di Anna Messia
Per le assicurazioni chiamate a raccolta non sarà facile dare l’adesione al fondo Atlante entro questa sera, come vorrebbe l’esecutivo. Se la buona volontà di partecipare all’iniziativa sponsorizzata dal Tesoro per sostenere le banche non manca, tanto che le compagnie hanno già dato disponibilità di massima, sembrano mancare ancora troppi dettagli chiave per poter arrivare a una decisione definitiva, osservano i protagonisti. E non si tratta solo dei possibili rendimenti-rischi dell’investimento nel fondo che le assicurazioni sono state invitate a sottoscrivere per un importo che potrebbe arrivare a 1,3 miliardi. Ma non è ancora chiaro, per esempio, se la quota di adesione dovrà dipendere dal patrimonio netto delle imprese o magari dalla quota di mercato. E non si capisce neppure perché siano state solo sei le imprese assicurative contattate dal Tesoro, osserva più di qualcuno, ovvero Generali , Unipol , Cattolica, Posta Vita, Axa e Allianz . Tanto che starebbe avanzando l’ipotesi di chiedere all’Ania di coordinare quanto possibile l’intero settore coinvolgendo anche altre imprese. A questo si aggiungo le questioni legate ai requisiti di capitale in base alle nuove regole di Solvency II partite a gennaio, penalizzanti per investimenti azionari e ancora di più per acquisiti (anche se indiretti) di npl. (riproduzione riservata)
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