Per avere la decorrenza dell’anticipo pensionistico volontario dal maggio del 2017 bisogna presentare la domanda entro il 18 aprile. Ecco costi e benefici per chi aderisce. Da considerare i benefici fiscali, ma anche gli effetti sull’assegno post-lavoro
di Carlo Giuro
In attesa di capire cosa farà in ambito previdenziale il prossimo governo, in particolare su età pensionabile e meccanismi di uscita, si va completando il complesso mosaico delle misure di flessibilità delineato dai precedenti esecutivi. In settimana è diventata operativa anche la possibilità di presentare domanda per l’Ape volontaria. L’Ape volontaria è una soluzione di libero arbitrio previdenziale, che dà la possibilità di accedere all’uscita anticipata dal lavoro senza avere ancora maturato i requisiti di pensionamento, con oneri però a proprio carico. Invece nel caso dell’Ape aziendale gli oneri sono a carico del datore di lavoro: lo strumento è utilizzabile, previa intesa con il lavoratore, dalle aziende in caso di ristrutturazione e turnover.
L’Ape volontaria è un prestito che dà ai lavoratori over 63 una disponibilità finanziaria a fronte di parte della pensione futura durante gli anni che li separano dalla pensione di vecchiaia. Il prestito è agevolato fiscalmente ed è coperto obbligatoriamente da un’assicurazione contro il rischio di premorienza. L’Ape dà diritto a un credito d’imposta pari alla metà della somma di interessi e premio assicurativo, corrisposto a partire dal rimborso del prestito pro-quota su ogni rata di ammortamento. Questo credito d’imposta dimezza quindi il costo del prestito. In caso di premorienza del percettorie il debito è estinto dall’assicurazione, senza conseguenze su eredi o pensione di reversibilità. La somma totale ricevuta, comprensiva di premio assicurativo e commissione al fondo di garanzia, è rimborsata in 20 anni dalla data di pensionamento, con 12 rate di ammortamento mensili trattenute dall’Inps sulla pensione. Le rate di ammortamento non incidono sulla tredicesima. Possono chiedere l’Ape volontaria lavoratrici e lavoratori dipendenti, privati e pubblici, autonomi e parasubordinati che abbiano almeno 63 anni, maturino il diritto a pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi, abbiano almeno 20 anni di contributi e non siano titolari di trattamento pensionistico diretto. L’importo minimo richiedibile è 150 euro per un minimo di 6 mesi, mentre il massimo ottenibile è commisurato alla durata dell’anticipo e alla pensione netta certificata. Più nello specifico il 90% della pensione netta per una durata inferiore a 12 mesi , l’ 85% per una durata compresa tra 12 e meno di 24 mesi, l’80% per cento per una durata compresa tra 24 e meno di 36 mesi, il 75% se la durata è maggiore o uguale a 36 mesi. A garanzia del richiedente, per evitare un eccessivo indebitamento, il valore di Ape richiesto non può generare una rata di ammortamento che, sottratta alla pensione, porti il reddito disponibile del richiedente sotto 710 euro circa (1,4 pensione minima) e/o che sommata ad altri debiti rateizzati, incidenti nel periodo della pensione, superi il 30% della pensione maturata. Per ottenere l’Ape volontaria bisogna attivare, tramite i canali autorizzati (Inps on line o i patronati), un percorso in due step con la domanda di certificazione Inps del possesso dei requisiti e successivamente la domanda per accedere allo strumento con cui si indica anche la banca finanziatrice e la compagnia assicuratrice scelti nell’elenco riportato nella specifica convenzione stipulata da Tesoro-Inps-Abi e Ania. È prevista poi la possibilità di chiedere un prestito supplementare che prolunghi il «reddito finanziario ponte» in caso di adeguamenti dell’età di pensionamento alla speranza di vita sopravvenuto dopo la domanda di Ape. Nella formulazione della domanda del prestito al richiedente sono fornite tutte le informazioni sulle condizioni e i costi del prestito. In alcuni casi è possibile chiedere la decorrenza di Ape da maggio 2017 (ottenendo gli arretrati) ma solo per le domande fatte entro il 18 aprile 2018. Il lavoratore, contestualmente alla richiesta, dovrà fare anche domanda diretta della pensione di vecchiaia da liquidarsi al raggiungimento dei requisiti anagrafici previsti dalle norme vigenti (di regola 66 anni e 7 mesi, al netto dei futuri adeguamenti alla speranza di vita che scatteranno dopo il 2018). Entrambe le domande non saranno revocabili una volta perfezionato il contratto di prestito. La scelta di utilizzare l’Ape volontaria discende da valutazioni economiche e personali. Occorre fare un’analisi costi-benefici data l’onerosità dello strumento. I costi dell’Ape consistono anzitutto negli interessi sulla somma erogata dalla banca con tasso fissato al momento della domanda, e che non cambia per tutta la durata del prestito. Per i nuovi prestiti, il tasso è calcolato ogni due mesi in base a una formula che considera i rendimenti dei titoli di Stato a lunga scadenza. In ogni modo va ricordato che è un prestito agevolato. C’è poi il premio assicurativo contro il rischio di premorienza. Infine la commissione per il fondo di garanzia pari all’1,6% del totale erogato. Non va poi trascurato l’effetto previdenziale in considerazione del fatto che l’uscita anticipata dal lavoro comporta il mancato versamento di contributi con riflesso sull’assegno erogato al momento del pensionamento. Quali i vantaggi? Va sottolineato in questa prospettiva, al di là delle considerazioni soggettive, il profilo fiscale dal momento che l’Ape volontaria si concretizza in una un’erogazione esente ed è presente il già citato credito di imposta. Interessante può essere poi l’inquadramento dell’Ape volontaria in una prospettiva d’invecchiamento attivo dato che vi si può accedere senza cessare il rapporto di lavoro. L’Ape è dunque compatibile con full-time, part-time e lavoro autonomo. (riproduzione riservata)
Fonte: