Un patrimonio netto di 5,9 mld di euro che, quest’anno ha fruttato 229 mln di euro a fronte di un costo delle pensioni pari a 242 mln di euro. E gli investimenti del patrimonio riescono a coprire il più del 90% delle prestazioni previdenziali. Questi i dati che, ieri, hanno trovato conferma nel corso dell’assemblea per l’approvazione del bilancio 2014 della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti (si veda ItaliaOggi del 17 aprile 2015). Nel dettaglio, le cifre emerse a conclusione del via libera hanno posto in evidenza come quest’anno la Cnpadc abbia fatto registrare un avanzo al di sopra delle aspettative pari a 557 mln di euro «a cui devono essere aggiunti», ha sottolineato la Cassa tramite una nota, «anche i 37 mln di euro di extrarendimenti rispetto a quelli riconoscibili agli iscritti sui montanti contributivi individuali. Questione su cui la Cassa spera che a breve ci sia l’approvazione da parte dei ministeri vigilanti, della delibera che consente l’incremento del tasso di capitalizzazione dei contributi versati dagli iscritti fino al limite di bilancio tecnico pari al 2,5%». Alla base dei risultati di gestione anche il buon andamento delle iscrizioni. Nell’ultimo anno, infatti, gli iscritti hanno subito un incremento di 2.272 unità, passando da 60.383 a 62.655. «Il tutto», ha precisato l’ente di previdenza, «a fronte di 6.694 pensionati che contribuiscono a realizzare un rapporto iscritti-pensionati oltre le nove unità». Per quanto riguarda, invece, il fronte dei ricavi da contributi, questi hanno raggiunto quota 737,5 mln di euro, facendo registrare un incremento dell’8,6% rispetto ai 680 mln del 2013. Allo stesso tempo, poi, il costo delle pensioni è passato da 227 mln di euro a 242 mln con un incremento del (6,5%). Trova conferma, quindi, il dato posto in evidenza dai vertici della Cassa sul fatto che la professione del commercialista tiene. E tiene sia in termini di adesioni sia in termini di redditi. Rispetto ad altre professioni, infatti, il giro medio d’affari per è di circa 110 mila euro l’anno a cui corrisponde un reddito medio di circa 63 mila euro.
Soddisfatto del saldo finale, il numero uno della Cnpadc Renzo Guffanti. «Quest’anno il bilancio ha fatto registrare un avanzo record e parlo di avanzo e non di utile, così come andrebbe sostituito il termine risparmio a patrimonio in quanto le risorse che annualmente accantoniamo altro non sono che risparmi che i nostri associati versano per accantonare le riserve necessarie a far sì che la Cassa possa investirle per riconoscere loro prestazioni adeguate in futuro. Il bilancio tecnico presentato oggi dal prof. Annibali», ha concluso Guffanti, «ci conforta sul fronte della sostenibilità finanziaria del sistema nel lungo periodo. Al tempo stesso, l’auspicio è che possiamo essere messi nelle condizioni di poter garantire una sempre maggiore adeguatezza delle prestazioni riducendo il drenaggio delle risorse da parte dello stato».