I rilievi del ministro delle infrastrutture Delrio sul correttivo nell’audizione in parlamento
Appalti sotto soglia alle pmi delle regioni: lede la concorrenza
Pagina a cura di Andrea Mascolini
Fra due anni nuovo check per il codice appalti; mantenere le deroghe sulle manutenzioni ordinarie dei concessionari autostradali; via libera alle deroghe per gli appalti integrati; richiesta di concludere i rinnovi delle concessioni entro 24 mesi a partire dall’approvazione del decreto correttivo. Sono questi alcuni dei punti più rilevanti dell’audizione di Graziano Delrio davanti alle commissioni parlamentari di camera e senato sullo schema di decreto correttivo del decreto 50/2016.
Il ministro Delrio, dopo aver sottolineato come il decreto 50 debba essere considerato in maniera positiva e quindi come una risorsa, e non come un problema, ha ritenuto di premettere che sia possibile procedere a una revisione del codice fra due anni, vista l’incompleta attuazione dei provvedimenti previsti dal decreto 50.
Ha fatto poi il punto sulla situazione del mercato evidenziando come gli investimenti in Italia siano aumentati del 2,9%, anche se si è registrato un decremento negli investimenti pubblici, con particolare riferimento a quelli dei comuni, dovuto, in parte, alla formulazione delle leggi di bilancio.
Il ministro ha poi dato conto del lavoro svolto con gli enti locali e con le regioni illustrando alle commissioni i contenuti del parere (favorevole con osservazioni) e chiedendo al parlamento di esprimersi su alcuni punti fra cui, in primo luogo, la riserva della partecipazione (per contratti al di sotto delle soglie Ue) a favore delle piccole e medie imprese che operano nel territorio della regione, un punto sul quale, ha detto Delrio, vi è «un rischio in termini di tutela della concorrenza».
Un secondo punto sottoposto all’attenzione delle commissioni è quello dell’innalzamento della soglia, da un milione a due milioni, per affidare lavori con il criterio del prezzo più basso: su questo aspetto Delrio ha espresso la netta contrarietà del governo.
Per quanto riguarda il subappalto, Delrio ha illustrato alle commissioni i rilievi giunti da Bruxelles (che ha ritenuto illegittimi i limiti posti nel Codice, come riportato da ItaliaOggi del 5 aprile 2017); si tratta, ha detto Delrio, di rilievi del tutto opposti a quelli formulati dal Consiglio di Stato. Peraltro, Delrio ha anche precisato che su questa materia anche il presidente Cantone aveva sottolineato delle perplessità sulla scelta del decreto correttivo (applicare il limite del 30% alla sola categoria prevalente e non a tutti i lavori) e sul fatto che sia consentito alla stazione appaltante di ammettere l’utilizzo del subappalto.
Sul tema del rinnovo delle concessioni con gara il ministro ha proposto di chiarire che i 24 mesi entro i quali devono concludersi gli affidamenti delle concessioni già scadute dovrebbero decorrere dall’entrata in vigore del correttivo.
Sull’obbligo per le concessionarie di affidare a terzi almeno l’80% dei lavori, forniture e servizi, Delrio ha sottolineato l’opportunità di chiarire il concetto di manutenzione ordinaria sul quale il parere del Consiglio di stato ha evidenziato una difformità rispetto alla legge delega 11/2016, anche se «si tratta dell’1% dei lavori».
Il ministro si è poi soffermato sul tema del partenariato pubblico-privato affermando che rilevante non è l’entità della partecipazione ma la valutazione della reale serietà del progetto e della necessità del contributo pubblico.
Sull’altro delicato tema dell’appalto integrato, ha precisato che il parere del Consiglio di stato ha nella sostanza approvato la disposizione del correttivo, mentre l’Anac vorrebbe che fosse precisato meglio il tema del contenuto tecnologico.
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