La portabilità della blackbox mette a dura prova la privacy degli automobilisti.
Il garante della privacy ha segnalato al parlamento le criticità delle scatole nere sotto il profilo della protezione dei dati personali, soprattutto in relazione alle disposizioni che assicurano la portabilità della scatola nera tra le varie compagnie, già con una segnalazione del luglio 2015, relativa al ddl concorrenza.
In una prima versione, poi soppressa, si prevedeva che l’interoperabilità dei meccanismi elettronici che registrano l’attività del veicolo fosse garantita dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti attraverso un «servizio unico di raccolta dei dati», anche affidato in concessione, da costituirsi presso le strutture tecniche del centro di coordinamento delle informazioni sul traffico e sulla sicurezza stradale dello stesso ministero (Cciss).
I rilievi del Garante sono stati raccolti e il disegno di legge esclude la raccolta centralizzata di una notevole quantità di informazioni destinate a confluire in una banca dati di enormi proporzioni. Il disegno di legge in esame prevede, invece, che l’interoperabilità e la portabilità dei meccanismi elettronici sia assicurata dagli operatori del settore (denominati «providers di telematica assicurativa») i quali devono gestire i dati sull’attività del veicolo in sicurezza e sulla base dello standard tecnologico comune da definire con decreto del Ministero dello sviluppo economico.
Altro profilo è quello della utilizzazione dei dati raccolti.
Nel dettaglio il ddl prevede che i dati sono trattati dall’impresa di assicurazione nel rispetto delle disposizioni del codice della privacy: salvo consenso espresso dell’assicurato è fatto divieto all’impresa di assicurazione, e ai soggetti a essa collegati, di utilizzare i dispositivi al fine di raccogliere dati ulteriori rispetto a quelli destinati alla finalità di determinazione delle responsabilità in occasione dei sinistri e ai fini tariffari, o di rilevare la posizione e le condizioni del veicolo in maniera continuativa o comunque sproporzionata rispetto alla medesima finalità.
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