Arrivano segnali di disgelo tra Banca popolare di Vicenza e Cattolica assicurazioni dopo le frizioni delle ultime settimane. Ieri a Milano era in programma un cda dell’istituto bancario, che tra i punti all’ordine del giorno aveva proprio l’esame del dossier Cattolica. La linea che al momento prevale, secondo alcune fonti, è che sia preferibile una negoziazione con la controparte piuttosto che un’azione legale.
Un’indicazione di fatto anticipata nei giorni scorsi dall’a.d. Fabrizio Viola, che, riferendosi proprio al braccio di ferro in atto con Cattolica, aveva spiegato che «le cose migliori di solito si fanno fuori dai tribunali: personalmente non sono un litigioso, anche perché le liti nei tribunali portano via molti anni e, in linea di massima, non ingrassano le tasche delle controparti».
Il 4 aprile la compagnia veronese aveva reso nota l’intenzione di esercitare la put per uscire dalle partnership assicurative: la mossa costringerà, di fatto, Bpvi a mettere mano al portafoglio per ricomprare il 60% delle quote per 178,5 milioni di euro. Una scelta che a Vicenza hanno giudicato quantomeno sconveniente nei tempi, considerate le difficoltà in cui versa l’istituto. Il board ha predisposto una risposta ufficiale che verrà recapitata a breve ai vertici della compagnia. «Risponderemo per le rime», hanno riferito due consiglieri al termine della riunione. «Loro sono stati assertivi, noi faremo lo stesso».
Le ultime dichiarazioni di Fabrizio Viola, unitamente a quelle dell’a.d. di Cattolica, Giovan Battista Mazzucchelli, che si è detto disponibile a un confronto per discutere le modalità d’esercizio della put, lasciano tuttavia pensare che la frattura si possa ricomporre nei prossimi mesi.
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