di Paola Valentini
Guardando con lo specchietto retrovisore le performance ottenute dai gestori dei fondi comuni e delle sicav a disposizione dei risparmiatori italiani si scoprono i nomi di chi è riuscito a limitare i danni in questi primi mesi del 2016. Che fino al 10 febbraio hanno visto una forte correzione dei mercati azionari, sulla scia di un mix di fattori relativi sia agli Usa sia ai Paesi emergenti sia all’Europa, per poi mettere a segno un buon recupero.
Per esempio nel primo trimestre l’S&P 500 è cresciuto dello 0,7%, grazie al rialzo del 12,5% dai minimi dell’11 febbraio scorso. L’Europa ha registrato un simile rimbalzo, ma aveva perso di più e quindi l’indice azionario europeo Eurostoxx 50 è ancora in territorio negativo da inizio anno (-8%) pur avendo negli ultimi due mesi guadagnato il 12%. L’Italia ha avuto sbalzi maggiori: -15,5% dal 1° gennaio e -14,8% dall’11 febbraio. In questo contesto non manca chi nell’azionario, ma anche nel comparto obbligazionario, è riuscito a tenere la rotta. Come emerge dalle analisi di Morningstar, che ha elaborato per MF-Milano Finanza la classifica dei cinque migliori fondi per rendimento nel primo trimestre in otto categorie. Accanto a questi, Morningstar riporta anche i rendimenti dei cinque fondi con le performance più basse da inizio anno, sempre nelle stesse categorie. Con un’avvertenza: non è detto che i comparti che si sono piazzati tra i primi confermino la propria posizione una volta che la situazione sarà più tranquilla. Un fatto è comunque certo: i tassi ai minimi non scompariranno tanto presto dai mercati finanziari rendendo più difficile la vita ai gestori, ma facendo anche emergere le differenze tra i money manager di valore e quelli meno brillanti.
A Piazza Affari spicca il fondo Symphonia Azionario Small Cap Italia gestito da Guido Crivellaro. A fronte di un indice Ftse Mib Small Cap che nel trimestre ha perso oltre il 12%, il fondo ha limitato le perdite al 6,3% dato che investe in titoli di piccola e media capitalizzazione e quindi ha schivato più di altri la forte correzione dei titoli delle banche italiane, il tema dominante di questo avvio del 2016. «Il mercato italiano sta vivendo una fase transitoria dove pur a fronte di uno stato di salute della aziende buono, pesa il riacutizzarsi del rischio geopolitico, aggravato dal malessere del sistema bancario domestico. Quest’ultimo ha risentito dell’intervento invasivo della Bce nella fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare , che ha evidenziato il peso ancora forte del tema dei crediti deteriorati in bilancio alle banche italiane», spiega Crivellaro.
In tale contesto, il segmento delle piccole e medie società, con specifico riferimento all’indice Ftse Italia Star, sebbene negativo in termini assoluti negli ultimi mesi, ha fatto meglio degli altri indici, dimostrando una significativa forza relativa. «Riteniamo che le prospettive e lo stato di salute delle small cap italiane sia ancora positivo, e ci attendiamo risultati buoni per l’anno in corso anche se la volatilità dei prezzi di borsa è destinata a mantenersi elevata così come la liquidità dei titoli potrebbe confermarsi ridotta», spiega Crivellaro. Tra i principali titoli nel portafoglio del fondo risultavano a fine febbraio Brembo , BB Biotech , Interpump , EI Towers , Ima e Amplifon .
Tra gli azionari Europa il primo è il comparto European Focus del gruppo inglese Odey. Il fondo ha limitato il rosso al 2,1% nel primo trimestre, facendo molto meglio del -7,7% del benchmark, il Mcsi Europe. Il gestore, Oliver Kelton, segnala che a febbraio ha aperto una nuova posizione in Alstom.
Passando a Wall Street, il fondo Morgan Stanley Us Insight Fund ha ottenuto il rendimento migliore del periodo (4,5%) nella categoria degli azionari Usa. È gestito da Burak Alici, managing director di Morgan Stanley Investment Management. Tra le partecipazioni principali figurano United Technologies, Manitowoc, Bwx Technologies e Paypal (dati al 29 febbraio). Alici gestisce anche il comparto piazzatosi primo tra gli azionari globali, il Global Discovery che tra le prime posizioni in portafoglio ha alcuni titoli dello Us Insight (Bwx e Manitowoc), ma anche Christian Dior e Intuitive Surgical.
Sui Paesi emergenti si mette in evidenza il fondo di Pimco Rae Fundamental Emerging Markets gestito da Rob Arnott che ha reso il 7% nei tre mesi. È un prodotto smart beta, ovvero un fondo passivo a gestione attiva e si basa su una partnership con Research Affiliates. «La strategia di investire piccoli importi nelle azioni dei mercati emergenti unita alla disponibilità a tenere le posizioni pazientemente nel lungo termine, può essere un buon approccio per gli investitori che cercano di aumentare i rendimenti a lungo termine», spiega Haran Karunakaran, product manager di Pimco.
Passando ai bond, il fondo Legg Mason Brandywine Global Opportunistic Fixed Income si piazza primo tra gli obbligazionari globali, con un rendimento di quasi il 3%. «Per gli investitori con orizzonte temporale di medio-lungo termine persistono opportunità interessanti nell’ambito dei titoli governativi dei mercati emergenti in valuta locale, e il motivo è essenzialmente questo: il mese di marzo ha rappresentato più l’inizio che la fine di un ciclo, a nostro avviso. In un contesto di mercato non più così avverso al rischio, se la Fed non compirà mosse sbagliate adottando politiche monetarie troppo restrittive, la ricerca di rendimenti più elevati ricondurrà inevitabilmente gli investitori obbligazionari sui mercati emergenti», spiega il gestore del fondo Jack McIntyre.
Tra i bond high yield il fondo Global High Income Opportunities dell’americana Capital Group risulta tra i prodotti che da inizio anno hanno perso meno (-0,4%). «Tra gli strumenti ad alto rendimento, Jmc Steel ha dato il maggior contributo positivo ai rendimenti. Il produttore Usa di tubi ha emesso a gennaio le sue indicazioni per la prima metà del 2016, giudicate costruttive», spiega Laurentius Harrer, gestore del fondo Global High Income Opportunities.
Tra i bilanciati, Esperia Sicav Strategic Portfolio nel trimestre è al top della categoria con un +3,3%. La gestione è delegata a Duemme Sgr (i gestori sono Filippo Di Naro, Rinaldo Leva e Alessandro Paulillo). Il comparto investe soprattutto nell’Eurozona. Duemme ritiene interessanti le prospettive per le obbligazioni corporate, in particolare high yield, che già incorporano gran parte dei rischi macroeconomici. «Anche sulle borse siamo prudenti. Tuttavia, le elevate dispersioni dei multipli fra stili, settori e titoli possono dare buone opportunità per lo stockpicking nel medio termine», spiegano da Duemme. (riproduzione riservata)
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