgr, società di distribuzione e famiglie diventerà sempre più solida e potrà dare grandissimo slancio alla ripartenza delle imprese.
D. Che cosa ha guidato le scelte di Assogestioni nell’organizzazione di questa nona del Salone del Risparmio?
R. Come negli anni precedenti, abbiamo cercato di mantenere vivo l’interesse lungo tutto il corso della manifestazione, non concentrando i grandi ospiti nella prima giornata. Il 12 aprile ci aspettiamo anche una forte rappresentanza del governo. In tre giorni si affronteranno temi diversi: mi incuriosisce molto l’intervento di un esperto di veicoli a conduzione autonoma che spiegherà come questa innovazione potrà rivoluzionare tante industrie e il profilo stesso delle città. (riproduzione riservata)
ha collaborato
Francesco Bertolino
Fonte: