di Anna Messia
Il primo investimento effettuato dal fondo Apollo in Italia, ossia l’acquisizione del braccio assicurativo di Banca Carige , avvenuta lo scorso giugno per 310 milioni, sta dando i frutti sperati. Tanto che il colosso americano, leader nell’investment management con quasi 160 miliardi di dollari di asset in gestione, è pronto a puntare ancora forte sul Paese e non solo tramite le trattative in corso in queste settimane per prendere il controllo della banca ligure.
L’interesse rimane vivo anche per il settore assicurativo, come racconta a MF-Milano Finanza Roberto Laganà, amministratore delegato di Amissima Assicurazioni e Amissima Vita, come sono state ribattezzate rispettivamente Carige Assicurazioni e Carige Vita Nuova. «Abbiamo partecipato alle trattative per l’acquisizione di Ergo e a quelle per le assicurazioni di Banca Sella (finite poi rispettivamente a Cinven e ad Hdi, ndr)», dice Laganà, «e continuiamo a essere decisamente interessati alla crescita per linee esterne. Guarderemo sicuramente altri dossier quando si presenterà l’occasione, anche perché, tra l’altro, ritengo che il mercato sia destinato a diventare via via più interessante».
Domanda. A che cosa si riferisce?
Risposta. Finora le valutazioni sono state drogate dal ciclo positivo registrato dal mercato Rc Auto negli ultimi anni, ma probabilmente la tendenza sta cambiando e alcuni valori andranno necessariamente rivisti. Intanto noi ci stiamo concentrando sulla crescita interna, puntando tra le altre cose sullo sviluppo della reti agenziali, con l’obiettivo di arrivare a 500 agenti entro il 2019, ossia alla fine del piano quinquennale, rispetto ai 370 di partenza. L’anno scorso abbiamo inserito 50 nuovi agenti e quest’anno siamo già a quota 30. Gli agenti, guidati da Letterio Munafò, sono fondamentali nel nostro modello e lo stati anche nell’impegnativo piano di risanamento avviato con la mia gestione, nel 2012, e che ha visto il punto di svolta nel 2014, chiuso con un roe di gruppo record del 14% e con un utile netto di 58,7 milioni.
D. Il 2015 doveva essere il primo anno dello sviluppo. Com’è andata?
R. Stiamo chiudendo il bilancio in questi giorni. L’unica cosa che posso anticipare riguarda l’andamento dei premi, che complessivamente hanno raggiunto 1,31 miliardi, in crescita del 28,8%. Abbiamo fatto un po’ meglio del 28,7% previsto dal piano. Questi numeri ci danno fiducia di poter raggiungere gli obiettivi nei cinque anni, che prevedono una crescita media annua dei premi del 12%, con un obiettivo di fine piano di 1,78 miliardi, al netto delle eventuali operazioni straordinarie. Per svilupparci guardiamo anche a nuovi possibili accordi bancari; abbiamo stilato una short list dopo aver studiato il mercato.
D. Al momento la gran parte della raccolta arriva però dagli sportelli di Carige . Se Apollo riuscisse a diventare socio di riferimento della banca, ci sarebbero sinergie anche per voi?
R. Già oggi abbiamo un accordo blindato con Carige della durata di dieci anni, rinnovabile unilateralmente da noi per altri dieci. Dalla banca arriva il 95% dei 980 milioni di raccolta complessiva Vita, mentre il resto dagli agenti. Nel ramo Danni tale rapporto è rovesciato. Si tratta di un’alleanza forte e duratura, a prescindere da chi sarà azionista della banca.
D. Quando inizierete a pagare dividendi ad Apollo?
R. Gli utili raggiunti fino ad oggi sono andati a finanziare lo sviluppo dell’azienda e a rafforzarne il capitale, visto che, tra l’altro, a gennaio in campo assicurativo sono entrate in vigore le nuove regole di Solvency II. Il nostro indice di solvibilità è ben oltre il minimo richiesto e il piano prevede pagamenti di dividendi a partire dal 2017. (riproduzione riservata)
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