di Anna Messia
In attesa di collocare sul mercato fino al 40% del capitale di Poste Italiane, possibilmente in autunno, il ministero dell’Economia (azionista unico del gruppo guidato da Francesco Caio) incassa una maxi-cedola di 250 milioni. La decisione è stata presa ieri dall’assemblea Poste Italiane spa, riunitasi sotto la presidenza di Luisa Todini per approvare il bilancio 2014.
Il fatto è significativo non tanto per l’importo in gioco (visto che l’anno scorso l’assegno pagato al Tesoro era stato di 500 milioni), quanto perché il dividendo che sarà pagato quest’anno è più alto non solo dell’utile 2014 dell’intero gruppo (che ha chiuso il bilancio consolidato con un risultato netto di 212 milioni rispetto al miliardo dell’anno prima), ma anche dei profitti della stessa Poste Italiane spa, ha chiuso l’esercizio con un guadagno di soli 57 milioni (rispetto agli oltre 700 milioni del 2013) a causa soprattutto dell’andamento negativo dell’attività recapito tradizionale. Interpellati al proposito, da Poste Italiane si sono limitati a indicare di aver fatto ricorso alle riserve. (riproduzione riservata)